Città del Vaticano , 27 September, 2019 / 10:00 AM
Non tutti sanno che alla fine del 1963 Karol Wojtyła, insieme ad altri partecipanti al Concilio Vaticano II, dopo la seconda sessione del Concilio, fecero un pellegrinaggio in Terra Santa. I padri sinodali visitarono anche la Grecia e si soffermarono sull'Areopago ateniese. È in questo luogo che 2000 anni prima san Paolo di Tarso predicò, come viene descritto negli Atti degli Apostoli: “Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dei. Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione: Ad un dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio”. Karol Wojtyła, incantato dai monumenti greci e, soprattutto, colpito dall'importanza dei risultati del Concilio, tornò con il pensiero all'Areopago qualche anno dopo - nel 1965 o all'inizio del 1966 - e iniziò a scrivere le sue riflessioni: si dedica alla meditazione biblica, segue le orme di san Paolo e parola per parola esamina il sermone dell'Apostolo agli ateniesi. Ecco come nasce una serie di 13 lezioni, al centro delle quali si trova un altare con la scritta "dio ignoto". Wojtyła scrisse tutto a mano ma solo recentemente sono stati ritrovati questi preziosi fogli manoscritti, 39 in totale. Su ogni pagina, in alto a sinistra compare l’incipit AMDG (Ad Majorem Dei Gloriam: Per la maggior gloria di Dio); oppure J+M: «Gesù Maria»; o il monogramma composto dalle lettere greche chi e rho, che significa Gesù Cristo (dal greco Xριςτος).
Nel 2018, per celebrare il 40° anniversario della elezione di Karol Wojtyła a Papa, le catechesi dell’Areopago sono state pubblicate in lingua polacca. Quest’anno tali testi vengono pubblicati in italiano grazie al meritevole impegno della Libreria Editrice Vaticana – Dicastero per la Comunicazione, con un titolo “Cristo, la Chiesa e il Mondo. Catechesi dell’Areopago”. Il valore delle catechesi del futuro papa è enorme e con il passare del tempo i suoi scritti acquistano ancora più significato e rilevanza. In essi si trovano molti argomenti che hanno determinato successivamente il pontificato di Giovanni Paolo II. L'arcivescovo di Cracovia riflette sulla verità, la libertà e il rapporto del cristianesimo con le altre religioni. Soprattutto, le meditazioni bibliche servono per scoprire l'essenza della religione e della fede.
Nella Presentazione al volume il card. Stanisław Dziwisz, Arcivescovo emerito di Cracovia e segretario personale del Pontefice, parla dell’importanza di questo testo pubblicato “in questo particolare momento storico in cui tutti sentiamo nuovamente la necessità di una catechesi profonda e generale sulle verità della fede, di una catechesi che in modo completo ci introduca nel mistero dell’opera di Dio nella nostra storia umana”. Le catechesi raccolte mostrano la dimensione mistica di Giovanni Paolo II e il suo dialogo con Dio mediante la preghiera continua e silenziosa. “La profondità di questi testi” - sottolinea ancora il card. Dziwisz “riflette perfettamente la sua straordinaria concezione del mondo dal punto di vista della comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo”. Attraverso queste meditazioni sarà possibile “avvicinarsi al mistero di Dio che San Paolo predicò in Grecia e Giovanni Paolo II – sulle sue orme – ha portato in quasi tutte le parti del mondo”. Questa lettura è un modo per “ri-conoscere” in profondità la persona del Papa Polacco e per constatare “la sua fede operosa per mezzo della speranza e della carità”.
Va riconosciuto anche il brillante lavoro della dott.ssa Marta Burghardt, curatrice dei testi, che ha fornito l’analisi storico-filologica del manoscritto originale pubblicata alla fine del libro, e il contributo di Gilfredo Marengo, Ordinario di Antropologia Teologica, del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II, che ha fornito la guida alla lettura.
Il volume “Cristo, la Chiesa e il mondo. Catechesi dell’Areopago di Karol Wojtyła – san Giovanni Paolo II” è stato presentato a Roma il 26 settembre presso la Sala Marconi di Palazzo Pio dal card. Luis Francisco Ladaria Ferrer, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. Giovanni Battista Re, Prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi; Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede.
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