Genova, 08 May, 2020 / 12:05 AM
Cambio della guardia nell’arcidiocesi di Genova: Papa Francesco ha scelto padre Marco Tasca, frate minore conventuale, come nuovo arcivescovo. Succede al Cardinale Angelo Bagnasco, che ha guidato l’arcidiocesi dal 2006. Lo scorso 14 gennaio il Cardinale Bagnasco aveva compiuto 77 anni, e aveva superato di due anni l’età in cui i vescovi sono tenuti a presentare le dimissioni dal loro incarico per ingravescentem aetate.
Per l'arcidiocesi di Genova, dunque, Papa Francesco ha scelto un frate alla prima nomina episcopale, che ha però guidato i frati minori conventuali come ministro generale per due mandati di sei anni dal 2007 al 2019. Durante i suoi mandati, Padre Tasca è stato anche tra gli organizzatori del “capitolo generalissimo”, una riunione di tutti gli ordini francescani nel 2017 che è stato all’apice di un percorso di unità. Ha partecipato al Sinodo sui Giovani nel 2018, a quello sulla Famigia nel 2015 e a quello sulla Nuova Evangelizzazione nel 2012, come sodalis.
Padre Tasca è nato a Sant’Angelo di Piove di Sacco in provincia di Padova il 9 giugno 1957. Entrato in seminario nel 1968, è stato ordinato sacerdote nel marzo 1983. Ha svolto il noviziato francescano nella Basilica di Sant’Antonio di Padova, e ha preso i voti nel 1981.
Nel 1982, ha preso il baccellierato in teologia all’Istituto Teologico Sant’Antonio Dottore a Padova, e nel 1986 si è licenziato in Psicologia e pastorale alla Pontificia Università Salesiana di Roma.
Tra i suoi incarichi, quellidi Rettore del Seminario Minore della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova dal 1988 al 1994; di Rettore del Seminario Maggiore della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova e Docente di Psicologia e Teologia Pastorale all’Istituto Teologico S. Antonio Dottore e al Seminario Maggiore di Padova; di Guardiano del Convento dei Santuari Antoniani in Camposampiero dal 2001 al 2005; e di Ministro Provinciale della Provincia di S. Antonio di Padova dal 2005 al 2007.
Padre Tasca si trova ad assumere la guida dell’arcidiocesi di Genova in un momento di rinascita della città, dopo la ricostruzione del Ponte Morandi. Il Cardinale Angelo Bagnasco diventa arcivescovo emerito e mantiene la presidenza del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. Era stato eletto presidente nel 2016, quando era ancora presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e manterrà l’incarico fino al termine del mandato, che scade nel 2021.
L’arcidiocesi di Genova è la prima delle grandi diocesi italiane con i titolari in età da pensione a ricevere una nuova guida. Si attende entro l’anno anche la nomina del nuovo arcivescovo di Napoli, dato che l’attuale arcivescovo, il Cardinale Crescenzio Sepe, compirà 77 anni il 2 giugno.
In Italia ci sono altre sette diocesi il cui vescovo ha superato i 75 anni di età: le arcidiocesi di Torino, Perugia-Città della Pieve, Bari e Siracusa, e le diocesi di Piacenza, Civitavecchia – Tarquinia, Tempio Ampurias.
L’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, è stato confermato da Papa Francesco fino al 2021, e ha aggiunto alle sue competenze l’amministrazione della diocesi di Susa, secondo il piano di ridimensionamento del numero delle diocesi italiane portato avanti da Papa Francesco.
L’arcicescovo di Bari, Francesco Cacucci, era stato confermato per altri due anni nel 2018, al compimento del 75esimo anno di età. Il Cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è confermato alla guida della diocesi a tempo indeterminato.
La diocesi di Tempio Ampurias, in Sardegna, sarà accorpata con quella di Ozieri, il cui vescovo, Corrado Melis, 56 anni, dovrebbe prendere l’amministrazione dell’arcidiocesi succedendo al vescovo Sebastiano Sanguinetti, che ha compiuto 77 anni.
L’accorpamento fa parte del piano per la riduzione delle 226 diocesi italiane (225 più l’ordinariato militare).
Se nel 2017 Papa Francesco aveva eletto vescovi per diocesi con meno di 100 mila abitanti (Trivento e Sulmona-Valva, Melfi-Rapolla-Venosa e Teano-Calvi, Fidenza e Gubbio, Pinerolo e Casale Monferrato), e nel 2018 aveva comunque scelto il vescovo di Camerino-San Severino Marche, diocesi il cui territorio non arriva a 60 mila persone, nel 2019 c’è stata una svolta.
A febbraio 2019 Palestrina è stata unita a Tivoli in persona episcopi (come avviene da anni con Cuneo e Fossano). Ad aprile 2019 il segretario generale della Cei ha lasciato Fabriano-Matelica senza che venisse nominato un successore, mentre la diocesi è stata presa in carico come amministratore dal vescovo Francesco Massara, che guidava appunto la diocesi di Camerino.
Sempre nel 2019, il vescovo Valentino Di Cerbo di Alife-Caiazzo si è dimesso per raggiunti limiti di età, ed è stato nominato il vicino (ma non confinante) vescovo di Sessa Aurunca come amministratore apostolico. A maggio il vescovo di Ales-Terralba, Roberto Carboni, è stato promosso nella sua sede metropolitana di Oristano, dove l’arcivescovo Ignazio Sanna aveva lasciato per ingravescentem Aetate. L’arcivescovo Sanna è stato poi nominato presidente della Pontificia Accademia di Teologia.
Ad aprile 2020, il vescovo Antonio Mura, che guidava la diocesi di Nuoro dall’aprile 2019, è tornato anche vescovo di Lanusei. Era amministratore della diocesi di Lanusei dopo averla guidata dal 2014 al 2019, in attesa di un successore. Le due diocesi sono così unite in persona episcopi Si prospettano, insomma, vari cambi nella diocesi italiane durante questo anno.
Da notare che la nomina del nuovo arcivescovo di Genova è avvenuta dopo una procedura “insolita” da parte di Papa Francesco. Lo scorso 23 gennaio, infatti, l’arcivescovo Emil Paul Tscherrig, nunzio apostolico in Italia, era a Genova per una conferenza sulla “Conversione pastorale di Papa Francesco nell’insegnamento di Papa Francesco”, e nell’occasione aveva annunciato che il Papa aveva intenzione di inviare una lettera circolare ai sacerdoti dell’arcidiocesi, chiedendo loro di svolgere una riflessione sullo stato della Chiesa a Genova e di suggerire una terna di tre possibili arcivescovi.
È la prima volta che una procedura del genere ha luogo, ed è anche parte di una delle proposte del Consiglio dei cardinali. In generale è il nunzio che raccoglie le informazioni preliminari e presenta le sue valutazioni alla Congregazione dei Vescovi, che poi presenta al Papa una terna.
Papa Francesco ha comunque fatto una scelta in controtendenza, probabilmente non guardando direttamente ai nomi, ma piuttosto cercando un profilo adeguato a quelle che considera le sfide dell’arcidiocesi.
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