Il momento forse più commovente, dopo il dolore e la disperazione dei giorni del sisma del 2009, forse L’Aquila l’ha vissuto quando sono stati tolti gli ultimi ponteggi intorno alla basilica di Santa Maria di Collemaggio, nel 2017
Il dono che Papa Celestino V lasciò all’Aquila durante il suo brevissimo pontificato è la festa della Perdonanza, che concede indulgenza plenaria a chiunque, confessato e comunicato, avrebbe varcato la porta della Basilica di Santa Maria di Collemaggio dai Vespri del 28 agosto a quelli del 29. Una festa che da quest’anno è Patrimonio UNESCO, e che si tiene in un tempo particolare, quello di pandemia. Una festa che fa dell’Aquila “una scuola di dialogo”.
Celestino V, al secolo Pietro di Morrone, fu il Papa che fece il “gran rifiuto”, tra i pochissimi a rinunciare al Pontificato. In visita sulla sua tomba, il 28 aprile 2009, Benedetto XVI vi lasciò il suo pallio, quasi a lasciar comprendere che anche lui avrebbe rinunciato al pontificato. Nel breve periodo in cui fu pontefice (dal 29 agosto al 13 dicembre 1294), Celestino V ha lasciato un segno indelebile alla sua città dell’Aquila e alla Basilica di Collemaggio dove fu incoronato Papa: la “festa del perdono” o perdonanza, che dall’altro ieri è stata proclamata patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO.
Nonostante le pioggia e il tempo ostile, anche quest'anno migliaia di persone sono accorse all'Aquila, per partecipare alle celebrazioni della Perdonanza celestiniana.
Al termine di un conclave durato dal 1292 al 1294 che vide partecipare 12 cardinali veniva eletto Papa il 5 luglio di 725 anni fa Pietro da Morrone, passato alla storia con il nome di Celestino V