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Messa al Divino Amore, don Cavallini: “La vita cristiana è vivere nello Spirito”

Don Andrea Cavallini mentre celebra dal santuario del Divino Amore, 20 aprile 2020

Con il Battesimo, con l’Eucarestia, con la partecipazione alla Messa, siamo “rinati dall’alto e in noi è cominciata una nuova vita. E spesso ce ne dimentichiamo, non facendo attenzione al tesoro che abbiamo dentro”. Don Andrea Cavallini commenta così il Vangelo del giorno, nella consueta messa organizzata dalla diocesi di Roma al santuario del Divino Amore.

La Messa dal Santuario del Divino Amore viene trasmessa ogni giorno, ed è un modo della diocesi di Roma di essere vicino alle persone in un tempo in cui, a causa della pandemia, non si possono svolgere le celebrazioni pubbliche. Inizialmente, la Messa era celebrata dal Cardinale Angelo de Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, e a turno dai vescovi ausiliari. Dopo la positività del cardinale al coronavirus, sono stati vari sacerdoti della diocesi di Roma e vescovi a turnarsi nella celebrazione. Questa sera, celebra don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Roma.

Questi sottolinea che, nel tempo di Pasqua, le letture sono indirizzate a farci “prendere coscienza dei doni che Dio ci ha fatto e dei doni che ci vuole fare”. Il Vangelo del giorno è quello di Nicodemo, il fariseo che va da Gesù nottetempo.

“Nicodemo – dice don Cavallini - non capisce cosa vuole dire il Signore, ma Gesù dice che se uno non nasce dall’alto non può vedere il Regno di Dio, e sottolinea che bisogna rinascere dall’acqua e dallo spirito”.

Don Cavallini sottolinea che noi siamo rinati dall’alto, e la nuova vita che è cominciata in noi “è una vita nascosta, una vita silenziosa e se non fai attenzione rischi di sprecarla”.

La vita nuova regalata da Gesù – dice don Cavallini – “è la vita di lassù. Il cielo noi ce lo abbiamo dentro, perché Cristo ci ha donato il suo Spirito, abita in noi”. Per questo, dobbiamo fare attenzione, dato che “lo Spirito Santo è una presenza discreta dentro di noi, dobbiamo separarci da ciò che ci attrae per rivolgerci allo Spirito dentro di noi, guardare cosa lo Spirito ci dice, cosa fa”.

Lo si nota, conclude don Cavallini, anche quando gli apostoli in carcere chiedono a Dio di “e di far vedere la sua potenza, chiedono il coraggio di annunciare Cristo e Dio risponde donando lo Spirito. È un’altra pentecoste, il Signore dona lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo dà il cuore di Cristo, lo sguardo di Cristo.”

Per questo “cerchiamo di vivere ascoltando lo Spirito dentro di noi. Viviamo nello Spirito, perché questa è la vita cristiana”.

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