venerdì, novembre 22, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Papa Francesco incontra i gesuiti in Thailandia e Giappone

Durante il suo recente viaggio apostolico in Thailandia e Giappone, Papa Francesco ha salutato un gruppo di 48 gesuiti provenienti dall’area del sud-est asiatico. Con loro si è trattenuto a Bangkok per una conversazione nella quale ha toccato vari temi. Poi, alla fine della tappa giapponese del viaggio, il Papa ha dedicato l’ultima giornata a una visita presso la Sophia University di Tokyo, retta dalla Compagnia di Gesù. Qui ha celebrato la Messa con i gesuiti della comunità, pronunciando un’omelia pubblicata oggi da "La Civiltà Cattolica".

"Una Chiesa giovane, molto vicina alla gente, fresca". Questo è stato il primo tema toccato dal Papa nella conversione dei Gesuiti a Bangkok. "Certo, conosco bene e mi preoccupano i problemi che dovete affrontare, come ad esempio lo sfruttamento legato al turismo sessuale. Voi gesuiti dovete fare tutto il possibile per elevare il livello sociale. Lavorate per il bene del vostro Paese e per la dignità della gente!", continua il Papa, sempre nel testo riportato da "La Civiltà Cattolica".

Il Papa affronta diversi temi a Bangkok: dalle situazioni di ingiustizia alla necessità della preghiera, dall'accoglienza della Enciclica "Laudato si'" nella Chiesa e nel mondo alla questione dei rifugiati e alla pastorale rivolta ai cattolici divorziati e risposati.
Alla domanda circa la pastorale rivolta ai cattolici divorziati e risposati, il Papa ha risposto che c'è un "modo casistico" di affrontare queste situazioni, "che però non è cristiano, anche se può essere ecclesiastico". Oppure, c'è la via indicata dal Magistero della Chiesa, "come è scritto nell’ottavo capitolo dell’Amoris laetitia, cioè fare un cammino di accompagnamento e di discernimento per trovare le soluzioni. E questo non ha nulla a che fare con la morale della situazione, ma con la grande tradizione morale della Chiesa".

In Giappone, a Tokyo, ai gesuiti il Papa nell'omelia ricorda il passo del Vangelo sulle esigenze della vita apostolica centrata sul significato dell'incontro con Gesù. Un incontro - commenta il Papa - che suscita sempre il desiderio di "stare con lui, anche impegnando la vita". Ma il desiderio deve essere "memorioso" e "concreto": cioè deve conservare "il ricordo di un’intera strada percorsa, un ricordo della grande misericordia di Dio verso ognuno di noi" perché possiamo rimanere fedeli e non cadere nel giudizio.

"E abbiamo un cuore aperto davanti alle condizioni che ci pone nel presente di ogni giorno, affinché la nostra fedeltà sia meglio forgiata. Non dobbiamo avere paura di dormire all’aria aperta: gli animali hanno un rifugio, e noi invece, a volte, non sappiamo dove rifugiarci. Ma non dobbiamo avere paura", conclude il Papa nell'omelia.
 

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