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Un servizio di EWTN News

Willy, un clochard sepolto in Vaticano

Willy mentre legge sotto il colonnato, 1985

 

 

Willy lo conoscevano tutti a Borghi. Il quartiere che abbraccia Piazza San Pietro a destra della Basilica è un po’ un paese. Insieme ai monsignori, alle suore e ai cardinali ci sono i clochard. Li vedi la mattina a messa nella parrocchia di Sant’ Anna, appena dentro le mura vaticane. Willy era uno di loro. Con il suo aspetto ascetico, la croce sul petto e il carrello della spesa trasformato in valigia con tutte le sue cose. Partecipava a due messe la mattina e, come diceva sempre “la mia medicina è la Comunione” per cui non si curava molto. Tra i suoi amici più cari un monsignore, una suora e un giornalista tedesco. Sono stati loro ad accompagnarlo nel suo ultimo viaggio.

Willie è morto in un giorno di dicembre, all’ ospedale dove andava spesso per poter usare il bagno e ripulirsi un po’ a due passi da San Pietro. Ci teneva ad essere in ordine perché la sua giornata era quella di un evangelizzatore di strada. Dopo la messa si fermava qualche fuori della chiesa per parlare con la gente. “ Quando ti sei confessato l’ultima volta? Vai a fare la comunione? E vai a messa?” Lo chiedeva a tutti Willie, anche ai suoi compagni di strada, quelli con cui aveva scelto di stare. Si lo aveva proprio scelto. Per un periodo aveva abitato in una casa di accoglienza: “ Si è bello, accogliente, pulito, si mangia bene e la gente è gentile- raccontava- ma mi mancava la libertà, io amo la libertà”. Preferiva gli amici di sempre. Il monsignore che gli portava le arance, il giornalista che gli faceva le foto.

Dopo la messa si fermava a parlare con il suo amico don Amerigo: “La ringrazio per la sua omelia detta con voce pacata, la capisco bene e mi aiuta a meditare durante il giorno”.

Tante brevi conversazioni, poi arrivano anche i ritratti. Quelli che erano nella chiesa del Campo Santo Teutonico al suo funerale. Don Amerigo dipinge da anni, le sue mostre vanno in giro per il mondo, e di Willy ha fatto due ritratti commoventi. Come quelli di alcuni dei clochard che animano le viuzze intorno a San Pietro. Donne e uomini che vivono ai margini della vita dei turisti, ma che hanno amici in tutto il quartiere. Come Willy. 

E’ il 12 dicembre del 2014, la festa della Madonna di Guadalupe, in San Pietro il Papa celebra la messa solenne per la Patrona dell’ America Latina, e Willy lascia la vita terrena. Gli amici di sempre non lo vedono come al solito la mattina a messa e lo cercano. É allora che sceglono per lui un particolare luogo di riposo.  

Tra i suoi amici Paul Badde, tedesco, è da poco entrato a far parte della Confraternita del Campo Santo dei Teutonici e dei Fiamminghi. Insieme alla moglie Ellen, decide che per Willy ci deve essere posto lì, tra i “confratelli”. La storia del Cimitero è antichissima, risale ai tempi di Carlo Magno che ebbe dal Papa quel pezzo di terra vinco alla Basilica per seppellire i pellegrini dei paesi germanici e dei fiamminghi. Da tempo ormai a far parte della confraternita sono prelati e antiche famiglie del patriziato romano. Nel Collegio studiano e risiedono prelati di lingua tedesca che prestano il loro servizio in Vaticano, ma il collegio e il cimitero godono di una totale autonomia.

Così gli amici di Willie organizzano tutto. I difficili permessi dall’Italia, dal Belgio di cui Willie è cittadino, e anche dalla famiglia, i quattro figli che il clochard ottantenne non ha visto per decenni.

Ci vuole quasi un mese. Il 9 gennaio del 2015 tutto è pronto. La messa viene celebrata dal suo amico e ritrattista, con lui il rettore del Campo Santo, presenti solo alcuni dei suoi amici tra cui suor Judith.

“ Willy, ottantenne e padre di quattro figli. Solo, ma non si sentiva solo- dice all’ omelia don Amerigo- Forte e viva in lui la presenza di Dio. Pregava e pregava. Pregava per la conversione di tutti e invitava anche gli sconosciuti a riconciliarsi.”

Così per ora finisce la storia terrena di Willy. Con una tomba nel cimitero che per tradizione accoglie i pellegrini, circondato dall’affetto di chi gli era vicino in vita. Una vita solo apparentemente ai margini della vita. 

La cosa che forse lascia più attoniti è che la sua vita e la sua morte non hanno fatto notizia. Sui giornali la sua storia è andata solo per la sua sepoltura “privilegiata” voluta dai suoi amici di sempre, nel silenzio discreto dell’ amore. 

 

 

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