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Germania, donne e celibato in cima all'agenda del nuovo presidente dei vescovi Bätzing

«Un deciso sostenitore del cammino sinodale», così definisce il quotidiano Frankfurter Allgemeine, monsignor Georg Bätzing, dal 2016 vescovo di Limburg e, da martedì scorso e per i prossimi sei anni, successore del cardinale Reinhard Marx alla guida della Conferenza Episcopale Tedesca (CET).

La sua elezione a presidente è maturata nel corso dell´assemblea plenaria di inizio anno dei presuli tedeschi a Magonza, che si chiude oggi. Il cinquantottenne Bätzing è stato eletto alla guida delle venti diocesi e delle sette arcidiocesi tedesche, superando nella votazione ben tre concorrenti: Ludwig Schick, arcivescovo di Bamberga; Franz-Josef Overbeck, vescovo di Essen; e Stephan Ackerman, vescovo di Treviri.

Alla fine dello scorso gennaio, a Francoforte, proprio nella sua diocesi, monsignor Bätzing è stato padrone di casa della prima riunione del cammino sinodale, un percorso di riforme della Chiesa tedesca, deciso un anno fa dalla CET, per dare risposta alla crisi di credibilità conseguita allo scandalo degli abusi sessuali di minori nelle diocesi tedesche: quasi 4.000 casi, certificati dal 1946 al 2014. In effetti, come sottolinea il titolo della Frankfurter Allgemeine, il nuovo presidente della CET - che presiede uno dei quattro forum tematici del cammino, dedicato alla “Vita nelle relazioni felici - Vivere l´amore nella sessualità e nei rapporti” - si è già espresso favorevolmente su molti dei temi di discussione del cammino sinodale.

Bätzing è tutt´altro che contrario ad una riforma del celibato. «Io credo che non faccia male alla Chiesa, che i sacerdoti siano liberi di scegliere se vogliono vivere con o senza matrimonio», ha detto in un´intervista alla ZDF monsignor Bätzing, aggiungendo però di voler salvare la forma celibataria del sacerdozio, «che per me è molto importante, poiché Gesù ha vissuto così».

È contrario all´esclusione delle donne dagli incarichi ecclesiali per cui è necessaria un´ordinazione (diaconato, sacerdozio ed episcopato). Esclusione che giudica «ingiusta e inopportuna, dal momento che viviamo già in un ambiente sociale, dove uomini e donne sono equiparati nei diritti». Anche se non si esprime sulla ordinazione sacerdotale per le donne, il nuovo presidente della CET crede che la questione del ruolo delle donne nella Chiesa sia «la più urgente questione aperta verso il futuro che abbiamo».

Non sorprende dunque la calorosa accoglienza riservata al nuovo presidente dei presuli tedeschi da parte delle rappresentanti delle donne cattoliche tedesche. «Siamo molto felici di aver trovato in lui un sostenitore delle nostre esigenze e qualcuno con cui possiamo discutere alla pari», ha detto Mechthild Heil, presidente della Comunità delle donne cattoliche di Germania (KDF). «Per la sua presidenza, auguriamo al vescovo Bätzing gioia, energia e la benedizione di Dio, così come apertura, coraggio e disponibilità per un dialogo e una cooperazione costruttivi», le ha fatto eco Maria Flaschsbarth, presidente dell´Alleanza cattolico-tedesca delle donne (KDFB).

Anche se ha tenuto a sottolineare di «non essere un secondo Reinhard Marx, ma Georg Bätzing, e di esserlo nei modi e con i doni che mi sono stati dati», certo è che il cammino sinodale, iniziato e voluto dal precedente presidente della CET, con lui è in buone mani: «Sono assolutamente favorevole», aveva già dichiarato a gennaio durante la prima riunione del sinodo. Ha fatto dunque sapere che non modificherà la direzione presa dal cammino, poiché «gli accenti sono stati messi nei punti giusti» ed è convinto che il cammino «porterà ad una nuova forma di convivenza tra laici e vescovi nella Chiesa». L´ex presidente della CET, del resto, conosce già piuttosto bene il suo successore, dal momento che Bätzing, dal 1996 al 2010, è stato il direttore del Seminario della Diocesi di Treviri, quando Reinhard Marx ne era il vescovo.

L´elezione di Bätzing a presidente della CET ha incassato il placet di molti colleghi vescovi. «Era il mio candidato preferito», ha confessato Stephan Ackerman, vescovo di Treviri. «È l´uomo giusto per la Conferenza dei vescovi e per la Chiesa cattolica in Germania», ha aggiunto. «Molta abilità e lungimiranza nel trattare sfide come il cammino sinodale, che la nostra Chiesa cattolica tedesca ora e nel futuro dovrà fronteggiare», gli ha augurato il vescovo di Hildesheim, Heiner Wilmer

Gli augura «pazienza, forza e intelligenza per rafforzare l´unità di noi vescovi con il Santo Padre, in modo che possiamo impegnarci con tutta l´energia, come Chiesa, in favore degli uomini», gli ha augurato Stephan Burger, arcivescovo di Friburgo. Il cardinale Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Colonia, ha affidato a Twitter i suoi auguri la «benedizione di Dio», mentre il vescovo di Essen, Overbeck, a Facebook. Soddisfatto dell´esito dell´elezione scelta anche il presidente del Consiglio della Chiesa evangelica di Germania, Heinrich Bedford-Strohm - che ha «potuto trovare sempre nel vescovo di Limburg un interlocutore estremamente aperto all´ecumenismo e umanamente molto gradevole» - e la presidente dell´Alleanza della Gioventù cattolica tedesca, Katharina Norpoth: «Siamo felici di poter contribuire attivamente con lui al futuro della Chiesa cattolica in Germania».

Soddisfazione anche da parte dell´altro “genitore” del cammino sinodale, il presidente del Comitato dei cattolici tedeschi (ZdK), Thomas Sternberg: «La sua elezione è per noi un segno incoraggiante, che la stragrande maggioranza dei vescovi è determinata a proseguire con successo il cammino sinodale, per riguadagnare la fiducia perduta».

Quasi a voler rassicurare l´”opposizione” – composta da quei vescovi meno favorevoli, o decisamente contrari, al cammino sinodale – monsignor Bätzing ha detto che «la scelta del cammino sinodale non è stata una rivolta a lungo preparata da parte di forze liberali, con lo scopo di introdurre finalmente quei cambiamenti a lungo sollecitati».

La prossima riunione del cammino sinodale è già fissata per settembre (dal 3 al 5) nel duomo di San Bartolomeo a Francoforte. Qui si vedrà se questa dichiarazione distensiva dopo la vittoria e il diplomatico motto episcopale del nuovo presidente della CET (Congrega in unum, ossia, “avanti insieme”) avranno rassicurato i vescovi con il cuore che batte più per la dottrina, che per le riforme.

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