Città del Vaticano , 13 September, 2019 / 1:00 AM
Papa Francesco scrive una Lettera a Bartolomeo I, Arcivescovo di Costantinopoli, Patriarca per accompagnare il dono di alcune reliquie di San Pietro, consegnate alla Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli nella Festa di San Pietro e Paolo. Il motivo della lettera a Bartolomeo- datata 30 agosto 2019 - è spiegato dal Pontefice stesso: "Ho pensato spesso di scriverLe per spiegare in maniera più completa il dono di alcuni frammenti delle reliquie dell’Apostolo Pietro".
"Lei sa bene - scrive il Papa a Bartolomeo - che l’ininterrotta tradizione della Chiesa Romana ha sempre testimoniato che l’Apostolo Pietro, dopo il suo martirio nel Circo di Nerone, sia stato sepolto nell’adiacente necropoli del Colle Vaticano. La sua tomba divenne presto meta di pellegrinaggi per i fedeli di ogni parte del mondo cristiano. In seguito, l’Imperatore Costantino fece erigere la Basilica Vaticana dedicata a San Pietro sul sito della tomba dell’Apostolo. Nel giugno 1939, immediatamente dopo la sua elezione, il mio predecessore, Pio XII, decise di iniziare gli scavi sotto la Basilica Vaticana. I lavori portarono inizialmente alla scoperta del luogo esatto della sepoltura dell’Apostolo e successivamente, nel 1952, alla scoperta sotto l’altare maggiore della Basilica di una nicchia funeraria accostata a un muro rosso risalente all’anno 150 e coperta di numerosi, preziosi graffiti, compreso uno di importanza fondamentale che recita, in greco, Πέτρος ενι".
Francesco continua raccontando la storia del reliquiario: "Questa nicchia conteneva ossa che ragionevolmente possono essere considerate quelle dell’Apostolo Pietro. Di queste reliquie, che ora sono custodite nella Necropoli sotto la Basilica di San Pietro, il Santo Papa Paolo VI ne volle conservare nove frammenti per la cappella privata dell’appartamento papale nel Palazzo Apostolico. Questi nove frammenti erano stati posti in un reliquiario di bronzo con l’iscrizione Ex ossibus quae in Archibasilicae Vaticanae hypogeo inventa Beati Petri apostoli esse putantur: Ossa trovate nella terra sotto la Basilica Vaticana, ritenute le ossa di San Pietro Apostolo”.
"Mi è venuto in mente il dono che il Patriarca Atenagora fece a Papa Paolo VI - scrive ancora il Papa nella lettera - un’icona che rappresentava i due fratelli Pietro e Andrea mentre si abbracciavano, uniti nella fede e nell’amore per il loro Signore comune. Questa icona, che per volontà di Papa Paolo VI è oggi esposta nel Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, è diventata per noi segno profetico della restaurazione di quella comunione visibile tra le nostre Chiese alla quale noi aspiriamo e per la quale preghiamo e lavoriamo con fervore".
Francesco infine conclude: "Questo gesto vuole essere una conferma del cammino che le nostre Chiese hanno compiuto per avvicinarsi tra di loro: un cammino a volte impegnativo e difficile, eppure accompagnato da evidenti segni della grazia di Dio.La riunificazione delle reliquie dei due fratelli Apostoli potrà essere anche un richiamo costante e un incoraggiamento perché, in questo cammino che continua, le nostre divergenze non siano più un ostacolo alla nostra testimonianza comune e alla nostra missione evangelizzatrice al sevizio della famiglia umana, che oggi è tentata di costruire un futuro puramente mondano, un futuro senza Dio".
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