Città del Vaticano , 11 September, 2020 / 4:00 PM
Raggiungere i giovani leader e promuovere più incontri regionali: sono questi i due obiettivi per il futuro che si sono dati i partecipanti al comitato del Global Christian Forum. Si tratta di una piattaforma che racchiude tutte le confessioni cristiane nel mondo, che non si basa su una adesione formale ed ha soprattutto l’obiettivo di mettere attorno ad un tavolo i cristiani. La Santa Sede partecipa con un suo rappresentante, che in questo caso è stato padre Andrzej Choromanski, officiale del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
Sono stati 29 i partecipanti ai lavori del Comitato, in rappresentanza di tutte le confessioni cristiane del mondo. Il primo segretario del Global Christian Forum, il rev. Hulbert van Beek, ha tenuto una conferenza iniziale in cui ha ricordato che il forum è nato per creare uno spazio aperto in cui i rappresentanti del maggior numero possibile di confessioni cristiane potessero incontrarsi e testimoniare insieme la loro fede, promuovere le preoccupazioni comuni e promuovere l’unità dei cristiani.
La discussione ha portato proprio alla definizione degli obiettivi del futuro, e si è concluso con la recita del Cantico delle Creature, dato che l’incontro ha avuto luogo durante il “tempo del Creato”, un periodo di preghiera per la creazione che va dall’1 al 4 ottobre, nato su iniziativa del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.
La riunione del Comitato è stata preceduta dalla riunione del Gruppo di Facilitazione, organo consultivo del Segretario composto da rappresentanti del Consiglio Ecumenico delle Chiese, l’Alleanza Evangelica Mondiale, la Pentecostal World Fellowship e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, nonché i presidenti delle due fondazioni che sostengono economicamente il Global Christian Forum.
Ma cosa è e come nasce il Global Christian Forum? Si tratta di una iniziativa nata da una riflessione del Consiglio Ecumenico delle Chiese, che all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, mentre si apprestava a celebrare il suo cinquantesimo anniversario di fondazione, aveva notato che il Consiglio rappresentava solo una parte dei cristiani, mentre le chiese cristiane del Sud del mondo, soprattutto in ambito evangelical, avevano addirittura rapporti freddi.
Per sviluppare ulteriormente il dialogo, ci fu un incontro a Bossey, dove c’è il Centro Ecumenico, cui parteciparono 28 partecipanti interni ed esterni al Consiglio Mondiale delle Chiese. Lì si decise di costituire un gruppo di delegati, detto “Comitato permanente”, che è quello che si è riunito lo scorso 3 settembre, seppure in modalità virtuale.
Il Forum fu supportato dal Consiglio Mondiale delle Chiese, che puntava ad includere anche evangelici, pentecostali, chiese indipendenti e organizzazioni ecumeniche e para ecclesiali perché si conoscessero reciprocamente. Il nome di Global Christian Forum fu deciso nel 2000, al secondo incontro, che rese anche il Comitato indipendente dal Consiglio Mondiale delle Chiese. Il comitato ha promosso incontri regionali in Asia nel 2004, Africa nel 2005, Europa nel 2006 e America Latina nel 2007.
Sempre nel 2007, si è tenuto il primo raduno globale a Limuru, vicino a Nairobi (Kenya) . Vi hanno partecipato oltre 230 delegati provenienti da 70 diversi Paesi.
Nel 2011, dopo una serie di altri incontri locali, si tenne il secondo incontro globale a Manado, in Indonesia, e vi parteciparono 304 delegati da 81 Paesi. Il terzo raduno si è tenuto a Bogotà nel 2018, con 251 delegati provenienti da 55 Paesi.
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