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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco ad Aggiornamenti Sociali, “la realtà dipende da chi la osserva”

Papa Francesco durante una udienza nel Palazzo Apostolico

“La realtà dipende sempre dallo sguardo di chi la osserva”, e dunque non si deve cadere nella “tentazione di uno sguardo asettico sulla realtà, che è impossibile”. Lo ha scritto Papa Francesco ai membri della redazione di Aggiornamenti Sociali, in un discorso preparato e consegnato, ma non pronunciato.

Nella parte a braccio, Papa Francesco ha sottolineato che "l'ascolto senza pregiudizi è il primo passo di qualunque discernimento. Oggi non si ascolta la realtà come è. Da qui nascono per esempio i populismi". 

Altro tema, quello dell'analisi. "Accettare la realtà. Poi viene la risposta. Quale deve essere la risposta di un cristiano? Partire dai valori del Vangelo ma senza imporli dogmaticamente", ha detto Papa Francesco

Papa Francesco ha poi invitato la rivista a "mai, mai coprire la realtà. Dire sempre: 'È
così'. Mai coprirla con quella rassegnazione del “vedremo..., forse dopo cambierà...”. Mai coprirla: la realtà così com’è. Poi, cercare di capirla nella sua autonomia interpretativa, perché anche la realtà ha un modo di interpretare sé stessa. Si deve capirla. E poi il dialogo con il Vangelo, con il messaggio cristiano; la preghiera, il discernimento, e così fare dei piccoli sentieri per andare avanti".

Quindi, il Papa ha detto che "Il Signore ci parla attraverso la realtà, nella preghiera, trovando piccoli sentieri. Oggi non ci sono autostrade per l'evangelizzazione. Questo vale anche per una rivista come la vostra".

Diretta da padre Giacomo Costa, che è stato a fianco di Papa Francesco come segretario speciale del Sinodo sui giovani e poi come segretario della commissione per l’Informazione del Sinodo Panamazzonico, la rivista compie settanta anni. Tra loro un direttore emerito, il combattivo padre Bartolomeo Sorge, salutato da Papa Francesco nel suo discorso consegnato. 

Motto della rivista è “orientarsi in un mondo che cambia”, l’approccio è quello sociologico permeato dalla dottrina sociale della Chiesa. Papa Francesco spiega nel discorso consegnato che “orientarsi vuol dire capire dove ci troviamo, quali sono i punti di riferimento, e poi decidere in che direzione muoversi: è fatica sprecata orientarsi per poi rimanere fermi”, ed è per questo simile al discernimento, per il quale “non basta allenare la sensibilità spirituale, che resta indispensabile; servono competenze e analisi specifiche, quelle a cui date spazio sulle vostre pagine, grazie al contributo di molti esperti”.

Papa Francesco nota che in tutti gli ambiti toccati dalla rivista (dall’intelligenza artificiale alla bioetica, al lavoro, all’economia), l’obiettivo è quello “non solo di fornire informazioni affidabili, ma di accompagnare i lettori a imparare a formulare giudizi e ad agire con maggiore responsabilità e non solo per sentito dire, magari sull’onda di fake news”.

Papa Francesco chiede di coltivare “un corretto equilibrio” nell’analisi dei fenomeni sociali, perché si deve evitare nella tentazione di “uno sguardo asettico sulla realtà”; dato che “la visione della realtà dipende sempre dallo sguardo di chi la osserva e dalla posizione in cui si colloca”.

Così – aggiunge Papa Francesco – “fa parte dei compiti di una Rivista come la vostra aiutare ad accogliere i risultati della ricerca scientifica con lo sguardo del discepolo, assumendo la compassione che Gesù, il Maestro, sente e mostra per le persone sofferenti, per i poveri che gridano verso di Lui”.

Il discernimento dei fenomeni sociali – aggiunge Papa Francesco – “non può prescindere dall’opzione preferenziale per i poveri”, opzione che chiede di stare dalla parte dei poveri “anche quando guardiamo le dinamiche della società”, continuando a dare voce a coloro che sono scartati, perché “anche chi fa ricerca e riflette sulle questioni sociali è chiamato ad avere un cuore di pastore che odora di pecore”.

Chiaro, per Papa Francesco, che il discernimento dei fenomeni sociali non può essere fatto individualmente, ma “serve un confronto serio e onesto, che coinvolga tutte le parti in causa”, secondo un metodo sinodale.

“Si tratta – spiega ulteriormente Papa Francesco - di costruire una relazione, fatta di parole e di gesti, darsi un obiettivo comune e cercare di raggiungerlo. È una dinamica in cui ciascuno parla con libertà, ma anche ascolta ed è disponibile a imparare e a cambiare”.

Il dialogo, per Papa Francesco, significa “costruire una strada su cui camminare insieme”, dove “divergenze e conflitti non vanno negati e dissimulati”, ma piuttosto “assunti, per non rimanere bloccati al loro interno”.

Papa Francesco aggiunge che “anche la ricerca intellettuale seria è un cammino fatto insieme, specialmente quando si affrontano questioni di frontiera, facendo interagire prospettive e discipline diverse e promuovendo relazioni di rispetto e amicizia tra le persone coinvolte, che scoprono come l’incontro arricchisce tutti”.

Nel clima di dialogo, e nella necessità di creare reti, ci sono tre ambiti che Papa Francesco sottolinea: l’integrazione di chi è ai margini eppure “porta un contributo originale indispensabile per la costruzione di una società più giusta”; l’incontro tra le generazioni, perché “l’accelerazione del mutamento sociale rischia di strappare i giovani dal loro passato”; e la promozione di occasioni di incontro, misurandosi anche con le paure dei rapporti interreligiosi o i contrasti tra laici e cattolici.

Papa Francesco invita infine a non scoraggiarsi, perché “all’impegno per la giustizia e per la cura della casa comune è associata una promessa di gioia e di pienezza”.

aggiornato alle 14.38 con altre parole di Papa Francesco alla rivista 

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