Cracovia, 28 August, 2019 / 4:00 PM
Il 1 ° agosto in Polonia è un giorno particolare: l’anniversario dell’inizio dell’insurrezione di Varsavia nel 1944 contro gli occupanti tedeschi, l’ultimo atto di lotta per l’indipendenza della Polonia.
I soldati dell’armata clandestina (AK) combatterono eroicamente per due mesi contro i tedeschi che disponevano di un’enorme supremazia militare. Dall’altra parte della Vistola si trovava l’Armata Rossa ma i russi fecero di tutto per far fallire l’insurrezione dei polacchi: volevano loro conquistare la capitale polacca e tutta la Polonia per imporre al Paese l’ideologia comunista. Uno degli insorti, il poeta "Ziutek" Szczepański scrisse in quei giorni drammatici la poesia profetica intitolata “Czerwony zaraza” (La peste rossa) dove prevedeva il nuovo pericolo per la Polonia: il comunismo totalitario ateo che lui paragonava alla peste.
Il 1° agosto 2019 nell’omelia della Messa in ricordo dell’insurrezione di Varsavia mons. Marek Jędraszewski, arcivescovo di Varsavia, ricordando i versi del poeta, ha detto: "Oggi sappiamo che la ‘peste rossa’ non si espande sulla nostra terra, il che non significa che non ci sia un’altra che vuole dominare le nostre anime, i nostri cuori e le nostre menti. Non marxista e bolscevica, ma nata dallo stesso spirito, neo-marxista, non rossa, ma arcobaleno". Per queste parole di grande preoccupazione per l’offensiva dell’ideologia LGBT in Polonia mons. Jędraszewski è stato attaccato e criticato aspramente. Si è arrivati anche al caso sconvolgente: la decapitazione del suo manichino durante una festa per gli omossessuali.
Ho chiesto all’Arcivescovo di Cracovia delle spiegazioni circa questi fatti preoccupanti e dolorosi.
Monsignore, potrebbe spiegarci le sue parole circa la “peste arcobaleno”?
- Queste parole sono state pronunciate da me durante l’omelia nella quale con grande dolore ho parlato degli atti pubblici di profanazione e derisione dell'Eucaristia e della Beata Vergine Maria, avvenuti durante le cosiddette “Marce sull'uguaglianza” (“Gay Pride”) tenute di recente in Polonia. I loro organizzatori stanno cercando di abituarci al fatto che non c'è santità che non può essere violata e ridicolizzata, e che la derisione delle cose sacre è qualcosa di normale, che tutto questo è una manifestazione della libertà umana e del diritto all’espressione artistica. Parlando della “peste arcobaleno”, avevo in mente anche i programmi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità riguardanti la sessualizzazione di giovani e bambini, che sarebbero stati introdotti nelle scuole e negli asili nido e che riguardano addirittura piccoli bambini di 4 anni. In Polonia alcune amministrazioni locali, in particolare nelle grandi città, vogliono attuare questi programmi dall'inizio del nuovo anno scolastico. Bisogna protestare fortemente contro questo, anche memori delle parole di Gesù stesso che ha detto: “Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare. sullo scandalo dei bambini” (cfr Mt 18, 6).
- Alcune persone che La criticavano per l'omelia affermano che l'ideologia LGBT non esiste. Lo si sente nei media: ci sono le persone LGBT, non c’è l’ideologia LGBT. Cosa risponde a riguardo?
- Naturalmente esiste l'ideologia LGBT, non c'è nessun dubbio. È un sistema di pensiero molto specifico, un certo sistema di valori (anche se bisognerebbe dire: anti-valori) che è principalmente anti-cristiano. Rifiuta esplicitamente il messaggio cristiano su Dio che ha creato un uomo a sua immagine, “maschio e femmina lì creò” e li ha chiamati alla vita coniugale e alla fertilità. E questa visione cristiana dell’uomo viene respinta, in modo molto sistematico e, direi, in modo totalitario. Gli ambienti LGBT esigono dalla società un’incondizionata accettazione della loro visione antropologica. Qualsiasi ribellione contro questa ideologia rischia di perdere il lavoro o l'esclusione da ambienti che contano. Ciò viene fatto in nome di una nuova visione del mondo, proclamata dai principali leader dell'ideologia LGBT in Polonia, addirittura parodiando le parole del Santo Padre Giovanni Paolo II.
