Parigi, 23 December, 2019 / 12:30 AM
Per la prima volta in 216 anni, non ci sarà messa di Natale nella cattedrale Notre Dame di Parigi. Devastata da un incendio lo scorso 15 aprile, la cattedrale è ora oggetto di lavori complessi che non si possono fermare. Perlomeno se si vuole mantenere la promessa di ricostruirla entro 5 anni. Promessa suggellata dalla dichiarazione di Jean Louis Georgelin, ex capo di Stato Maggiore che guida l’ente pubblico responsabile della ricostruzione: “Il 15 aprile 2024, faremo celebrare un Te Deum a Notre Dame”.
La cattedrale ora si presenta con una gru di fronte, con la quale si eseguirà l’operazione più delicata del progetto di sicurezza: smantellare uno per uno i 10 mila tubi metallici saldati dall’incendio del 15 aprile. Si tratta di 250 tonnellate di acciaio, da smantellare con impalcature deformate e demolite che minacciano la volta e l’equilibrio della cattedrale.
I lavori effettivi avranno luogo da febbraio, ma ora si sta lavorando a tutta la preparazione, molto complessa perché la cattedrale di Notre Dame è ancora “in una stato di assoluta emergenza”.
E così, le operazioni dovranno continuare anche nei giorni di Natale, e la cattedrale rimarrà silenziosa nei giorni di Natale per la prima volta in 216 anni, da quando fu riaperta al culto dopo che la Rivoluzione Francese la aveva prima trasformata in tempio della ragione e poi addirittura in stalla. Sarebbe persino stata distrutta, se un movimento popolare, che ebbe forte impatto grazie al romanzo Notre Dame de Paris di Victor Hugo, non avesse invece fatto girare la storia in senso inverso, con una ristrutturazione sontuosa progetta da Viollet Le Duc.
Da allora, c’è sempre stata una Messa di Natale a Notre Dame. Quest’anno, invece, nessuna cerimonia, nessuna processione è prevista nelle vicinanze, mentre la Messa di Natale sarà celebrata a mezzanotte nella Chiesa di Saint Germain, di fronte il Louvre, da monsignor Patrick Chauvet, rettore della cattedrale.
La gru gigante è arrivata il 16 dicembre, smontata in parti in 40 camion. Arriverà all’altezza di 75 metri, può sollevare fino ad 8 tonnellate ed è stata realizzata appositamente per l’occasione. Sarà finita di montare a gennaio, mentre si prepara una seconda impalcatura leggera, mentre si continua a lavorare sui contrafforti volanti (devono essere fissati con 28 ganci), e poi si puliranno le macerie del telaio della volta.
C’è stato un forte dibattito sulla ricostruzione della Cattedrale, perché alcuni volevano una versione più “creativa” di Notre Dame, a partire dall’architetto capo Philippe Villeneuve. Il generale Georgelin, però, lo ha invitato a “chiudere la bocca” e poi ha annunciato che ci sarà un Te Deum a Notre Dame il 16 aprile 2024, esattamente cinque anni dopo l’incendio.
Georgelin ha annunciato il Te Deum all’anteprima del film di animazione Notre Dame de Paris. La prova dei secoli”, che è stato poi trasmesso nella tv francese lo scorso 18 dicembre.
La celebrazione del Te Deum è particolarmente significativa per la cattedrale di Notre Dame. Due dei più famosi sono stati quelli intonati a seguito delle due Guerre Mondiali. Il generale Georgelin, con il Te Deum annunciato, non vuole solo fissare un termine alla conclusione dei lavori di recupero, ma anche ricordare che la funzione primaria della cattedrale di Notre Dame, che è quella di luogo di culto cattolico.
Il generale lo aveva già sottolineato lo scorso luglio: “Penso che sia importante affermare che Notre-Dame è prima di tutto un luogo di culto cattolico. Notre-Dame non è un museo, Notre-Dame non è un memoriale della storia della Francia, anche se è una grande testimonianza dell'arte gotica e dell'arte francese. Vi si sono verificati eventi importanti nella storia della Francia, ma quello che stiamo facendo è garantire che tra cinque anni saremo in grado di restituirlo al culto cattolico”.
Le parole del generale ricalcavano quelle dell’arcivescovo Michel Aupetit durante la prima Messa celebrata a Notre Dame, a due mesi dall’incendio, sottolineò che “la pietra angolare della cattedrale è Cristo”.
La celebrazione aveva avuto luogo il 15 giugno, giorno della dedicazione della cattedrale. E l’omelia dell’arcivescovo di Parigi entrava anche in un dibattito più ampio, che riguarda la ricostruzione stessa dell’edificio. Si era pensato di escludere l’arcidiocesi di Parigi dal tavolo sulla ricostruzione, perché l’edificio non è proprietà della Chiesa, ma dello Stato: la Chiesa ha solo il diritto esclusivo e perpetuo di usare la cattedrale per scopo religioso. Si è infine deciso di ricostruire la cattedrale di Notre Dame come era.
L’incendio ha “mangiato” il tetto della cattedrale, ma non le reliquie. Queste erano contenute nella scultura del gallo in cima alla guglia che è andata perduta. Si tratta di un pezzettino della corona di spine, una reliquia di San Denis, e un’altra d Santa Genoveffa, patrona della città di Parigi. Sono state tutte ritrovate nella carcassa del gallo, quasi fuso dall’incendio.
È andato perduto, un pezzo storico costruito nel 1867 da Armand François Collin. A mesi dall’incendio, però, un orologio gemello, dello stesso anno e dello stesso orologiaio, è stato rinvenuto nella chiesa della Santissima Trinità di Parigi, a 4 chilometri dalla storica cattedrale. Servirà come modello per la costruzione del nuovo orologio.
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