Roma, 03 October, 2020 / 10:00 AM
Da qualche giorno è iniziato il Mese Missionario che avrà come culmine la Giornata Missionaria Mondiale il prossimo 18 ottobre.
Giovedì, primo giorno del mese, Festa di Santa Teresa di Lisiex, Patrona delle missioni, mons. Protase Rugambwa, segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli evidenzia che “i missionari sono lì, a fianco di chi soffre, tanto più con l’impatto della crisi globale. Questo è il momento favorevole per la missione: siamo chiamati oggi ad annunciare e donare l’amore di Dio soprattutto dove c’è sofferenza, indigenza, disperazione”. Il messaggio di Papa Francesco per questa Giornata ha “una forte spinta vocazionale: in particolare, la vocazione missionaria si caratterizza nel portare a tutti gli uomini l’esperienza dell’amore di Dio per tutta l’umanità”, ha detto don Giuseppe Pizziol, direttore della Fondazione Missio della Cei: “nel contesto della Chiesa italiana, questa vocazione missionaria si traduce in un appello a tutti i credenti per diventare ‘Tessitori di fraternità’. Vogliamo imparare, sottolinea don Pizzoli, a vivere nuove relazioni, non solo con le persone a noi care, ma con tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino”.
Varie le iniziative che verranno proposte nelle diocesi italiane sin dai primi giorni del mese. E proprio
giovedì, in apertura del Mese missionario sul tema “Tessitori di fraternità” nella diocesi di Molfetta-Giovinazzo-Terlizzi il Centro Missionario ha proposto una serata di preghiera e condivisione presso
la parrocchia Immacolata di Giovinazzo. Durante la serata la presentazione, per la prima volta, dell’icona di Maria, Madre della Missione¸ che ogni domenica di ottobre, a partire
dall’11, si potrà venerare in una diversa città della diocesi. Al termine dell’adorazione eucaristica giovedì anche un momento di preghiera interreligiosa sul sagrato della parrocchia in memoria di don Roberto Malgesini, “prete degli ultimi”, ucciso a Como da una delle persone che lui assisteva lo scorso 15 settembre. “Ricordare don Roberto significa incentivare la vicinanza agli ultimi e il contrasto a ogni
forma di discriminazione, ben sapendo che l’aiuto al prossimo, la mano tesa verso il disagio e l’esclusione spesso comporta dei rischi. Questi rischi, però, vale la pena correrli perché nessuno resti
indietro, nessuno si senta uno scartato o, come diceva don Tonino Bello, un drop out”, si legge in una nota.
Nella diocesi di Rossano-Cariati un programma che parte dalle “periferie” con incontri
di preghiera e testimonianze nelle cinque Vicarie. A Verona incontro sulla missionarietà con il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna. Per il porporato la fraternità è una delle “consapevolezze nate dalla pandemia: ci siamo accorti, come dice il Papa, di essere sulla stessa barca. Ne usciremo solo insieme”. “La missionarietà, e quindi l’evangelizzazione, è parte integrante della fede, Francesco ne ha fatta la priorità del suo pontificato”. L’incontro - che si è concluso con il saluto del vescovo di Verona, Giuseppe Zenti – ha aperto il mese missionario in diocesi. Altre iniziative in
tutte le diocesi italiane.
Intanto la pandemia continua a diffondersi. I dati di questi giorni sono preoccupanti: registrano, infatti, un numero maggiore di contagi rispetto alle ultime settimane. Oltre un milione di morti in tutto il mondo. Tra questi anche sacerdoti e religiosi. In Europa, un dato diffuso dal Consiglio delle
Conferenze Episcopali Europee parla di 400 tra preti e religiosi che hanno perso la vita. In Italia se ne contano 121. In tutte le diocesi colpite questi sacerdoti sono stati ricordati con celebrazioni ed
altre iniziative. A Piacenza-Bobbio un libro dal titolo “Compagni di viaggio” dedicato ai sei sacerdoti piacentini morti per covid 19.
“I sacerdoti che vengono qui ricordati hanno accolto questa grazia e
hanno dedicato la loro vita a Cristo per diffondere il Vangelo di amore di misericordia”, scrive nell’introduzione il vescovo emerito, Gianni Ambrosio: “ognuno con un proprio carisma, con le
proprie attitudini, con il proprio stile. Insieme sono stati parte del grande mosaico che è la comunità cristiana, animata dallo Spirito Santo che dà la possibilità di amare Dio senza riserve e di amare gli altri come Gesù ha amato noi. Non sappiamo come sarà la Chiesa del futuro, ma – aggiunge - auspichiamo che sia sempre più la Chiesa di Gesù Cristo, la Chiesa che crede in Dio che è diventato uomo e ci
promette la vita dopo la morte, la Chiesa che si mette in nome di Dio a disposizione dell’uomo, che lo accompagna nei suoi dolori, nelle sue gioie, nelle sue speranze e nelle sue paure”. La diocesi di Reggio
Emilia-Guastalla ricorda don Guido Mortari, che per 55 anni ininterrotti ha svolto il suo ministero sacerdotale nella parrocchia cittadina di Sant’Agostino.
Il vescovo Massimo Camisasca lo ha voluto ricordare con una celebrazione eucaristica al termine della quale è stato presentato il volume “Don Guido parroco e amico” voluto dalla parrocchia con testimonianze di parrocchiani, familiari, confratelli e amici.
Ed è di questa settimana la notizia del ricovero del vescovo di Caserta, Giovanni D'Alise nell'ospedale del capoluogo di Terra di Lavoro risultato positivo al Covid-19 dopo un ordinario
controllo. Un contagio probabilmente frutto della sua attività pastorale, fa sapere la diocesi. “Le sue condizioni sono buone, si legge in una nota del 29 settembre: “Auguriamo a monsignor D'Alise di riprendersi quanto prima. Dalle nostre comunità e dalle nostre famiglie salga incessante la preghiera al Signore Gesù perchè lo guarisca e possa tornare quanto prima in mezzo a noi in salute”,
scrive la diocesi”.
In Italia anche altri tre vescovi nei mesi scorsi sono stati colpiti dal virus e ricoverati in ospedale: il card. Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la diocesi di Roma, Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, Derio Oliverio, vescovo di Pinerolo e Calogero Peri, vescovo di Caltagirone. Tra i morti anche Eugenio Scarpellini, vescovo di El Alto, in Bolivia: era nativo di Verdellino, in provincia di Bergamo.
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