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San Giuseppe, l'uomo giusto. IV Domenica di Avvento

Nella prima lettura di questa santa Messa abbiamo ascoltato la promessa che Dio fa al popolo ebraico: Ecco la vergine concepirà e partorirà un Figlio che sarà chiamato Emmanuele. Il brano di Vangelo racconta il compimento della profezia di Isaia. E così veniamo introdotti a riflettere sull’evento storico della Incarnazione nel quale Dio, in Gesù Cristo, è entrato di persona nella storia e si è fatto “Emmanuele”, Dio con noi e per noi parlarci personalmente, per farsi nostro amico e salvarci.

Emmanuele, “Dio con noi”. Questa espressione ci porta ad interrogarci ancora una volta sull’identità di Gesù per inoltrarci nel “Natale teologico”. Chi è Cristo? E’ vero Dio e vero uomo. Se Cristo fosse solo un uomo, ma non fosse Dio non ci potrebbe salvare, non sarebbe il Signore del mondo e della storia. Se fosse solo Dio, ma non uomo, Dio sarebbe lontano, i cieli ancora chiusi e l’uomo vivrebbe nella sua solitudine esistenziale.

Chi ci aiuta a penetrare nel mistero di Cristo è la figura di San Giuseppe, il quale viene qualificato come uomo giusto, cioè un uomo di profonda fede e di grande umanità. Per la particolare situazione in cui trova la sua promessa sposa – è in attesa di un figlio che non è suo - cerca di non esporre la Vergine Maria al giudizio del mondo: decise di licenziarla in segreto.

A lui viene in soccorso un angelo di Dio il quale lo invita a non temere le grandi cose che Dio vuole fare con lui: è stato scelto per diventare vero Padre di Gesù anche se non è lui il genitore. L'uomo di fede è colui che, senza pretese, si ritira rispettosamente davanti all'intervento di Dio e accetta la Sua volontà anche se questa sconvolge l’esistenza perché la fa uscire da criteri puramente umani. Infatti, credere significa accogliere ed obbedire a parole che non vengono dagli uomini, ma da Dio stesso, che si rivela e parla.

E così, Giuseppe che inizialmente ha tentato di sottrarsi al Mistero, viene a sapere che all’origine della vita di Gesù, c’è un interno si Dio che agisce per mezzo dello Spirito Santo. Gesù non è figlio di Giuseppe, ma figlio di Dio. La sua origine non è secondo la carne, ma secondo lo Spirito. Tuttavia, pur essendo di origine divina, Gesù deve appartenere alla storia di un popolo, il popolo ebraico. Per incarico di Dio Giuseppe diventa per legge il padre dl bambino.

Generare un figlio è facile, ma essergli padre e madre, amarlo, farlo crescere, insegnargli ad assumersi le responsabilità della vita, questo è tutta un’altra avventura. La grandezza di Giuseppe sta nell’avere accolto con amore e responsabilmente Maria e il dono che lei portava all’umanità.

Rimane da sapere In che modo Dio è con noi? Il Vangelo di Matteo si conclude con le stesse parole con cui è iniziato. Cristo risorto dice ai suoi apostoli, prima di congedarsi da loro: Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo (28.20). Sono parole di grande consolazione e conforto perché ci dicono che il Signore non abbandona coloro che credono in Lui e non abbandona il mondo in balia di forze avverse e nemiche dell’uomo. Il Dio con noi e per noi si fa presente oggi nei sacramenti e in modo particolare nell’Eucarestia dove dona il suo corpo ed il suo sangue per nutrirci della sua stessa vita divina e trasformarci in santuario della Trinità.

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