Città del Vaticano , 31 May, 2020 / 1:05 AM
Oggi, dice Papa Francesco, una sfida per la missione della Chiesa è quella di “capire cosa Dio ci sta dicendo in questi tempi di pandemia”, quando “la malattia, la sofferenza, la paura, l’isolamento ci interpellano”, e “la povertà di chi muore solo, di chi è abbandonato a se stesso, di chi perde il lavoro e il salario, di chi non ha casa e cibo, ci interroga”.
Per la 94 esima Giornata Missionaria Mondiale, che si celebra il 18 ottobre, Papa Francesco scrive un messaggio che guarda anche alla missione dopo il coronavirus. Tema di quest’anno è “Eccomi, manda me”, la risposta ad una chiamata che “proviene dal cuore di Dio, dalla sua misericordia che interpella sia la Chiesa che l’umanità nell’attuale crisi mondiale”.
Firmato da San Giovanni in Laterano (ormai quasi una consuetudine, per Papa Francesco, che vuole rimarcare il suo essere vescovo di Roma), il messaggio guarda alla situazione di fragilità diventata evidente con la pandemia. “Ci siamo resi conto – dice Papa Francesco – di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda”.
La “chiamata alla missione”, allora, “ fa passare dall’io pauroso e chiuso all’io ritrovato e rinnovato dal dono di sé”, ma chiede anche la “nostra disponibilità ad essere inviati”.
Spiega Papa Francesco: Gesù è il missionario del Padre, ed è lui che ci rende missionari attraverso lo Spirito, perché “è Cristo che fa uscire la Chiesa da se stessa”. In fondo, aggiunge Papa Francesco, “Dio ci ama sempre per primo e con questo amore ci incontra e ci chiama”, e “già l’aver ricevuto gratuitamente la vita costituisce un implicito invito ad entrare nella dinamica del dono di sé: un seme che, nei battezzati, prenderà forma matura come risposta d’amore nel matrimonio e nella verginità per il Regno di Dio”.
“Nessuno è escluso dall’amore di Dio”, sottolinea Papa Francesco, e la missione è “risposta libera e consapevole alla chiamata di Dio”, una risposta che si può dare solo se si vive un “rapporto personale di amore con Gesù vivo nella sua Chiesa”.
Per questo, si deve essere pronti ad ascoltare lo Spirito, considerando le nuove sfide date oggi dalla pandemia. Nota Papa Francesco: “Obbligati alla distanza fisica e a rimanere a casa, siamo invitati a riscoprire che abbiamo bisogno delle relazioni sociali, e anche della relazione comunitaria con Dio. Lungi dall’aumentare la diffidenza e l’indifferenza, questa condizione dovrebbe renderci più attenti al nostro modo di relazionarci con gli altri”.
Papa Francesco ricorda anche che “l’impossibilità di riunirci come Chiesa per celebrare l’Eucaristia ci ha fatto condividere la condizione di tante comunità cristiane che non possono celebrare la Messa ogni domenica”.
Per questo, rispondere con l’eccomi al Signore che chiama è fondamentale, perché Dio “continua a cercare chi inviare al mondo e alle genti per testimoniare il suo amore, la sua salvezza dal peccato e dalla morte, la sua liberazione dal male”.
Papa Francesco conclude con un appello al contributo concreto dei cristiani. ”Celebrare – scrive - la Giornata Missionaria Mondiale significa anche riaffermare come la preghiera, la riflessione e l’aiuto materiale delle vostre offerte sono opportunità per partecipare attivamente alla missione di Gesù nella sua Chiesa. La carità espressa nelle collette delle celebrazioni liturgiche della terza domenica di ottobre ha lo scopo di sostenere il lavoro missionario svolto a mio nome dalle Pontificie Opere Missionarie, per andare incontro ai bisogni spirituali e materiali dei popoli e delle Chiese in tutto il mondo per la salvezza di tutti”.
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