Gerusalemme, 27 June, 2020 / 12:30 AM
Dal legame profondo dei Francescani con la Terra Santa prende il via il lavoro di ricerca e di studio non solo liturgico ma scientifico ed archeologico dei figli di San Francesco.
La ricerca è assicurata dallo Studium Biblicum Francescanum fondato nel 1901 e che dal 1924 opera ininterrottamente a Gerusalemme.
Uno dei frutto di questo lavoro e di questo amore il Museum Sancta Terra, e proprio alle sue collezioni è dedicato il primo volume di una nuova collana che vuole raccontare la storia di reperti e collezioni. : “Selected Works from the collections of the Terra Sancta Museum”.
Il volume, in inglese e italiano, sarà presentato on line il 2 luglio prossimo dall’autrice Sara Cibin
Storica dell’arte ed esperta di musei e da Gianantonio Urbani Docente Archeologia Biblica presso Studium Biblicum Franciscanum.
Come spiega nella introduzione del volume Fra Francesco Patton ofm Custode di Terra Santa, “ Le vaste collezioni di reperti archeologici sono testimonianza di questi grandi e importanti studi.
La custodia dei luoghi non è solo custodia delle pietre, che pure è portata avanti con lavoro alacre e solerte, ma anche di quella Luce che le pietre hanno visto e continuano a trasmettere. Ciò è realizzato guidando la preghiera dei pellegrini con liturgie antiche e sempre nuove, perché la fede ha un’unica radice nel Cristo «che è lo stesso ieri, oggi e sempre» (Eb 13,8) ma è sempre viva e continuamente si rinnova nelle forme in cui s’incarna. Nelle liturgie della Terra Santa si combinano rituali antichi, melodie solenni e gesti curati che rilucono degli splendori dei secoli passati ma parlano anche ai pellegrini moderni con la stessa nobile semplicità di sempre”.
Il Museo di recente fondazione, la posa della prima pietra è del 2015, ha già una collezione significativa. Si tratta di un vero e proprio catalogo con foto e descrizione degli oggetti più significativi dai primi insediamenti in Palestina al ‘900 con alcuni oggetti di altre aree mediorientali.
“Nel complesso mosaico che Gerusalemme rappresenta, la sua dimensione cristiana non va dimenticata o data per scontata, la comunità locale è composta da un numero sempre più esiguo di persone, mentre turisti e pellegrini cristiani possono percorrere in gran numero le sue strade ma non diventare consapevoli della sua identità così complessa e intrecciata con la loro fede” scrivono Fra Eugenio Alliata ofm, Fra Stéphane Milovitch ofm e Sara Cibin nella introduzione del volume.
“Questo museo, per sua vocazione particolare, deve essere strumento di tutela e di trasmissione per il futuro di questa identità. Un risultato conseguibile solo se sarà in grado di far scoprire e comprendere il valore del grande patrimonio della fede cristiana, non solo cattolica, di Gerusalemme e della Terra San ta. E se avrà l’ambizione di far nascere una nuova coscienza prima di tutto nella popolazione locale, per la quale il museo può essere un mezzo di riappropriazione culturale delle proprie radici e del proprio ruolo nel contesto sempre più complesso in cui si trova a vivere”.
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