Roma, 06 June, 2020 / 10:00 AM
Si è celebrato in questi giorni il 57mo anniversario della morte di Papa Giovanni XXIII, oggi santo. Il “papa buono” è scomparso la sera del 3 giugno 1963. E’ stato prima sepolto nelle grotte vaticane e successivamente nella basilica di San Pietro.
A quella tomba arrivano migliaia di lettere ogni anno, con un semplice indirizzo “Tomba di papa Giovanni”. E il 3 giugno il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi ha celebrato la Messa in sua memoria nel santuario di Sotto il Monte, il paese del bergamasco che ha dato i natali al futuro pontefice mentre a Roma all'Altare dove è posta la sua urna è stata celebrata una liturgia eucaristica per ricordare i sacerdoti e le persone che a Bergamo sono morti a causa del Covid 19.
La Messa, riferisce il quotidiano cattolico “L’Eco di Bergamo” è stata presieduta da mons. Maurizio Bravi e concelebrata dai sacerdoti bergamaschi che svolgono il proprio ministero a Roma ed ha riunito anche diverse persone che hanno voluto esprimere nella preghiera la propria vicinanza alla terra bergamasca. Nella sua omelia mons. Bravi ha evidenziato che tutta la vita di Papa Giovanni ci insegna che il nostro ministero, il nostro lavoro, la nostra quotidianità, la risposta alla nostra vocazione, deve avere solide fondamenta, deve avere radici profonde nella consegna di sé alla volontà divina, dalla quale fioriscono la vita spirituale e la preghiera frequente. Il sacerdote ha ricordato il passaggio per le vie di Bergamo e Sotto il Monte dell’urna del santo due anni fa. Un momento intenso che ha visto il coinvolgimento di migliaia di persone.
Per la diocesi di Bergamo l’anniversario si è celebrato a Sotto il Monte nel santuario a lui dedicato. “Torniamo sempre volentieri in questo paese da cui tanti anni fa è partito un uomo capace di parlare al cuore del mondo. Nella sua persona e nella sua testimonianza riconosciamo la forza mite e unitiva”, ha detto Beschi che proprio nei giorni più difficili per l’intera area del bergamasco a causa del covid 19 ha voluto rivolgere da qui la supplica a San Giovanni XXIII: “brilli come luce sulle migliaia di morti travolti dalla violenza del contagio. Le immagini dei camion dell'esercito che trasportavano le bare hanno fatto il giro del mondo generando sgomento, commozione e condivisione”. Mons. Beschi ha quindi sottolineato come la “grande” novità di Papa Giovanni è “rappresentata dal dono del Vangelo per tutti, misericordia di Dio per tutti, non solo per la Chiesa e i cristiani, superando così ogni ripiegamento, chiusura e distanza. La sua vita e la sua morte ispiravano il sentimento dell'unità, l'universalità del cammino condiviso”.
E rimanendo in Lombardia oggi pomeriggio nella diocesi di Como il vescovo, Oscar Cantoni, presiederà la Santa Messa, nella Collegiata di san Lorenzo a Chiavenna, nel giorno dell’anniversario della morte di suor Maria Laura Mainetti. La religiosa, vittima di un mortale rituale satanico, è venerata dal “popolo di Dio di tutte le età. Il suo sacrificio – dice il vescovo - è il risultato finale di una esistenza interamente donata, divenuta pane spezzato per la vita del mondo, come fece Gesù, suo amato sposo. Invochiamo l’aiuto di suor Maria Laura, nella certa speranza che presto la Chiesa la dichiarerà fra i beati, amici del Signore”. Suor Mainetti Teresina Mainetti a 18 anni entrò nella Congregazione francese delle Figlie della Croce: nell’agosto 1959 emise i primi voti come suor Maria Laura e l’anno successivo fece la professione perpetua a La Puye, casa madre della Congregazione. Dedicò la sua vita alla missione tra i bambini, i giovani e le famiglie, a Vasto (Chieti), Roma, Parma, fino ad approdare a Chiavenna nel 1984: qui, nel 1987, divenne anche superiora della comunità. Le sue spoglie sono conservate nella cappella laterale della Collegiata di San Lorenzo.
Intanto ieri sera, in streaming, l’assemblea diocesana della Chiesa di Bologna sul tema “Il biennio del crescere segnato dal kairòs”. Hanno partecipato 401 delegati rappresentanti degli organismi diocesani e rappresentanti di tutte le Zone pastorali. Ad aprire e chiudere l’incontro l’arcivescovo, il card. Matteo Zuppi. E oggi convegno delle aggregazioni laicali nella diocesi di Teramo-Atri guidata dal vescovo Lorenzo Leuzzi. Obiettivo del convegno sarà quello di capire quale contributo ciascuno può offrire nei propri ambiti quotidiani, mediante cinque gruppi di lavoro: La preghiera personale e liturgica, La partecipazione alla vita della comunità ecclesiale, L’attività professionale, La famiglia e l’impegno educativo, La vita culturale e sociale.
Il metodo di lavoro sarà modificato rispetto alle passate edizioni, per via dell’emergenza epidemiologica. Solo organizzatori e coordinatori saranno fisicamente presenti, in numero ridotto e nel pieno rispetto delle distanze di sicurezza. Ma sia la sessione plenaria introduttiva (con la lettura dell’intervento di Giuseppe Della Torre, professore di Diritto Ecclesiastico alla LUMSA) che la sintesi finale potranno essere seguite da tutti, in srereaming.
E il 9 e 10 giugno le celebrazioni per la festa di S. Massimo d’Aveia, diacono e martire, santo patrono della città e della diocesi de L’Aquila con celebrazione presieduta dall’arcivescovo, il card. Giuseppe Petrocchi.
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