Città del Vaticano , 24 June, 2020 / 9:56 AM
La preghiera di Davide. E' questo il tema dell'Udienza Generale di oggi, come sempre dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico. Francesco torna sul ciclo della preghiera: "oggi incontriamo il re Davide". "Davide è prima di tutto un pastore: un uomo che si prende cura degli animali, che li difende al sopraggiungere del pericolo, che provvede al loro sostentamento", inizia il Papa spiegando la figura particolare di Davide.
Dunque Davide come pastore, ma anche poeta. "Da questa piccola osservazione deduciamo che Davide non è stato un uomo volgare, come spesso può capitare a individui costretti a vivere a lungo isolati dalla società. È invece una persona sensibile, che ama la musica e il canto", spiega il Pontefice.
"Il mondo che si presenta ai suoi occhi non è una scena muta: il suo sguardo coglie, dietro il dipanarsi delle cose, un mistero più grande. La preghiera nasce proprio da lì: dalla convinzione che la vita non è qualcosa che ci scivola addosso, ma un mistero stupefacente, che in noi provoca la poesia, la musica, la gratitudine, la lode, oppure il lamento, la supplica. Quando ad una persona manca la dimensione poetica la sua anima zoppica. La tradizione vuole perciò che Davide sia il grande artefice della composizione dei salmi. Essi recano spesso, all’inizio, un riferimento esplicito al re d’Israele, e ad alcune delle vicende più o meno nobili della sua vita", commenta ancora il Papa.
"Guardiamo Davide, santo e peccatore, perseguitato e persecutore, vittima e carnefice. Davide è stato tutto questo. E anche noi registriamo nella nostra vita tratti spesso opposti; nella trama del vivere, tutti gli uomini peccano spesso di incoerenza. C’è un solo filo rosso, nella vita di Davide, che dà unità a tutto ciò che accade: la sua preghiera. Quella è la voce che non si spegne mai. Davide santo prega, Davide peccatore prega, Davide vittima prega", dice ancora Papa Francesco parlando di Davide e delle sue tante speciali caratteristiche.
"Che assuma i toni del giubilo, o quelli del lamento, è sempre la stessa preghiera, solo la melodia cambia. E così facendo Davide ci insegna a far entrare tutto nel dialogo con Dio: la gioia come la colpa, l’amore come la sofferenza, l’amicizia quanto una malattia. Tutto può diventare parola rivolta al “Tu” che sempre ci ascolta", conclude il Papa la sua catechesi.
"La preghiera ti da nobilità", assicura infine Papa Francesco.
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