- La gente che La attacca maliziosamente ed astutamente diffonde la menzogna che Lei ha chiamato le persone LGBT “peste arcobaleno” quando Lei si riferiva all’ideologia. Uno dei leader LGBT ha detto: "Voglio incontrare l'arcivescovo Jędraszewski per farmi dire in faccia che sono una peste arcobaleno". Cosa si può rispondere a questa gente?
- Io posso ribadire che stavo parlando non delle persone ma dell'ideologia che viene diffusa adesso anche da noi. Queste due cose devono essere chiaramente distinte. La Chiesa non condanna la persona ma condanna il male. È anche il male che prende la forma di una particolare ideologia.
- La Chiesa distingue la persona dal male, ma anche il peccatore dal peccato?
- Un peccatore è un uomo catturato dal male, più o meno consapevolmente. Il peccato grave è un peccato che l'uomo commette a causa della sua decisione libera e pienamente consapevole del male in materia seria. Questo è il peccato che la Chiesa condanna, così come faceva il Signore Gesù. Ma allo stesso tempo, il Signore Gesù - in qualità di Salvatore e Redentore del mondo - si chinò sul destino di quelle persone portando loro la speranza di potersi liberare dal male.
- Le parole della sua omelia venivano manipolate e distorte dagli ambienti LGBT, ma questo si può capire tenendo conto degli interessi ideologi di tali gruppi. Ma non dovrebbe preoccupare che anche qualche voce apparentemente cattolica La accusava di fomentare l’odio e invitare alla lotta contro altra gente?
- Non ho invitato nessuno alla lotta contro altra gente, non fomento l’odio. Questo non è vero, è una bugia. E questo indica quanto profondamente ingiuste intellettualmente siano queste accuse. E in secondo luogo, mostra come alcuni ambienti, in nome di una sorta di cecità ideologica, possano manipolare fatti ovvi, perché ciò che ho detto è stato registrato e diffuso fin dall'inizio. Adesso ho il diritto di aspettarmi delle scuse ufficiali.
- Alcuni commentatori hanno interpretato la sua presa di posizione contro l’ideologia gender come un gesto in contrasto con Papa Francesco. Alcune persone che dimostravano contro di Lei portavano la scritta con le parole del Papa: “Chi sono io per giudicare”. Cosa risponde?
- Niente di più sbagliato. La frase tanto citata del Santo Padre pronunciata durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro è estrapolata dal contesto. Il suo discorso era molto più articolato. Ecco le sue parole: “Credo che quando uno si trova con una persona così (omosessuale), deve distinguere il fatto di essere una persona gay, dal fatto di fare una lobby, perché le lobby, tutte non sono buone. Quello è cattivo. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega in modo tanto bello questo, ma dice: ‘non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società’. Il problema non è avere questa tendenza, no, dobbiamo essere fratelli, perché questo è uno, ma se c’è un altro, un altro. Il problema è fare lobby di questa tendenza: lobby di avari, lobby di politici, lobby dei massoni, tante lobby. Questo è il problema più grave per me”. Allora io ho denunciato la lobby gay che ha preso di mira la Polonia e che vuole imporre alla nostra società l’ideologia LGBT. E questo è un grave problema, come ha detto Papa Francesco.
