Città del Vaticano , 13 February, 2020 / 9:00 AM
Era stato Papa Benedetto XV a chiedere il loro supporto in una Roma in cui il Papa ancora in cui il Papa era rinchiuso in Vaticano. Cento anni fa.
Nei Giardini Vaticani all’altare della Madonna della Guardia il 10 febbraio hanno celebrato i cento anni della loro presenza Roma con una messa poco prima di incontrare Papa Francesco.
In questi giorni una delegazione guidati dal Cavaliere Supremo Cala Anderson ha fatto un vero e proprio pellegrinaggio nella memoria, incontrando i giornalisti e vistando le opere che grazie al loro contributo sono state restaurate.
E’ grazie al loro contributo che il mondo riceve le immagini delle celebrazioni del Papa. E’ loro lo stemma sulla regia mobile del Centro Televisivo Vaticano e non solo.
Ed è sempre grazie a loro che in Medio Oriente molti cristiani possono sopportare la guerra e le persecuzioni.
Ma il legame con Roma è speciale, perché nasce proprio dalla volontà di un Pontefice.
Arrivati a Roma con i centri sportivi già durante la I Guerra mondiale, il 28 agosto 1920, una delegazione di 235 Cavalieri di Colombo, guidati dal Cavaliere Supremo James Flaherty, fu ricevuta in Udienza Privata nella sala del Concistoro da Sua Santità Papa Benedetto XV. Il Papa chiede aiuto e, i Cavalieri di Colombo decidono di realizzare dei campi ricreativi e di metterli a disposizione gratuita dei giovani di Roma.
Nel 1923 nasce l'Oratorio di San Pietro, così chiamato per volere di Pio XI.
Il luogo è significativo, a fianco a Piazza San Pietro. Per fare posto alle nuove strutture furono demoliti diversi edifici. Nello scavo si trova anche lo stemma araldico di Innocenzo VIII, che era stato Papa nel periodo della scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo. Un segno.
Nei decenni la collaborazione con la missione del Papa è sempre più stretta e negli anni ’60 il terreno dell’ Oratorio viene ceduto per la costruzione dell’ Aula Nervi, ma i Cavalieri trovano altre zone dove proseguire la missione che oggi con le grandi differenza dalla Roma del 1920 arriva dove sono gli ultimi, gli immigrati.
Il 15 marzo del 2008 papa Benedetto XVI ha promulgato il decreto sull'eroicità delle virtù, riconoscendo a padre Michael McGivney il fondatore dei Cavalieri,il titolo di venerabile. Irlandese di origine e americano di adozione, scelse Cristoforo Colombo come personaggio di riferimento per l’associazione che alla fine del secolo scorso aiutava gli immigrati poveri, in maggior parte cattolici, che volevano diventare veri figli dell’America.
Colombo, l’eroe nazionale, il “portatore di Cristo” che anche gli anticlericali ri pettavano, assicurava che la nuova organizzazione sarebbe stata leale agli Stati Uniti. “Cavalieri” e non “figli” perché ogni uomo è già figlio, ma cavaliere è quello che desidera essere.
“Abbiamo iniziato a collaborare con il Vaticano per espresso invito di Papa Benedetto XV racconta Anderson, occhi azzurro cielo e sorriso disarmante dopo la Prima guerra mondiale il mio predecessore andò a Ge nova a visitare la casa di Colombo, poi andò a Roma dal Papa. In Vaticano Papa Benedetto volle celebrare una messa all’altare della Madonna della Guardia”.
Tutti laici, i Cavalieri hanno la schietta e americana capacità di mettere il profitto al servizio della Chiesa e dei più poveri, ma anche dell’arte e della cultura. Carl Anderson, il Supremo Cavaliere ha un titolo dal sapore antico dietro il quale si cela un moderno manager della carità e della comunicazione.
Entusiasta per vocazione, Carl Anderson gira il mondo proponendo uno stile di vita confermato da un curriculum da far invidia a un cardinale. La sede romana dei Cavalieri di Colombo è a due passi dal Vaticano, anche questa una scelta precisa.
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