Kaunas, 19 February, 2020 / 12:30 AM
Visa atnaujinti Kristuje, “Rinnovare tutto in Cristo”: è questo il motto di Ateitis, nata come organizzazione segreta di studenti in Lituania 110 anni fa. Una organizzazione che ha avuto un peso nella storia della Lituania, di cui è stato parte anche il Cardinale Sigitas Tamkevicius, imprigionato in periodo sovietico dal KGB proprio per la sua attività di controinformazione di cui Papa Francesco ha conosciuto e apprezzato la storia durante il viaggio del Baltico. Una organizzazione i cui “ideali e principi possono essere la strada verso la vera libertà”, ha detto l’arcivescovo Gintaras Grusas di Vilinius, celebrando in un incontro con Ateitis lo scorso sabato anche la restaurazione della Lituania, che si festeggia il 16 febbraio.
“Vediamo – ha detto l’arcivescovo Grusas – che, sebbene molte cose stiano cambiando intorno a noi, i nostri cinque principi lavorano intenzionalmente per combattere e proteggere contro gli –ismi di oggi. Sono ancora un antidoto contro tutte le ideologie oppressive”.
I cinque principi dei giovani radunati nella federazione di Ateitis sono cattolicità, nazionalità, famiglia, presenza nella vita pubblica, intelligenza. Da una organizzazione segreta di studenti, Ateitis è stata una organizzazione clandestina in esilio durante il dominio sovietico, e oggi ha una particolare vocazione alla formazione dei giovani nell’ideale cattolico, e in particolare nell’ideale cattolico lituano. È il segno di come i giovani cattolici impegnati in politica possano essere il cuore di una nazione.
Fondata il 19 febbraio 1910, Ateitis è stata la prima organizzazione ad adottare il motto Omnia instaurare in Christo, preso dalla lettera di san Pietro e messa in luce da Papa Pio X nella sua prima enciclica, E Supreme Apostolatus, del 4 ottobre 1903. Nel documento, Pio X chiedeva ai fedeli di tutto il mondo un rinnovamento religioso e morale nello spirito di Cristo. Era quello che si prefissavano i fare gli studenti di Ateitis in Lituania, mentre nelle scuole dell’Impero Russo, cui apparteneva il territorio, c’erano prevalentemente tendenze fortemente materialistiche, ateistiche e nihilistiche.
Il primo gruppo di studenti cattolico si organizzò nel 1908, con diffusione fino in Russia, e, seguendo la moda dei periodici giovani li in Francia, Germania e Francia dedicati all’avvenire, un gruppo di ragazzi di scuola media di Kaunas, in Lituania, pubblicarono un periodico, scritto a mano, chiamato appunto Ateitis (il Futuro). Era il 1910. Dal 1911, Ateitis fu stampato e distribuito, e divenne l’organo ufficiale dell’organizzazione.
L’organizzazione rimase clandestina fino alla Prima Guerra Mondiale, e dopo la Rivoluzione Russa i membri dell’organizzazione supportarono le organizzazioni che lavoravano per restaurare l’indipendenza lituana. Dal 1918 al 1920, molti dei membri combatterono nelle guerre lituane di indipendenza e contribuirono in vari modi alla ricostruzione della Lituania, e alcuni di loro furono tra i firmatari della dichiarazione di indipendenza.
Quando la Lituania fu restaurata, Ateitis divenne una grande organizzazione accademica, arrivando anche contare 10 mila studenti solo nell’associazione della scuola Secondaria, mentre 596 studenti su 4500 dell’università di Kaunas erano di Ateitis.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, molti membri di Ateitis parteciparono al Movimento Nazionale di Resistenza: alcuni furono deportati in Siberia, altri furono torturati a morte o arrestati in campi di concentramento sovietici e nazisti.
L’organizzazione si ricostituì in campi rifugiati in Germania dopo la Guerra, nel 1946. Sotto il dominio sovietico, l’organizzazione si esiliò, nel 1950 il corpo governativo della Federazione Ateitis fu trasferito negli Stati Uniti.
Lì continuò anche la tradizione dei Congressi di Ateitis, che si tennero a Chicago, Cleveland, Toronto. Solo nel 1989, dopo la glasnost e la caduta dell’Unione Sovietica, ci poté di nuovo essere un incontro organizzativo di Ateitis a Vilnius. Dal 1990, l’organizzazione tornò in Lituania. Durante gli anni di esilio, era stato necessario preservare l’eredità nazionale e la cultura, e questo è diventato un elemento centrale del lavoro e dell’identità di Ateitis.
