Padova, 12 June, 2020 / 9:00 AM
Come hanno vissuto i giovani di Padova il duro periodo del lockdown? E quali sono i progetti futuri? La situazione senza dubbio è incerta, ma la voglia di andare avanti è forte. Perchè è "fondamentale costruire insieme un pensiero nuovo". ACI stampa ha intervistato Don Paolo Zaramella, direttore dell'Ufficio di Pastorale dei Giovani della Diocesi di Padova
Don Paolo come hanno vissuto i giovani della Diocesi di Padova il lockdown?
Difficile rispondere a questa domanda perché dal mio osservatorio ho avuto solo qualche piccolo riscontro sul lockdown dei giovani dai 18 anni in avanti. Le strade del centro storico di Padova erano insolitamente deserte e silenziose e improvvisamente la città si è svuotata anche dell'allegra presenza dei tantissimi giovani fuori-sede che vengono in città per frequentare l'Università. Dopo il disorientamento e il silenzio iniziale, i giovani con cui sono venuto a contatto in queste settimane erano generalmente molto presi dalle video lezioni e dallo studio - per gli universitari -, dal lavoro o dalla preoccupazione sul futuro quelli più grandi. Mi ha colpito come la quasi totalità dei giovani che accompagnavo spiritualmente hanno accolto con favore l'invito a "vederci" on line e, con mia grande sorpresa, queste sono state belle occasioni di sfruttare l'online per l'accompagnamento personale, la crescita spirituale...
Immagino che ci siano stati molti incontri online. Di cosa avete discusso? Quali argomenti avete affrontato di più?
L'obiettivo del nostro Ufficio diocesano è sostenere la pastorale dei giovani delle parrocchie e quindi generalmente non lavoriamo su eventi diocesani ma su attività di consulenza e accompagnamento di parroci, consigli pastorali, responsabili o referenti di pastorale giovanile. Avevamo in calendario alcuni incontri di formazione in marzo, aprile e maggio che ovviamente sono saltati. Poi però abbiamo cercato di sfruttare le varie possibilità della rete con delle proposte mirate: la via crucis del mercoledì santo che normalmente nella nostra Diocesi raccoglie circa 1000 giovani (l'abbiamo vissuta on line), alcuni video che erano già in programma (la Scuola di Preghiera on line), la formazione degli animatori dei Grest (#grestandoacasa che ha avuto un incredibile successo anche in altre parti d'Italia, raggiungendo più di 1000 accessi https://www.giovanipadova.it/corso/grestandoacasa/), e soprattutto degli incontri on line attraverso le varie piattaforme disponibili, che permettevano l'interazione e il dialogo tra i partecipanti.
La Diocesi di Padova cosa sta organizzando per i giovani in questa estate post coronavirus? Si stanno organizzando oratori estivi?
Per l'Estate, per i giovani dai 18 anni in avanti, dal momento che la situazione è molto incerta per le esperienze residenziali (campiscuola, campi scout,...), noi stiamo stimolando le parrocchie a vivere delle esperienze di servizio e di carità "a km 0". Prendendo accordi con le Caritas parrocchiali e vicariali, stiamo stimolando i giovani e coloro che li accompagnano a studiare dei progetti di sostegno delle famiglie in difficoltà, anziani, persone con disabilità o migranti. Ma anche call to action per la valorizzazione di luoghi parrocchiali e pubblici, anche in accordo con le amministrazioni locali (aree verdi,...). Per quanto riguarda la fascia 6-14 anni, per bambini e ragazzi normalmente le nostre parrocchie sono impegnate nei GREST, che ovviamente quest'anno dovranno essere ridimensionati in relazione ai "piccoli numeri" stabiliti dai protocolli nazionali e regionali ma stiamo stimolando le parrocchie a reinventare queste esperienze con la fantasia e la generosità che le contraddistingue (https://www.giovanipadova.it/estate-2020/), fornendo tutto il supporto tecnico e informativo per realizzarle al meglio. Da non dimenticare che in queste esperienze sono spesso coinvolti anche i 15-17enni come animatori, che potranno essere presenti nei piccoli gruppi a supporto dei maggiorenni.
Quali sono invece le iniziative per il prossimo anno?
Stiamo cercando di programmare le varie iniziative tenendo conto anche di un possibile ritorno del Coronavirus. Ma non è solo la paura di dover ancora "chiuderci" dentro a muoverci o lo spettro di un nuovo lock-down ma stiamo anche facendo tesoro dei nuovi mezzi tecnologici e delle possibilità tecniche che abbiamo sperimentato in queste settimane e che ci hanno aperto una strada per incontri e momenti formativi anche a distanza, soprattutto per agevolare persone che vivono a distanze importanti in una diocesi estesa come la nostra e che l'online permette di abbattere. Non in maniera sostitutiva però... Siamo ancora profondamente convinti che è nelle relazioni di prossimità che ci giochiamo l'annuncio del Vangelo.
Come superare e imparare dal tragico momento che abbiamo vissuto?
Vorremmo che il ritorno alla normalità non fosse un ritorno superificiale alle vecchie abitudini ma ci fossero spazi e tempi per la riflessione personale e di gruppo su quanto abbiamo sperimentato in queste settimane. Per questo abbiamo promosso ormai da qualche settimana un'iniziativa, Thinking outside the box, per giovani: https://www.giovanipadova.it/outsidethebox/. Insomma, è fondamentale costruire insieme un pensiero nuovo, alla luce di quanto abbiamo vissuto e della fede che ci accompagna.
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