Città del Vaticano , 29 August, 2015 / 7:01 PM
“Sulla situazione della Siria, come in tante altre situazioni, c'è sempre la tendenza di dimenticare, diventano malattie croniche di cui nessuno più si occupa a meno che non ci siano fiammate particolari.” Lo ha detto il cardinale Segretario di Stato ai giornalisti a margine della sua visita al Policlinico Agostino Gemelli a Roma dove ha celebrato la Santa Messa per “invocare la benedizione del cielo sul cammino” della nuova fondazione che dal 1° agosto di quest’anno ha assunto la gestione del policlinico in autonomia dall’Università cattolica del Sacro Cuore, “pur rimanendone parte integrante, soprattutto nei valori ispiratori e nelle finalità apostoliche e formative”.
Degenti e personale del policlinico hanno assistito insieme al presidente della fondazione, Giovanni Raimondi, e al rettore della Cattolica, Franco Anelli,. A concelebrare il vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale della Cattolica, monsignor Jean-Marie Mate Musivi Mupendawatu, segretario del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, e don Andrea Manto, direttore del centro per la pastorale sanitaria del Vicariato di Roma.
Nell’omelia, il cardinale Parolin ha fatto riferimento alla figura di Giovanni Battista invitando tutti a prendere a modello l’"amicizia spirituale" che legava Gesù e il Battista: quell’amicizia "che lega le persone sul piano delle cose di Dio, le unisce nel desiderio di compiere la sua volontà e nell’aspirare alla perfezione della benevolenza e della carità, proprie del Padre celeste".
A proposito dei drammi dell’immigrazione che sta vivendo l’ Europa il cardinale ha detto che è “importante la collaborazione di tutti”, e che “questa è l'unica via per arrivare a trovare delle risposte difronte a queste tragedie che ci lasciano veramente allibiti.”
Un problema che si presenta complesso “probabilmente nessuno ha la soluzione a portata di mano perché ci sono tante cause che concorrono a questo fenomeno e ci sono anche tante soluzioni che possono essere realizzate subito e altre che richiedono più tempo”.
A proposito della Siria il Segretario di Stato ha ricordato che “occorre riattivare tutto quello che è possibile, anche dal punto di vista diplomatico. Sentivo qualcuno che mi diceva che c'è qualche speranza che si possa riprendere 'Ginevra 1', auspichiamo veramente questo e lavoriamo affinché questo sia possibile”.
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