Padova, 01 September, 2020 / 4:00 PM
Una chiesa deve parlare di Dio, sempre, anche quando non ci sono messe o liturgie varie da celebrare, anche quando è vuota. La sua bellezza deve testimoniare la presenza di Dio e tanto più lo potrà fare se tra le sue volte e pareti risuona la musica, la grande musica. Questo è il perno attorno a cui si sviluppa, da qualche anno, la rassegna "In principio", rassegna di musica sacra nelle chiese di Padova, che anche nel 2020, nonostante la situazione difficile dovuta alla pandemia che non è ancora stata sconfitta, si presenta puntuale al suo appuntamento.
Dal 10 al 19 settembre 2020 si terrà quindi la quarta edizione della rassegna dell’Orchestra di Padova e del Veneto dedicata alla musica sacra, promossa in collaborazione con l’Ufficio per la Liturgia della Diocesi di Padova, con il Patrocinio del Comune di Padova e la media partnership del settimanale diocesano La Difesa del popolo. Anche quest’anno i tre appuntamenti proporranno un approfondimento musicale ispirato a particolari temi della fede cristiana, allo scopo di valorizzare l’esperienza religiosa attraverso l’ascolto.
Il programma si completa con la Santa Messa in ricordo dei musicisti e di tutti gli artisti padovani defunti, appuntamento particolarmente sentito dai cittadini e da tutti gli amanti della musica, che in questa edizione guarderà alla grande tradizione musicale sacra del Settecento, con un particolare omaggio alla figura di Mozart.
Si tratta della unica rassegna in cui si celebra una messa che ha il valore di un’opera d’arte, ma è prima di tutto una liturgia. Un’occasione più unica che rara, e quest’anno è stata appunto scelta la Missa in honorem Sanctissimae Trinitatis K 167 di Mozart: l’orchestra sarà diretta da Roberto Zarpellon e Alessandro Perin all’organo.
La presentazione della rassegna è stata, di per se’, un evento nell’evento, perché è avvenuta nella meravigliosa cornice del Battistero del Duomo di Padova. Una capolavoro del Trecento, con gli affreschi di Giusto de Menabuoi, che ci riporta al tempo in cui la ricca e potente Fina Buzzacarini nel suo testamento indica come vuole che sia realizzato il monumento, destinato a divenire mausoleo per lei e per il consorte Francesco il Vecchio da Carrara. E vuole che sia uno dei migliuori sulla piazza ad affrescarlo, il maestro Menabuoi, appunto. Un ciclo pittorico di straordinaria bellezza e valore artistico: infatti anche il ciclo di Menabuoi rientra nel patrimonio artistico padovano candidato ad ottenere il riconoscimento dall’Unesco di patrimonio mondiale dell’umanità, insieme a quelli di Giotto e alla Cappella degli Scrovegni.
Una testimonianza della fioritura della stagione giottesca e post-giottesca in Veneto. Le decorazioni nel Battistero raffigurano storie dell’Antico e del Nuovo Testamento su tamburo e pareti, il grandioso Paradiso sulla cupola maggiore, gli evangelisti sui pennacchi maggiori e le scene dell’Apocalisse sulle pareti del presbiterio. E proprio tra poche settimane dovrebbero essere conclusi i lavori del complesso restauro a cui gli affreschi sono stati sottoposti da diversi mesi, con un ritardo dovuto al lockdown imposto dalla diffusione del Coronavirus.
Circondati dagli affreschi che stanno tornando al loro antico splendore, è stato quasi naturale concentrarsi sulla musica sacra, come se le note fossero l’ovvio completamento delle forme pittoriche, come se note e colori si compenetrassero armonicamente. Come ha sottolineato don Gianandrea Di Donna, direttore dell’Ufficio per la Liturgia della Diocesi di Padova, si ricrea così il fecondo dialogo tra la Città di Dio e quella degli uomini, che non si devono più opporre, ma armonizzare in modo creativo, perché con la musica "gli uomini ritrovano la loro origine unica, quel che erano e sono “in principio”. E naturalmente il discorso si amplia, fino a come viene celebrata oggi la liturgia, alle manchevolezze e a come troppo spesso sia offuscata da sciattezza e poca preparazione.
L’obiettivo è anche quello di "far entrare la musica nei luoghi della bellezza della città" ha osservato Paolo Giaretta, vicepresidente della Fondazione dell’Orchestra di Padova e del Veneto, mentre Marco Angius, direttore musicale e artistico dell’Orchestra, ha rilevato come la programmazione offra la possibilità di avvicinarsi a grandi capolavori della musica sacra di tutti i tempi, ma anche a quella contemporanea, poco conosciuta dal gran pubblico e ancor meno dal “pubblico di fedeli”.
Perché appunto la chiesa "deve dare, offrire Dio e dire Dio, deve rendere possibile l’incontro tra l’uomo e Dio, anche quando l’uomo non crede o è ancora alla ricerca di Dio", ha spiegato monsignor Maurizio Brasson, arciprete della Cattedrale di Padova. La bellezza come educazione al sacro, come strada verso il cielo e come evangelizzazione. Appuntamento dunque a Padova, tra Mozart, Bach, Puccini, Respighi, Stradella e compositori contemporanei come Sciarrino e Gon.
Tutte le informazioni pratiche sul sito
www.opvorchestra.it
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