Lui stesso doveva affrontare le azioni di tale lobby che in Argentina spingeva per far approvare la legge sui matrimoni omossessuali. Il card. Jorge Mario Bergoglio già il 17 novembre del 2009 aveva pubblicato un documento in cui scriveva: “La parola matrimonio si riferisce proprio alla qualità legittima di madre che la donna ha acquisito attraverso il matrimonio. Si è spesso erroneamente tentato di associare il termine matrimonio al sacramento cattolico con lo stesso nome, ma non si ricorda mai che la parola e la realtà che vuole esprimere, è stata consacrata dal diritto romano, molto prima che il cristianesimo apparisse nella storia dell’umanità”. Invece nel periodo delle discussioni al Senato argentino su questo provvedimento il Cardinale scrisse il 22 giugno 2010 una lettera indirizzata alle suore carmelitane dei quattro monasteri di Buenos Aires, dove si leggeva, tra l’altro: “È in gioco qui l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori”. Perciò, aggiungeva: “Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una «mossa» del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio”.
- La sua omelia è scomparsa dal profilo di Radio Maryja su YouTube, anche se dopo le proteste è stata successivamente ripristinata. In Polonia i cattolici cominciano a perdere il lavoro a causa degli atteggiamenti ritenuti “omofobi” (il caso di un operaio che citando la Bibbia si è opposto alla propaganda LGBT lanciata da IKEA), dalle multinazionali vengono lanciate le campagne pubblicitarie per promuovere relazioni omosessuali, vengono richieste clausole speciali per non escludere le persone LGBT. Queste sono manifestazioni di un totalitarismo ideologico?
- Alcune proposizioni intellettuali moderne, ad esempio la ideologia di genere, sono davvero sorprendenti. Fino a poco tempo fa sembrava qualcosa di ovvio il fatto che si è uomo o donna e ciò non potesse essere negato. Invece oggi si nega tale ovvietà e, per alcuni, lo si deve negare. Molto dipende se ci piegheremo a questa pressione totalitaria. L'esempio dell'Ungheria mostra che si può resistere: la Coca-Cola, a causa della resistenza dei suoi abitanti, che non sono affatto cattolici, ha dovuto smettere di fare la propaganda LGBT perché le persone hanno respinto questa ideologia in nome del buon senso. Pertanto, è necessaria una grande e continua mobilitazione sociale, che metterà una chiara diga su questo male che vuole impadronirsi delle nostre menti e dei nostri cuori.
- Lei ha ricevuto tanti segni di solidarietà da parte di semplici cattolici e dai vescovi polacchi ma anche da tanti confratelli vescovi, rappresentanti delle Conferenze Episcopali della Slovacchia, dell’Ungheria, dell’Ucraina e della Repubblica Ceca. Che cosa significa per Lei, Eccellenza, avere questo appoggio dei confratelli vescovi dei Paesi vicini?
- Le parole di supporto e di vicinanza non sono solo estremamente importanti per me ma prima di tutto confermano l'unità dei vescovi di tutti quei Paesi, che seguono fermamente il vero insegnamento della Chiesa cattolica. Inoltre, queste sono le voci dei vescovi che sono pastori delle Chiese che fino a 30 anni fa subirono persecuzioni, a volte terribili, da parte del sistema comunista totalitario ateo. Tutti sanno bene che nella Russia sovietica, già ai tempi di Lenin, l'aborto fu legalizzato e iniziò una lotta sistematica contro la famiglia come un'istituzione sociale tradizionale. Dal 1945 questa lotta contro la famiglia fu estesa ai Paesi dell'Europa centrale e orientale. Siamo usciti recentemente dalla situazione di enormi ferite nella vita sociale ed adesso emergono minacce simili: questa volta non vengono dall'est, ma dall'ovest, dall’Occidente. Tuttavia, le radici di queste minacce sono le stesse: neo-marxiste e totalitarie.
Le Migliori Notizie Cattoliche - direttamente nella vostra casella di posta elettronica
Iscrivetevi alla newsletter gratuita di ACI Stampa.
La nostra missione è la verità. Unisciti a noi!
La vostra donazione mensile aiuterà il nostro team a continuare a riportare la verità, con correttezza, integrità e fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.
Donazione a CNA