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Un servizio di EWTN News

Perdonanza celestiniana, il saluto del Cardinale Petrocchi. “L’Aquila, scuola di dialogo”

L'apertura della Basilica di Santa Maria di Collemaggio all'Aquila durante una passata festa della perdonanza

Il dono che Papa Celestino V lasciò all’Aquila durante il suo brevissimo pontificato è la festa della Perdonanza, che concede indulgenza plenaria a chiunque, confessato e comunicato, avrebbe varcato la porta della Basilica di Santa Maria di Collemaggio dai Vespri del 28 agosto a quelli del 29. Una festa che da quest’anno è Patrimonio UNESCO, e che si tiene in un tempo particolare, quello di pandemia. Una festa che fa dell’Aquila “una scuola di dialogo”. 

La spiega così il Cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, in un breve messaggio diffuso proprio in vista della perdonanza della prossima settimana. “Il riconoscimento della Perdonanza come Patrimonio Immateriale dell’Umanità . ricorda il Cardinale Petrocchi - costituisce una dichiarazione del valore spirituale ma anche culturale di questo evento. Rappresenta per tutti noi aquilani un motivo aggiuntivo di impegno a rendere questa celebrazione un momento fondamentale di incontro fra le persone, sulla base dell’esperienza del perdono che è grazia ricevuta, vissuta e data”.

Il Cardinale ricorda che la Perdonanza ha una radice “evangelica”, nata dall’idea di Celestino V di “estendere sempre di più l’atteggiamento del perdono ricevuto e dato come stile di vita quotidiano delle persone”, ed è per questo che si tratta di un evento “ecclesiale e sociale”.

Da qui, la vocazione fondamentale dell’Aquila di essere “una sorta di scuola di dialogo, di relazioni fondate sull’amore che sa riconciliarsi con l’altro, perché l’esperienza personale e collettiva ci dimostra che, quando prevale l’atteggiamento di rancore, di rappresaglia, allora si attivano meccanismi di inimicizia, che sono sempre fonte di divisioni e sofferenze”.

Conclude il Cardinale Petrocchi: “La Perdonanza, dunque, ci dice che l’amore che sa rimuovere gli ostacoli dell’egoismo dà la precedenza alla verità e al bene. È un amore che costruisce la città di Dio, cioè la Chiesa-comunione, ma anche la città dell’uomo”. 

Questo è il senso del lascito di Celestino V, al secolo Pietro di Morrone, il Papa che fece il “gran rifiuto” e fu tra i pochissimi a rinunciare al ministero petrino (fu pontefice dal 29 agosto al 13 dicembre 1294).

Il programma della Festa del Perdono comincia ben prima dei giorni dell'indulgenza. Il 16 agosto, si è cominciato con la perdonanza morronese, con l'rrivo del Fuoco del Morrone, l'accensione della Fiaccola e il trasporto a piedi fino alla chiesa San Pietro Celestino a Bagnaturo. Lì, il 17 agosto, c'è stata una celebrazione eucaristica e la lettura della bolla delle perdonanze locali

Quindi, la fiaccola morronese è passata da Sulmona e nella zona di Castelvecchio Subequo, per le perdonanze sulmonese e subequana, quindi la Perdonanza del Bambino Disabile e poi quella subequana - aquilala, che è passata da Onna prima di arrivare, domani, all'Aquila.

La Porta Santa sarà aperta il 28 agosto dal Cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, e seguiranno una serie di celebrazioni e perdonanze particolari: la Perdonanza dei Giovani, e degli Scout, delle Aggregazioni laicali, degli Operatori pastorali la sera del 28, con una messa celebrata dal vescovo Lorenzo Leuzzi di Teramo; la Perdonanza dei Lavoratori la mattina del 29 alle 6, seguita alle 10 dalla Perdonanza delle Forze Armate e le delle Forze dell'Ordine, alle 12 dalla Perdonanza delle Famiglie, dei Catechisti, dei Ragazzi, degli Studenti e degli Insegnanti, alle 16 dalla Perdonanza dei Malati e delle Confraternite

