Città del Vaticano , 15 June, 2020 / 12:05 AM
Per la prima volta, un laico viene nominato segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, la “banca centrale” del Vaticano. Fabio Gasperini, manager di Ernst & Young con un passato in gioventù nel governatorato dello Stato di Città del Vaticano, è stato nominato da Papa Francesco al posto di monsignor Mauro Rivella, che ha terminato lo scorso aprile il suo mandato di cinque anni come numero 2 dell’APSA.
Gasperini stava già lavorando come consulente per l’APSA. Prima di questo incarico, è stato presidente di Ernst & Young Advisory SpA e Responsabile dei servizi bancari e di consulenza sui mercati finanziari dell’ufficio servizi finanziari di EY EMEIA (Ernst & Young Europe, Middle East, India & Africa).
Laureato in Economia e Commercio presso l’Università La Sapienza di Roma, nel sito di Ernst & Young Gasperini è descritto come un manager con più di 30 anni di esperienza come consulente di istituti di servizi finanziari nei settori del retail banking, asset management, investment banking, assicurazioni e mercati dei capitali.
Le sue principali aree di interesse sono la trasformazione finanziaria, la revisione dell’organizzazione e del sistema, l’efficacia della tecnologia, la business intelligence, la reingegnerizzazione dei processi aziendali, la valutazione del rischio aziendale, le fusioni e le acquisizioni, i piani aziendali strategici, l’analisi della redditività e la strategia multicanale.
Sarà chiamato a definire la transizione dell’APSA verso un ruolo sempre più marcato di “banca centrale” e a razionalizzare gli investimenti. Un primo assaggio di questa razionalizzazione si è visto recentemente, con il taglio di nove holding svizzere nate dopo la Conciliazione per gestire il denaro della compensazione dello Stato italiano che sono state ora assorbite in una sola società.
Gasperini prende il posto di monsignor Mauro Rivella, che non ha avuto il suo mandato rinnovato. Dopo cinque anni, Papa Francesco ha dunque scelto un nuovo segretario per quella che è considerata la “banca centrale” del Vaticano, nello spirito di quella che sarà la riforma della Curia. Secondo la Praedicate Evangelium, infatti, tutti i mandati in Vaticano dureranno cinque anni, prorogabili solo una volta. In vista della finalizzazione della riforma, Papa Francesco ha deciso evidentemente di cominciare a cambiare la squadra.
Non solo: si spezza, anche, in qualche modo, l’asse della Conferenza Episcopale Italiana all’interno dell’Amministrazione. Infatti, presidente dell’APSA è il vescovo Nunzio Galantino, già segretario generale della CEI; monsignor Rivella era stato sottosegretario della CEI e viene dalla Conferenza Episcopale Italiana anche il sottosegretario dell’APSA, monsignor Giuseppe Russo, già responsabile nazionale CEI per l’edilizia di Culto.
Monsignor Mauro Rivella era stato nominato segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica il 14 aprile 2015. Classe 1963, proveniente dalla diocesi di Torino, monsignor Rivella è stato ordinato sacerdote nel 1988. Docente di Diritto Canonico nel seminario e nella facoltà teologica, monsignor Rivella è stato anche direttore dell’ufficio giuridico e poi sottosegretario per un mandato di cinque anni della Conferenza episcopale italiana, nonché consultore del Pontificio Consiglio per i testi legislativi.
Monsignor Rivella era arrivato all’APSA nel 2013, come delegato della sezione ordinaria, per sostituire monsignor Massimo Boarotto, rimandato in diocesi.
Nel 2015, Monsignor Rivella era stato nominato segretario dell’APSA al posto di monsignor Luigi Mistò, a sua volta nominato segretario della sezione amministrativa della Segreteria per l’Economia. Monsignor Mistò è stato anche coordinatore ad interim della Segreteria per l’Economia, fino al 14 novembre 2019, quando è stato nominato prefetto padre Juan Antonio Guerrero Alves. Mistò è anche presidente della Commissione per le attività del settore sanitario delle persone giuridiche pubbliche della Chiesa presso la Segreteria di Stato della Santa Sede.
La nomina del nuovo segretario è parte di un generale rinnovamento dei vertici dell’APSA. Papa Francesco stava anche provvedendo a fare un “rimpasto” dei membri della Commissione cardinalizia dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. La commissione è la struttura che va a coadiuvare il presidente dei quella che è considerata “la banca centrale” del Vaticano.
Prima, il Papa aveva nominato come membro della commissione il Cardinale Daniel Sturla, quindi ha nominato membro dell’APSA il cardinale Matteo Zuppi.
