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Un servizio di EWTN News

Letture, un romanzo storico su Sant'Antonio da Padova

Città assediate, campi di battaglia insanguinati,  palazzi nobiliari, chiostri silenziosi, biblioteche millenarie, mari in tempesta, roccaforti di signori terribili e spietati, dal potere smisurato, strade polverose,  boschi dalla vegetazione impenetrabile, dame,  cavalieri, santi, turbe di mendicanti, uomini  e donne oppressi e miserabili: scenari e personaggi unici e irresistibili per ambientare e animare storie e trame capaci di avvincere anche i lettori più distratti o con poca dimestichezza con i libri.

Sono però proprio gli scenari e i comprimari, per così dire, dell'avventura terrena, del tutto concreta,  di un uomo universalmente noto come sant'Antonio da Padova. Il quale è conosciuto soprattutto attraverso i ritratti che lo raffigurano come un giovane dal volto ascetico e insieme tenero, dallo sguardo mistico solitamente rivolto al Bambino, a cui guarda con amore . E lo si conosce soprattutto per la sua capacità di essere particolarmente vicino ai fedeli attraverso una pioggia di miracoli, compiuti in vita e poi lungo secoli, fino ai nostri giorni.  È diventato il Santo per antonomasia,  come continuano a chiamarlo i padovani, il grande taumaturgo a cui rivolgersi con fiducia, quando la vita e il destino diventano ostili, quando sembra che non ci sia più una via di scampo,  nessun rimedio.

Sant'Antonio è stato un uomo dalla vita appassionata , ricca di incontri e di eventi, di svolte e di scelte drammatiche, di veri e propri colpi di scena,  dalle strade di Lisbona, dove il santo nacque, nel 1195, con il nome di Fernando, all'incontro decisivo con Francesco d'Assisi, dalle strade e piazze di Francia ai densi anni di Padova, dove poi morì nel 1231, un'esistenza, insomma, che può apparire molto diversa e sfaccettata rispetto a quell'immagine devozionale un po' edulcorato,  da "santino", che gli è stata ricucita intorno.

Una vita così non poteva non sollecitare l'interesse di uno scrittore e sceneggiatore come Nicola Vegro,  che ha lavorato a lungo accanto al grande regista Ermanno Olmi. Vegro,  dunque, ha intrapreso un lungo percorso di studio, ricerca e scrittura da cui è nato un romanzo che ha lo scopo di restituire la dimensione personale e storica del Santo, dal tratto contemporaneo,  distaccato da intenti agiografici,  ma del tutto rispettoso della sfera mistica e, per così dire, "intangibile" che circonda il suo protagonista. Un romanzo  dal titolo "Antonio segreto", appena pubblicato della Edizioni Messaggero di Padova. Del resto, per molto tempo nella testa dell'autore sono riecheggiate le parole che gli aveva rivolto, molti anni fa, Virgilio Gamboso,  frate conventuale tra i più autorevoli biografi di Sant'Antonio: "Lascia da parte i miracoli e pensa all'uomo". Vegro ha conservato con cura questa indicazione fino a quando ha deciso di cimentarsi con l'impresa di ricostruire storicamente e insieme romanzescamente la vita e l'epoca del Santo.

Il testo era nato, inizialmente, come sceneggiatura e in effetti, scorrendone le pagine, si capisce come lo sguardo dell'autore sia allenato a riprodurre la realtà con l'occhio della macchina da presa: scene rapide, carrellate d'insieme, azione e dialoghi incalzanti.  Ma tutto rigorosamente documentato, le parole di Sant'Antonio sono tratte  in grande maggioranza dai suoi Sermoni. Il tutto tradotto in un romanzo storico avvincente che fa riscoprire, appunto, l'uomo Antonio e il suo vivere pienamente nel mondo, pur non sottomettendosi alle logiche del mondo. Essere nel mondo,  dunque, ma non del mondo, come insegna il Vangelo.  Il sottotitolo,  "La forza di un  uomo", vuole mettere in evidenza come Antonio si muova tra intricate vicende personali e scelte difficili, dispute teologiche, tra signori spietati e prelati corrotti, deciso ad  una strenua difesa dei più poveri e indifesi, come dimostra ad esempio la sua inconcepibile, a qui tempi, lotta contro l'usura.Temi che, purtroppo, non sono propri dell'epoca medievale, ma sono presenti anche oggi. E sullo sfondo l'accurata ricostruzione, attraverso documenti e  fonti originali, anche inediti,  dell'ambiente storico - religioso e sociale del XII secolo, in cui si incastona, anche come segno di cristiana contraddizione,  l'impegno pastorale, caritatevole, sociale e civile di Antonio, come testimonia il Codice BP 1235, il cosiddetto " statuto di Sant'Antonio", conservato alla Biblioteca Civica di Padova: nello Statuto del Comune patavina datato anno 1231 si annota che  Sant'Antonio è intervenuto per chiedere proprio al Comune di rivedere le pene, durissime, previste per i debitori insolventi. I miracoli,  certo, quelli sono esistiti ed esistono sempre, come testimoniano le infinite file di pellegrini in preghiera alla tomba antoniana e il numero da aggiornare costantemente degli ex voto. Ma dietro, accanto, o meglio ancora, intrinsecamente unito,  il grande, unico uomo Antonio,  al secolo Fernando Martins de Bulhones.

 

Nicola Vegro,  Antonio segreto. La forza di un uomo, Edizioni Messaggero Padova,  pp.616, euro 25

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