Nel festeggiare l’organizzazione e l’indipendenza della Lituania, l’arcivescovo Grusas, lo scorso 15 febbraio, ha sottolineato come, quando l’organizzazione nacque, si voleva mettere Dio fuori dalla storia, eppure “Dio era molto importante per le persone”, e che “forse l'educazione teologica non era estesa, ma la semplicità della fede non ostacolava la profondità della preghiera. La fiducia nella provvidenza di Dio, la liberazione alla sua volontà, l'obbedienza all'autorità della Chiesa erano incomparabilmente maggiori di questi giorni”.
L’arcivescovo di Vilnius ha notato che, dall’enciclica di Pio X, i Papi hanno poi sempre più affrontato la responsabilità dei laici del mondo.
Tutti siamo “membri del corpo di Cristo – ha sottolineato l’arcivescovo – e ognuno di noi si impegna a rispettare le promesse del battesimo e ad adempierle nella nostra vita: alcune con il sacramento del matrimonio, altre con i voti religiosi e altre con le promesse dell'ordinazione sacerdotale. Non ci sono membri ‘superiori’ o ‘inferiori’, ‘primo ordine’ o ‘secondo ordine’ della Chiesa. Con il battesimo diventiamo uguali agli occhi di Dio, attraverso il battesimo diventiamo fratelli e sorelle gli uni con gli altri”.
L’arcivescovo Grusas si è poi riferito all’articolo di Pranas Dovydaitis, pubblicato cento anni fa, che ha dato la base ideologica all’organizzazione, e che sosteneva che “La vita dei circoli di Ateitis deve basarsi sull’Eucarestia”: “Nulla è cambiato da allora”, ha affermato l’arcivescovo Grusas.
Lo stesso Dovydatis, nel suo articolo fondativo, aveva notato che gli intellettuali lituani nelle scuole russe adottavano varie ideologie, degli –ismi “uguali sotto un aspetto: tutti negano ugualmente il significato della fede nella vita umana”.
L’elenco degli –ismi, ha notato l’arcivescovo di Vilnius, è probabilmente “più ampio e pericoloso di 110 anni fa”.
L’arcivescovo Grusas ha menzionato l’ideologia del nazismo e poi l’ideologia del liberalismo che “ha suscitato molte speranze e aspettative e ha gradualmente iniziato a distruggere se stessa e la società che ha cercato di creare, creando il rischio di regimi autoritari”, perché sembra massimizzare la libertà eppure “con la sua idea sembra portare a restrizioni sempre maggiori sulla libertà di espressione, pensiero e mondo accademico, la disintegrazione delle istituzioni familiari e dell'identità culturale, l'aumento della disuguaglianza sociale, l'alienazione dei cittadini e del governo centrale, negazione dell'educazione basata sulle discipline umanistiche”.
Una ideologia che “cerca di estromettere la religione dal discorso pubblico attraverso i concetti di ‘tolleranza’ o ‘discriminazione’,” mentre “la polarizzazione e la divisione delle società stanno crescendo nonostante il livello di sviluppo dei paesi”.
Altri –ismi: il nazismo, il relativismo, il nazionalismo e il globalismo. Tutti –ismi cui l’idea di Ateitis si oppone, ha detto Grusas, esaltando il valore del proprio popolo tanto da comprendere anche il valore di altre nazioni.
Sono tutte ideologie “accelerati dai progressi tecnologici a una velocità incredibile”, tanto che “in tempi di sovraccarico di informazioni, troviamo difficile riorientare noi stessi: la natura e il ritmo delle relazioni sociali, della comunicazione interpersonale, del lavoro stanno cambiando” .
L’antidoto a tutto questo – ha detto l’arcivescovo di Vilnius – è “testimoniare Cristo con le nostre vite”, perché “110 anni dopo, vediamo che, sebbene molte cose stiano cambiando intorno a noi, i nostri cinque principi lavorano intenzionalmente per combattere e proteggere dfagli ismi di oggi”.
Così, il cattolicesimo è l’antidoto al relativismo religioso, all’agnosticismo, all’ateismo; la nazionalità previene il globalismo; la famiglia è l’antidoto all’individualismo; l’intelligenza al relativismo; la partecipazione alla vita pubblica è un modo per resistere all’ideologia del liberalismo.
Centodieci anni dopo, dunque, Ateitis continua a portare avanti i suoi ideali. Racconta una storia di resistenza in un mondo in cui Dio si voleva mettere da parte. E lavora anche oggi in un mondo che, in maniera più subdola, sembra orientato a vivere ormai l’eclissi di Dio dalla storia. Sarà un anno di celebrazioni.
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