Bangkok, 22 November, 2019 / 11:30 AM
“Il Vangelo che abbiamo appena ascoltato ci invita a metterci in movimento e guardare al futuro per incontrarci con la cosa più bella che vuole regalarci: la venuta definitiva di Cristo nella nostra vita e nel nostro mondo. Diamogli il benvenuto in mezzo a noi con immensa gioia e amore, come solo voi giovani sapete fare!”. Lo ha detto il Papa nell’omelia della Messa con i giovani celebrata nella Cattedrale di Bangkok.
“Prima che noi andiamo a cercarlo - ha aggiunto - sappiamo che il Signore ci cerca, ci viene incontro e ci chiama a partire dal bisogno di una storia da fare, da creare, da inventare. Andiamo avanti con gioia perché sappiamo che lì Lui ci aspetta”.
“Dio - ha proseguito il Papa - ha un disegno anche per ognuno di voi. Lui è il primo a sognare di invitarci tutti a un banchetto che dobbiamo preparare insieme, Lui e noi, come comunità: il banchetto del suo Regno da cui nessuno può restare fuori”.
Commentando il Vangelo Francesco ha spiegato che noi “sentiamo la chiamata del Signore a far parte del suo Regno e a condividere la sua gioia con gli altri. Capita spesso allora che, di fronte ai problemi e agli ostacoli, che tante volte sono molti davanti alla sofferenza di persone care, o all’impotenza che si sperimenta in situazioni che sembrano impossibili da cambiare, l’incredulità e l’amarezza possono guadagnare spazio e infiltrarsi silenziosamente nei nostri sogni, facendo sì che si raffreddi il nostro cuore, che perdiamo la gioia e arriviamo tardi”.
Come fare a non cedere a queste sensazioni, si domanda il Papa. “Perché il fuoco dello Spirito non si spenga, e voi possiate mantenere vivo lo sguardo e il cuore, è necessario essere ben radicati nella fede dei nostri anziani. Non per restare prigionieri del passato, ma per imparare ad avere quel coraggio che può aiutarci a rispondere alle nuove situazioni storiche. La loro è stata una vita che ha resistito a molte prove e a molta sofferenza. Ma, lungo la strada, hanno scoperto che il segreto di un cuore felice è la sicurezza che troviamo quando siamo ancorati, radicati in Cristo: nella sua vita, nelle sue parole, nella sua morte e risurrezione”.
Essere radicati in Cristo è dunque essenziale perché - ha concluso - altrimenti potremmo “restare sconcertati dalle voci di questo mondo, che si contendono la nostra attenzione. Molte di quelle sono allettanti, proposte ben truccate, che all’inizio sembrano belle e intense, ma con il tempo finiscono per lasciare solo vuoto,stanchezza, solitudine e svogliatezza e vanno spegnendo quella scintilla di vita che il Signore ha acceso un giorno in ognuno di noi. Radicati in Cristo, vi invito a mantenere viva la gioia e a non aver paura di guardare al futuro con fiducia. Radicati in Cristo, guardate con gioia e fiducia. Non abbiate paura del futuro e non lasciatevi intimidire; al contrario, sappiate che il Signore vi sta aspettando per preparare e celebrare la festa del suo Regno”.
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