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È beato padre Donizetti, anticipatore dei diritti dell’uomo

La tomba di padre Donizetti, oggi beato

Padre Donizetti è “un discepolo di Gesù in costante cammino”, un “anticipatore dei diritti dell’uomo” cresciuto alla scuola della Rerum Novarum e della Dottrina Sociale di Leone XIII. Il Cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, tratteggia così le caratteristiche del nuovo beato.

A Tambaù, in Brasile, il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi celebra la Messa durante la quale si ascrive padre Donizetti Tavares da Lima al registro dei beati. Brasiliano dello stato di Minas Gerais, nato nel 1882 da un avvocato e una professoressa, entrò in seminario a 12 anni, quindi passò nel collegio Giovanni Soares. Nel 1900 iniziò il corso preliminare della facoltà di diritto e nel 1903 intraprese studi filosofici e teologici in preparazione al sacerdozio.

Fu ordinato sacerdote nel 1908, destinato alla parrocchia di San Gaetano nella diocesi di Porto Alegre, dove fu incardinato per poco, fin quando non fu trasferito alla diocesi di Campinas. Nel 1909, ancora un cambio di diocesi, questa volta per andare a servire come parroco a Varge Grande do Sul, dove ebbre grande impatto sulla città.

Nel 1926 viene nominato parroco della chiesa di Sant’Antonio a Tambaù. E lì condivide i problemi della gente e diviene sempre più conosciuto, perché gli vengono attribuiti numerosi prodigi.

Erano in migliaia ad assistere alle benedizioni. L'ultima benedizione di Padre Donizetti ha avuto luogo il 30 maggio 1955 ed è uno degli eventi più noti della sua vita. Negli Anni Cinquanta, c’erano oltre 20 mila persone che andavano a Tambaù ogni giorno in cerca di benedizioni, ed era difficile per la città, di soli 7 mila abitanti, ricevere così tanti pellegrini e c’era il rischio di pellegrini. Quel giorno, arrivarono in 200 mila, si arrampicarono su alberi e tetti che circondavano la piazza della Chiesa, piansero, mentre migliaia di candele furono accese. Fu per questo che le benedizioni furono sospese.

Rimase a Tambaù fino alla morte, che avvenne nel 1961, mentre la fase diocesana della causa di beatificazione è cominciata nel 1962, ma solo nel 2017 Papa Francesco ha autorizzato il decreto con il quale veniva dichiarato venerabile.

Nella sua omelia, il Cardinale Becciu ricorda come padre Donizetti sia “vissuto in un periodo complesso per la storia del Brasile”, eppure non si è mai risparmiato al servizio della sua gente”, tanto che “nessuno era escluso dalla sua attenzione”, senza differenza di razza o di censo.

Padre Donizetti aveva studiato a fondo le encicliche sociali di Papa Leone XIII e fu – sottolinea il prefetto delle Cause dei Santi – “un anticipatore dei diritti dell’uomo, contro la sfrenata corsa imposta dagli interessi economici, che schiacciano la persona umana”

Padre Donizetti dimostrò anche “indomito coraggio nella difesa della giustizia sociale, difese i poveri, gli ammalati e gli operai, e denunciò senza paura i soprusi e le irregolarità che avvenivano nella società; al tempo stesso cercava di mettere accordo tra le parti sociali in conflitto”, e lo fece ”sfidando contrarietà e persecuzioni, talvolta anche a rischio della vita, predicava apertamente in difesa degli indigenti, come pure per l’abolizione della schiavitù e la promozione umana e cristiana degli emarginati. In tutte queste creature sofferenti vedeva il volto di Cristo, per questo si batteva contro ogni discriminazione sociale e razziale”.

In particolare, di padre Donizzetti viene ricordata la sua attenzione ai problemi della famiglia, che lo portò a fondare l’associazione della maternità e infanzia e numerose opere assistenziali in particolare per gli ammalati e gli anziani.

Prosegue il Cardinale Becciu: “Padre Donizetti cercava di provvedere in tutti i casi di povertà con medicine, vitto e vestito; costruì un ospizio per i bisognosi, un ricovero per i tubercolotici, una rivendita di alimenti a basso costo; avviò i giovani allo studio, istruendo quanti non potevano frequentare le scuole pubbliche a causa della povertà delle loro famiglie”.

Padre Donizetti rifiutò però qualunque carriera ecclesiastica, viveva “poveramente e in grande austerità”, trovando l’energia nella preghiera, con una devozione particolare per Aparecida.

Il Cardinale Becciu ricorda che “la speranza nel premio eterno, riservato agli operatori di giustizia e di pace, era talmente radicata nel suo animo che lo rendeva pronto ad affrontare le prove quotidiane con calma, serenità e abbandono alla divina volontà”.

Padre Donizetti , in sintesi, un “sacerdote esemplare”, umano, zelante, che incoraggia i pastori a dedicarsi completamente al ministero, un “discepolo di Gesù in costante cammino”.

E per questo, sulla scorta del suo esempio, ci si deve impegnare “con coraggio nei vari ambiti culturali, sociali e politici, attuando la Dottrina sociale della Chiesa e portando il messaggio vivificante del Vangelo con atteggiamento propositivo e in un’ottica di collaborazione e di dialogo aperto alle varie istanze”.

Così, padre Donizetti stimola ad affrontare “l’oggi della società segnata da una profonda crisi sociale, culturale e morale, che tocca il patrimonio dei valori dell’intero villaggio globale, bisognoso della luce del Vangelo”.

C’è bisogno – afferma il Cardinale – di “sacerdoti che siano ‘vangelo vivo’, animati dal forte desiderio di essere uomini totalmente dediti al servizio del Regno di Dio e pastori che, come ama ripetere il Santo Padre Francesco, abbiano l’odore delle pecore, cioè che si sentano pienamente coinvolti nella vita di fede della propria gente”.

 

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