Città del Vaticano , 07 September, 2020 / 11:00 AM
È “Mio Signore e mio Dio! (Gv 20,28) La questione di Dio nelle sfide attuali” il tema dell’incontro di quest’anno del Ratzinger Schuelerkreis, il circuito di ex allievi di Benedetto XVI. L’incontro ha luogo il 25 e 26 settembre, ancora una volta nella formula nuova dello scorso anno: un incontro a porte chiuse, per i soli allievi, e uno a porte aperte, per stimolare anche pubblicamente il dibattito, che vedrà la partecipazione di tre cardinali (Koch, Woelki e Ladaria).
Il tema, come al solito approvato da Benedetto XVI, è di grande attualità ed è in continuità con un percorso che il Ratzinger Schuelerkreis ha fatto nel corso di questi ultimi anni. Gli allievi di Benedetto XVI hanno parlato, in questi ultimi anni, di eclisse di Dio, Europa, persecuzione dei cristiani e rapporti tra Stato e Chiesa, fino al tema del sacerdozio e delle sfide del sacerdozio – e il tema del sacerdozio era cruciale anche nel saggio sugli abusi di Benedetto XVI. Quest’anno, al centro viene messa la questione di Dio, tema anche questo cruciale nel pensiero di Benedetto XVI.
Tre i relatori della sessione a porte chiuse del 25 settembre, che coinvolge i membri storici del Ratzinger Schuelerkreis, ma anche quelli del Nuovo Schuelerkeis. Quest’ultimo è conta ora circa 30 membri, non solo cattolici, ma anche ortodossi, e sono la nuova generazione di studiosi che non hanno studiato con Ratzinger, ma hanno studiato Ratzinger e ne portano avanti l’eredità.
Primo relatore è Ludwig Weimer, membro dello Schulerkreis, che ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento con Joseph Ratzinger presso l’Università di Ratisbona con una tesi su “Fede e libertà”, al termine di un percorso di studi che è durato dal 1974 al 1979.
Weimer ha anche un altro legame particolare con Ratzinger: è dal 1968 teologo della Integrierte Gemeinde (Comunità di Vita Integrata), la comunità che ha preso le mosse dopo la Seconda Guerra Mondiale e gli orrori della Shoah e che punta ad un cristianesimo che guardi con forza alle sue origini ebraiche. Il Cardinale Ratzinger fu l’unico ad accoglierli e, da arcivescovo di Monaco, ad approvare ad experimentum gli statuti della Comunità, e poi a proseguire un rapporto di amicizia, che durò anche nei suoi anni da Papa: membri della comunità lo andavano a trovare ogni anno nei mesi estivi a Castel Gandolfo. Il tema del dialogo con l’ebraismo, tra l’altro, è centrale nel pensiero di Benedetto XVI, che in un recente sul dialogo ebraico cristiano scritto indirizzato al Cardinale Kurt Koch e poi pubblicato ha generato molto dibattito, sostenendo che la Chiesa non si sostituisce ad Israele e l’Alleanza di Dio con Israele non è mai stata revocata.
Il secondo relatore della sessione del 25 settembre proviene dal Nuovo Schuelerkreis ed è Sven Leo Conrad, sacerdote della Fraternità Sacerdotale di San Pietro, una fraternità di sacerdoti che celebrano nella forma straordinaria del rito antico, ma sono uniti alla Chiesa di Roma. Specializzato in liturgia, ha lavorato ad una tesi di dottorato sulla “Teologia e Liturgia di Joseph Ratzinger”.
Terzo relatore della sessione a porte chiuse sarà Helmut Hoping, teologo dogmatico che ha anche lavorato dal 2006 al 2014 come consigliere teologico della commissione liturgica della Conferenza Episcopale Tedesca.
Il 26 settembre, invece, ci sarà l’evento pubblico. È il secondo anno che si svolge l’evento pubblico, fortemente voluto dai membri dal Ratzinger Schuelerkreis, che si sono costituiti con un loro statuto giuridico.
L’evento, che si terrà presso l’Istituto Patristico Augustinianum nel pomeriggio, a partire dalle 15. Sarà aperto dal Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che dallo scorso anno coordina il gruppo del nuovo Schuelerkreis.
Quindi, ci sarà una relazione del Cardinale Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Colonia, su “La rivelazione tra Principi veri e realtà della vita”.
Quindi, ci saranno i cosiddetti statements: il professor Stephan Herzberg parlerà del Dio della fede e del Dio dei filosofi; il Cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, parlerà di “Fondamenta della Fede e tradizione viva”; il professor Rainer Hangler svilupperà il tema de “la Chiesa quale destinataria della rivelazione sull’esempio di Maria”; e il professor Josef Zoehrer parlerà de “La parola di Dio nella vita personale di Joseph Ratzinger / Benedetto XVI”.
Quindi, ci sarà una discussione plenaria, coordinata dal professor Achim Buckenmaier, che dirige la cattedra di Teologia del Popolo di Dio presso la Pontificia Università Lateranense. Infine, sarà lo stesso Cardinale Koch a tirare le conclusioni. Gli ex allievi di Benedetto XVI si riuniscono dal 1977, quando il professor Ratzinger fu nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga. Gli incontri sono continuati anche quando il Cardinale Ratzinger fu nominato nel 1981 prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede e poi Papa. Molti dei membri storici non partecipano più agli incontri, anche data la loro età avanzata.
Tra quanti hanno partecipato, un solo italiano, padre Cornelio Zotto, che scrisse sotto la supervisione di Ratzinger una tesi sulla teologia dell’immagine di San Bonaventura. Monsignor Helmut Moll, che l'anno scorso fu chiamato anche come relatore. E poi, il vescovo Barthelemy Adoukonou, segretario emerito del Pontificio Consiglio della Cultura; il vescovo Hans-Jochen Jaschke, emerito di Amburgo; il redentorista Real Trembaly, il moralista Vincent Twomey, e persino una coreana, Jung-Hi Victoria Kim, che fu autrice a Regensburg di una audace tesi sul confronto tra la “caritas” di Tommaso d’Aquino e lo yen del confucianesimo.
Sono sempre più le tesi di laurea e gli studi su Benedetto XVI. La Fondazione Ratzinger ha preso a radunare un gruppo di dottorandi che studiano il pensiero di Benedetto XVI e che si erano ritrovati nella Biblioteca Ratzinger, nel Campo Santo Teutonico, in Vaticano.
Da quando ha rinunciato al ministero petrino, Benedetto XVI non ha più presieduto gli incontri dello Schuelerkreis, come soleva fare anche da Papa. Nei primi anni, aveva accolto tutti gli ex allievi per una Messa, e poi solo i relatori dello Schuelerkreis per un incontro.
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