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Ecumenismo, le riflessioni su scisma e unità di un gruppo misto cattolico ortodosso

Il gruppo di lavoro cattolico - ortodosso

L’unità non si può trovare solo in criteri formali, perché c’è anche una unità di comunione. E accentuare le differenze tra scisma e unità non aiuta il dialogo ecumenico. Sono due dei punti conclusivi del comunicato del gruppo misto di lavoro cattolico ortodosso Sant’Ireneo. Fondato a Panderborn nel 2004, il gruppo è+ composto da 26 teologi, 13 cattolici e 13 ortodossi. L’incontro di quest’anno si è tenuto a Trebinje, in Bosnia-Erzegovina, su invito della Chiesa ortodossa serba. La riunione è stata presieduta dal vescovo Gerhard Feige di Magdeburgo e dal metropolita Serafim della Chiesa ortodossa romana di Germania, Europa centrale e settentrionale.

L’incontro di quest’anno ha segnato una nuova fase di lavoro, dopo che lo scorso anno il gruppo di lavoro ha presentato a Graz il suo primo volume, “Servire la Comunione. Ripensare il rapporto tra primato e sinodalità”. Durante quest’ultimo incontro, si è parlato di vari aspetti dell’unità e dello scisma, e sono stati esaminati diversi casi di studio. Tra questi, la situazione contemporanea in Ucraina.

Il gruppo è nato nel 2004, mentre si viveva uno stallo nel dialogo cattolico ortodosso che si centrava proprio sul problema dell’uniatismo. L’iniziativa di avviare il gruppo di lavoro era stata presa dall’Istituto Ecumenico Adam Moehler di Paderborn, con l’intento di riunire un gruppo di teologi cattolici e ortodossi per approfondire gli aspetti più problematici che ancora dividono le loro chiese.

Nei quattro giorni di presenza in Serbia, il gruppo ha ricevuto l’accoglienza di Sua Grazia Dimitrije, vescovo di Zahum, dell’Erzegovina e del Litorale; hanno potuto visitare il monastero Tvrdos; hanno visitato Dubrovnik e hanno partecipato alla Messa nella cattedrale della città; hanno partecipato alla Divina Liturgia della cattedrale ortodossa di Trebinje.

Tra le riflessioni scaturite dall’incontro, si legge in un comunicato del gruppo, c’è l’idea che “polarizzare la distinzione tra unità e scisma è una ipersemplifcazione”, perché “c’è uno spettro molto più ampio nel quale gradi di maggiore o minore prossimità possono essere percepiti”. Si tratta di una unità che “non significa uniformità, ma include diverse forme di comunione, che possono essere descritte con concetti differenti”.

Per questo, l’unità si può descrivere “distinguendo vari livelli”, da quello essenziale, a quello strutturale a quello potenziale che “sviluppa modi di unità”, e questi tre livelli non possono essere mescolati, ma nemmeno presi separatamente l’uno dall’altro”.

Da qui deriva anche il fatto che “l’unità non può essere determinata solamente attraverso i criteri formali abituali, ma può anche essere trovata in una esperienza comunionale e spirituale che può in qualche modo trascendere le limitazioni confessionali”, mentre “il tema dell’unità e dello scisma richiede molte ulteriori ricerche”.

Il gruppo ha poi analizzato unità e risoluzione dei conflitti nell’Antico Testamento, è arrivato alla conclusione che anche nella tradizione della Chiesa “il concetto di unità dipende da certe presupposizioni filosofiche, culturali e storiche non necessariamente identiche a quelle della Chiesa originaria”, mentre “il concetto di scisma copre un vasto spettro di eventi nella storia della Chiesa che prima o poi si chiudono in una divisione nella Chiesa”. Per esempio, nei primi secoli “scisma ed eresia” erano concetti intercambiabili, e solo dopo si è fatta una distinzione tra i due concetti.

Il teologi del gruppo Sant’Ireneo hanno anche studiato l’esempio dei conflitti tra Greco Cattolici e Cattolici di rito latino in Polonia e Ucraina nel XX secolo, cosa che mostra “quanto forte le questioni di storia, politica e identità possano pesare sulle interrelazioni anche all’interno della stessa Chiesa”.

Come detto, si è parlato anche dello “scisma ortodosso” che si è consumato in Ucraina, sottolineando che “una risoluzione duratura della questione dipenderà in qualche modo dalla consultazione e il dialogo tra le Chiese di Costantinopoli e Mosca”, dialogo che dovrebbe coinvolgere “anche altre Chiese, non abbracciando solo le tensioni attuali, ma anche questioni teologiche fondamentali, come la natura dello scisma e dell’unità ortodossa.

II gruppo ha poi proposto una “definizione di lavoro” che definisca e descriva i gradi di unione e separazione; di porre particolare attenzione non solo ai fattori che hanno contribuito alla nascita dello scisma, ma anche e specialmente alle varie pressioni che reificano e rinforzano lo scisma; di considerare come curare la memoria, e in particolare di mettere in atto una “re-immaginazione creativa dello stato di separazione tra Cattolici e Ortodossi”.

Il prossimo incontro del gruppo Sant’Ireneo si terrà a Roma nel 2020.

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