Città del Vaticano , 16 September, 2020 / 10:11 AM
"Per uscire da una pandemia, occorre curarsi e curarci a vicenda. E bisogna sostenere chi si prende cura dei più deboli, dei malati e degli anziani". Inizia con questo pensiero l'Udienza Generale odierna di Papa Francesco presso il Cortile di San Damaso in Vaticano.
Cura della casa comune e atteggiamento contemplativo. Il Pontefice prova a spiegare ai fedeli di tutto il mondo questi concetti. "Questa cura, dobbiamo rivolgerla anche alla nostra casa comune: alla terra e ad ogni creatura. Tutte le forme di vita sono interconnesse,e la nostra salute dipende da quella degli ecosistemi che Dio ha creato e di cui ci ha incaricato di prenderci cura", sottolinea il Papa.
Per il Pontefice "il migliore antidoto contro questo uso improprio della nostra casa comune è la contemplazione". "Senza contemplazione, è facile cadere in un antropocentrismo squilibrato e superbo - dice ancora Papa Francesco - che sovradimensiona il nostro ruolo di esseri umani, posizionandoci come dominatori assoluti di tutte le altre creature".
Francesco spiega cosa possa provare la mancanza di contemplazione. "Diventiamo predatori, dimenticando la nostra vocazione di custodi della vita. Certo, possiamo e dobbiamo lavorare la terra per vivere e svilupparci. Dunque, è importante recuperare la dimensione contemplativa. Quando contempliamo, scopriamo negli altri e nella natura qualcosa di molto più grande della loro utilità. Scopriamo il valore intrinseco delle cose conferito loro da Dio.", sottolinea il Pontefice.
"Il contemplativo in azione tende a diventare custode dell’ambiente, cercando di coniugare saperi ancestrali di culture millenarie con le nuove conoscenze tecniche, affinché il nostro stile di vita sia sostenibile", ne è sicuro Papa Francesco.
"C'è una cosa che non dobbiamo dimenticare chi non sa contemplare la natura e il creato non sa conteplemare le persone, questa è una legge universale. Se non sai contemplare la natura non saprai contemplare il fratello, la sorella, tutti noi. Dio perdona sempre, noi perdoniamo delle volte, la natura non perdona mai. Oggi leggevo sul giornale di quei due grandi ghiacciai dell'Antartide che stanno per cadere, sarà terribile perchè il livello del mare crescerà e questo porterà tanto male e questo per non curare la nostra casa comune", dice a braccio il Papa.
Conclude il Papa pensando anche agli indigeni e a quelle associazioni ( spesso maltrattate) che tutelano l'ambiente: "Ognuno di noi può e deve diventare un custode della casa comune, capace di lodare Dio per le sue creature, di contemplarle e di proteggerle".
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