Oltre a quella del Cardinale Sturla, si attende una seconda nomina per la commissione cardinalizia, così da completare la sostituzione dei Cardinali Agostino Vallini, che ha compiuto 80 anni, e il Cardinal Donald Wuerl, che li compirà a novembre.
La Commissione cardinalizia è formata da otto membri, nominati da Papa Francesco. Gli altri membri sono i cardinali: Ruben Salazar Gomez, arcivescovo emerito di Bogotà; Ricardo Blazquez Perez, arcivescovo di Valladolid; Giuseppe Bertello, governatore dello Stato di Città del Vaticano; James Michael Harvey, arciprete della Basilica Papale di San Paolo Fuori le Mura; e Kevin Farrell, prefetto del Dicastero Laici, Famiglia e Vita e Camerlengo di Santa Romana Chiesa.
La struttura attuale del dicastero risale al 2017, e prevede anche un sotto-segretario, un dirigente per il Controllo di Gestione. Articolato in 13 uffici e servizi, l’APSA ha circa 95 elementi di personale in ruolo, cui si aggiungono una decina di collaboratori per il tempo determinato.
La costituzione Pastor Bonus qualifica l’APSA come ufficio, e sottolinea che a questa spetta di “amministrare i beni di proprietà della Santa Sede, destinati a fornire fondi necessari all’adempimento delle funzioni della Curia romana”, e anche “i beni mobili ad esso affidati da altri enti della Santa Sede”.
Se la Segreteria di Stato ha competenza di rappresentare la Santa Sede presso gli Stati e gli organismi di diritto internazionale, spetta all’APSA agire in nome e per conto della Santa Sede nei rapporti patrimoniali al di fuori dello Stato della Città del Vaticano.
È per questo che l’APSA ha la titolarità dei beni immobili della Sede Apostolica,
sottoscrive i contratti di lavoro con il personale dipendente, firma i contratti per le manutenzioni e gli appalti e con i fornitori di materiali e servizi, è intestataria dei conti correnti aperti presso banche italiane e di altre nazioni. I beni donati o lasciati in eredità al Santo Padre o alla Santa Sede diventano parte del patrimonio dell’APSA, che li gestisce.
In campo finanziario, l’APSA è considerata alla stregua di una banca centrale, ed è l’investitore istituzionale-governativo dello Stato della Città del Vaticano e opera esclusivamente per conto e nell’interesse degli organi della Santa Sede o dello Stato stesso.
Teoricamente, l’APSA dovrebbe essere presieduta da un cardinale. Attualmente, presidente dell’APSA è il vescovo Nunzio Galantino, nominato nel 2018.
Con il motu proprio I beni temporali del 4 luglio 2016, Papa Francesco aveva “aggiustato” la grande riforma dell’economia di Papa Francesco, che con il motu proprio Fidelis Dispensator et Prudens aveva portato alla formazione della Segreteria per l’Economia, del Consiglio per l’economia e del Revisore Generale vaticano.
Con la riforma del fondo pensioni del Vaticano del 29 maggio 2015, il presidente dell’APSA aveva anche perso la presidenza del Consiglio di Amministrazione del Fondo, che con i nuovi Statuti veniva nominato, e non era più appannaggio diretto dell’APSA.
Gli aggiustamenti che erano cominciati nell’ottobre 2016, quando l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica aveva subito una piccola riforma che aveva cambiato le funzioni dei consultori, divenuti parte di un “supervisory board”, un annuncio arrivato proprio mentre venivano avviate le pratiche di due diligence (adeguata verifica) affidata agli esperti americani del Promontory Financial Group.
(La storia continua sotto)
Le Migliori Notizie Cattoliche - direttamente nella vostra casella di posta elettronica
Iscrivetevi alla newsletter gratuita di ACI Stampa.
Questa prima riforma aveva creato un corto circuito, perché sembrava trattare l’APSA come una banca sebbene non lo fosse.
Fino al 2016, l’APSA aveva dei conti, limitati a 23 persone (15 membri del clero e 8 laici), e per questo motivo per un periodo è rientrata anche sotto la giurisdizione dell’Autorità di Informazione Finanziaria vaticana. La chiusura dei conti è terminata nel 2016, e quindi l’APSA non è più entrata sotto la giurisdizione dell’AIF, come sottolineato nel terzo rapporto sui progressi del Comitato del Consiglio d’Europa MONEYVAL.
Il 20 maggio 2020, Papa Francesco ha spostato la competenza del Centro Elaborazione Dati dalla sezione ordinaria dell’APSA alla Segreteria per l’Economia, facendo di quest’ultimo un organismo sempre più centrale per il controllo delle finanze vaticane.
La nostra missione è la verità. Unisciti a noi!
La vostra donazione mensile aiuterà il nostro team a continuare a riportare la verità, con correttezza, integrità e fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.
Donazione a CNA