Carpi, 01 March, 2020 / 10:00 AM
Con questa domenica interrompiamo il ciclo liturgico del Tempo Ordinario per iniziare un periodo privilegiato dell’Anno liturgico: il cammino quaresimale.
Il tempo di Quaresima ha lo scopo di aiutarci a riscoprire il dono del sacramento del Battesimo - e quindi il significato della nostra chiamata alla fede - e di prepararci a immergerci nel mistero fontale della nostra fede: la passione-morte e resurrezione di Cristo.
Gesù si è preparato al suo ministero pubblico con un “corso di esercizi spirituali” di quaranta giorni vissuti nella solitudine del deserto. Non si tratta di una solitudine “vuota”, ma piena della presenza del Padre, dal quale viene e al quale obbedisce con amore di Figlio. Dopo avere digiunato quaranta giorni si presenta il Diavolo che lo sottopone alla tentazione. L’esperienza di Cristo ci porta a riconoscere che la vita cristiana è una lotta. In noi, sebbene figli di Dio, è presente non solo il bene, ma anche uno spirito cattivo che desidera la nostra rovina e per conseguire il suo fine fa di tutto per portarci ad agire contro la volontà di Dio.
Noi ci soffermiamo sulla prima tentazione. Dopo avere lungamente digiunato Gesù, in quanto vero uomo, sente la fame ed il Diavolo cerca di convincerlo che l’uomo, una volta che ha soddisfatto i suoi bisogni materiali, non necessita di altro per vivere. Cristo, in assenza di cibo, quindi da una situazione non sospetta, afferma, al contrario, il primato della “fame” della Parola di Dio. L’uomo “vive di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Un’affermazione che viene illuminata da un’altra parola di Cristo: Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere le sue opere (Gv 4.34).
Gesù stabilisce una “gerarchia” delle fami. Certamente al Signore sta a cuore il “nostro pane quotidiano”, ma ricorda all’uomo che il suo cuore non è riempito appieno da beni puramente terreni. Il desiderio del cuore umano va sempre oltre.
Se siamo onesti dobbiamo riconoscere che le cose non ci soddisfano e non bastano mai. Si tratta di un’esperienza che costituisce un richiamo a rimanere aperti alla trascendenza, cioè a non chiudere i nostri desideri nei limitati orizzonti della esistenza terrena, a non piegarli ai bisogni immediati, ma a dilatarli fino ad avere fame e sete dell’amore di Gesù. Dice Pascal che ogni essere umano è “troppo grande per bastare a se stesso”. Infatti, è creatura finita aperta a ciò che la trascende e desidera l’infinito. Se “la fame e la sete di Dio” non trovano risposta, nessun uomo può vivere con pienezza le istanze della propria vita.
Il tempo di Quaresima è tempo nel quale siamo chiamati a dare, con coraggio e onestà, un nome ai tanti idoli presenti nella nostra vita e che tentano di prendere il posto di Dio: il denaro, il prestigio, il potere, il piacere, le visioni di vita in contrasto con la dignità della persona e combattere contro di essi in unione con Cristo. La Quaresima è tempo nel quale siamo chiamati a metterci alla scuola di Gesù per imparare da Lui e con Lui a vincere “le insidie del diavolo” (che è sinonimo di egoismo, chiusura, solitudine), per vivere nell’amore per Dio e i fratelli.
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