Alle celebrazioni religiose si lega anche un programma di festività civili. Il 23 agosto, comincia la festa della perdonanza con un evento chiamato "Un canto per la Rinascita", evento che vedrà la partecipazione di artisti come Loredana Bertè, Fausto Leali, Marco Masini, Ron, Giorgio Pasotti, Alberto Urso e Leo Gassman e che, nel giorno dell’arrivo del “Fuoco del Morrone”, vuole riportare al centro dell’attenzione i temi principali della Cerimonia del Perdono, coniugando gli elementi della terra con il racconto e la musica.

Per questa 726esima edizione, andrà anche in scena, al ridotto del Teatro comunale, “La notte del gran rifiuto”, opera teatrale scritta da Errico Centofanti, colui che nel 1983 creò – su spinta dell’allora sindaco, Tullio De Rubeis – la Perdonanza celestiniana dell’epoca contemporanea come evento culturale. 

Il 24 agosto la danza, in Piazza Duomo, sarà protagonista in un suggestivo Gran Galà dal titolo: “In punta di piedi tra arte e territorio”, il 25 agosto ci sarà Antonello Venditti sul palco, mentre il 27 agosto sarà la volta di vari artisti emergenti del territorio. 

La celebrazione del Perdono, successivamente detta “Perdonanza”, è il primo giubileo cui avevano accesso anche i poveri e i diseredati, e precorre il Giubileo, istituito da Bonifacio VIII nel 1300.

È stata considerata dall’UNESCO una celebrazione “non solo di valore spirituale, ma anche di valenza sociale e politica”, poiché “la pergamena contenente il testo dell’indulgenza, la Bolla fu consegnata dal Papa alla città dell’Aquila, che ne divenne la custode”.

L'UNESCO ha incluso la perdonanza nel suo Patrimonio Immateriale in particolare per gli aspetti legati alle ritualità popolari connesse alla sua celebrazione, ovvero il cammino del “Fuoco del Morrone” che ha ripreso dal 1980 il tragitto di Pietro Angeleri dall’Eremo di Sant’Onofrio a Majella all’Aquila (il Fuoco giunge all’Aquila il 23 Agosto) e il Corteo storico della Bolla che accompagna dal 1983 il documento papale dalla sede Municipale alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio il 28 Agosto, per poi rientrare nella Torre di Piazza Palazzo il 29 Agosto, dopo la chiusura della Porta Santa. 

Come nasce la festa del Perdono? Nel 1294, Celestino V (canonizzato nel 1313 con il nome di San Pietro Confessore) viene eletto Papa dopo due anni di lotte intestine. Chiede di essere incoronato all’Aquila e dall’Aquila governerà la Chiesa universale per il suo brevissimo pontificato.

Già un mese dopo l’elezione, alla fine di settembre 1294, emana la bolla Inter Sanctorum Solemnia con cui concede l’indulgenza plenaria a chiunque, confessato e comunicato, entri nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio dai Vespri del 28 agosto a quelli del 29.

La “Bolla della Perdonanza” fu donata da Celestino V alla città, e gli aquilani la hanno sempre custodita gelosamente, e la conservano oggi nella cappella blindata della Torre del Palazzo Comunale. Poiché i cittadini avevano protetto il documento, allora l’autorità civile è chiamata ad indire la festa, seguendo gli antichi statuti civici cittadini.

È qui che c’è quella commistione tra mondo civile e religioso che fa della Bolla non solo un momento di perdono, ma anche di riconciliazione tra secolo e spiritualità.

La Bolla viene letta dal Sindaco poco prima dell'apertura della Porta Santa della Basilica di Collemaggio, che viene dischiusa per ordine di un Cardinale designato dalla Santa Sede.

L'apertura della Porta Santa, la sera del 28 agosto, è preceduta da un corteo storico, cui prendono parte le autorità e soprattutto i gruppi storici dell'Aquila e di altre città italiane. 

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