Carpi, 15 March, 2020 / 10:00 AM
Il Vangelo della terza domenica di Quaresima ci presenta l’incontro di Cristo con la donna samaritana al pozzo di Giacobbe, nella regione della Samaria. Ad un certo punto del lungo dialogo che si sviluppa tra i due, Gesù dà un ordine alla donna - “va a chiamare tuo marito e poi ritorna qui”(Gv 4, 16). La donna risponde che non ha marito. E Gesù replica: ‘hai detto bene’ non ho marito; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero” (Gv 4,18).
Ci soffermiamo su questa parte del colloquio perché la questione dei cinque mariti è importante. Gesù facendo una simile domanda induce la donna a confrontarsi con la sua vita. I cinque mariti rappresentano tutte le acque che la donna ha bevuto fino a quel momento, richiamano tutte le vie in cui ella ha creduto di trovare la felicità, la pace, un senso alla propria esistenza, rimanendone però sempre delusa. E’ una donna che ha cercato la gioia passando da un’esperienza all’altra, constatando, con amarezza, che nessuna è stata in grado di soddisfare la sua profonda sete di amore. Non conoscendo l’amore vero, si è accontentata di surrogati, che però l’hanno lasciata sempre insoddisfatta. Non è però rassegnata! Nonostante le ripetute delusioni continua a cercare l’acqua che disseta veramente.
Poiché l’incontro con Gesù ha svelato il suo segreto, la sua situazione di povertà, di infelicità interiore, lei lo riconosce come un profeta e ne approfitta per interrogarlo su una questione cruciale: “Dove si trova il luogo del vero culto a Dio, a Gerusalemme (giudei) o sul monte Garizim (samaritani)?”.
La donna ha finalmente riconosciuto la sua sete. Ha capito che il suo bisogno, come ricorda anche il salmo, è Dio: “Di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida senz’acqua” e, pertanto, chiede: “Dov’è il luogo dove posso incontrare Dio? Riconosco di avere bisogno di Dio perché la mia sete di vita sia soddisfatta pienamente, ma non so dove cercarlo, non so dove incontrarlo. Dimmi dove trovarlo!”.
Pone così la questione fondamentale. L’uomo deve sapere “dove potere incontrare Dio se vuole adorarlo” perché solo presso di lui ritrova se stesso, la sua casa, il suo rifugio, la sua origine, le sue radici. Gesù risponde che il luogo dove adorare il Padre è “nello spirito e nella verità”. Ruperto di Deutz, il più grande commentatore medievale di S. Giovanni dice: “Cos’è dunque adorare il Padre nella Verità, se non: invocare il Padre dimorando nel suo Figlio (il quale dice: Io sono la Verità)?”.
Per l’evangelista san Giovanni, la grande novità cristiana è questa: la vita ci è data per conoscere la Verità, la quale non si risolve in una speculazione intellettualistica, sia pur sublime, ma si identifica con la Persona adorabile di Cristo. Per questo l’amicizia di Gesù è tanto importante. Nella misura in cui lo amiamo con lealtà, sincerità, fedeltà della mente e del cuore, intimità, confidenza possiamo vivere di Lui.
Le Migliori Notizie Cattoliche - direttamente nella vostra casella di posta elettronica
Iscrivetevi alla newsletter gratuita di ACI Stampa.
La nostra missione è la verità. Unisciti a noi!
La vostra donazione mensile aiuterà il nostro team a continuare a riportare la verità, con correttezza, integrità e fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.
Donazione a CNA