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Letture, contro la dittatura degli algoritmi ecco le tabelline di Dio

La formula della felicità. L'algoritmo del genio o quello del successo. I calcoli e i costi di un'impresa,  i numeri di telefono e quelli dei giorni da segnare - o da cancellare - sul calendario, le date storiche (soprattutto quelle da imparare a memoria quando si è studenti) le pagine dei libri, il mistero di quelle equazioni che non riuscivamo a imparare e i 4 accumulati nei compiti di matematica...Sì,  diciamolo la nostra vita è intessuta di numeri e questi ultimi sono da sempre la nostra sfida.

E ancora: alzi la mano chi non ha mai avuto problemi con la matematica.  Sono una minoranza. Sembra una contraddizione in termini, avere continuamente a che fare con numeri, formule, conti e sperimentare che quasi mai non tornano, non corrispondono, non sappiamo risolverli o ci spiazzano.  E' la sfida, è il mistero insito nella vita, nascosto nel cuore della Storia. Che è storia della salvezza, anche se spesso lo dimentichiamo.

Guardare l'esistenza e guardare il rapporto con l'Infinito da questo punto di vista particolare,  quello dei numeri,  è l'insolito compito che si è assunto Enzo Romeo, vaticanista della Rai e apprezzato saggista,  nel suo ultimo libro, che si intitola appunto "Le tabelline di Dio", edito da Ancora, appena uscito in libreria.

Il compito, dunque, che si è assunto l'autore è quello di condurre il lettore attraverso le vaste regioni dei testi evangelici seguendo il filo conduttore dei numeri, apparentemente aridi e difficili da immaginare in qualità di guida alla riflessione religiosa e spirituale. Si scoprono invece aspetti del tutto inediti,  in cui numerazioni,  calcoli, formule diventano simili ai gradini di una simbolica scala protesa verso l'infinito,  a volte persino il linguaggio usato da Dio per comunicare con noi.

D'altra parte, come bene sottolinea Romeo, oggi rischiamo sempre più facilmente d cadere sotto la "dittatura dell'algoritmo", come se ogni cosa, ogni qualità, ogni decisione,  ogni esperienza potessero essere spiegate e ricondotte a mero calcolo numerico.  Alla luce della parola di Gesù,  unica parola che davvero libera, anche la matematica perde il suo carattere vincolante e sterile e diventa una specie di "codice" per decifrare il progetto di Dio per l'uomo. E in fondo non è proprio in matematica che si elabora continuamente il concetto di infinito?

Lo stile è semplice, chiaro, avvincente, con costanti riferimenti all'attualità.  La copertina  è stata disegnata da don Giovanni Berti (detto Gioba), che ha creato anche alcune divertenti vignette a "illustrazione" del testo. La prefazione è stata scritta da Dom Jacques Dupont, monaco certosino, ex priore della Certosa di Serra San Bruno,  ed ex insegnante di matematica,  quindi chiaramente un  esperto di  numeri e della loro "anima" spirituale. Ecco come sintetizza, se possiamo dire,  questo percorso: " La generosità di Dio è al di là di ogni  calcolo, perché l'Amore non fa calcoli...il Dio di Gesù Cristo non sa addizionare, né sottrarre, tanto meno dividere. Forse, sa soltanto moltiplicare, e sempre per l'infinito,  sì che non si ottiene una cifra scrivibile. .. Dio non sa contare se non fino a uno.  Perché per lui ognuno è unico".

La Bibbia contiene moltissime indicazioni numeriche e in essi sono nascosti simboli che oggi noi non siamo più in grado di decifrare in modo immediato, come facevano invece i contemporanei e anche i fedeli del Medioevo. Per esempio la ripetizione sistematica del numero sette, legato ai giorni della settimana,  oppure il numero dodici , simbolo della perfezione, se si pensa alle dodici tribù di Israele,  e i dodici apostoli. Senza ovviamente  di medicare il numero tre, numero sacro per eccellenza: la Trinità, in cui tre eguagliano unoeguagliato,  tre persone che sono una cosa sola". I Vangeli stessi, ricorda l'autore, sono da considerarsi come i numeri primi in matematica, perché "capaci di illuminare e dare senso a ogni gesto della vita umana".

Nel libro si tenta, dunque, di "compitare il Vangelo". Però bisogna riconoscere che, almeno in apparenza,  con Gesù i conti non tornano mai.  In questo senso,  dunque, non è possibile applicare la "logica" di Cristo alla realtà con precisione matematica. Per lui la paga dell'operaio che ha lavorato nella vigna solo un'ora è uguale a quella di chi ha lavorato tutto il giorno. Secondo lui il buon pastore lascia le sue novantanove pecore per cercarne una sola, le piccole monete della vedova povera lasciate nelle cassette delle offerte  hanno molto più valore di quelle numerose e pesanti lasciate da fedeli benestanti.  E poi Gesù annuncia che chi lascia tutto per seguirlo riceverà già su questa terra il centuplo come "ricompensa" per una scelta coraggiosa e controcorrente.

Un messaggio rincuorante per noi che tentiamo, quasi sempre in modo fallimentare, di far quadrare i nostri conti personali e ci sentiamo inadeguati, frustrati, a volte inutili. Un modo per farci comprendere  che non potremo mai essere ingabbiati in una formula perfetta, ma potremo guardare ai numeri come un segno dell'Infinito che dialoga con noi.

Enzo Romeo, Le tabelline di Dio. Piccole nozioni di matematica evangelica, Editrice Ancora, p. 148, euro 16

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