Roma, 16 August, 2019 / 12:30 AM
Il 16 agosto 1939 presso l'istituto “Regina Elena” a Roma, spirava fratel Luigi Maria Chmel del SS.Crocifisso, appartenente all'Ordine dei Frati Agostiniani Scalzi. Aveva 25 anni.
Ricordare questo religioso, a distanza di ottanta anni esatti da quella data, è raccontare la vita di un autentico figlio di Sant'Agostino, che ha segnato, con la propria ascesi, il cammino verso il Regno dei cieli.
Andrea Chmel, così si chiamava prima di emettere la professione religiosa, nacque il 17 ottobre 1913 a Spisska Stara Ves, in Slovacchia, da Giovanni Chmel ed Agnese Kurpiel.
Quinto di otto figli, è un bambino buono e particolarmente unito alla sua famiglia. Compiuti gli studi superiori in Polonia conseguì la licenza liceale. Era il 1934.
Visto il suo amore alla preghiera ed alla vita religiosa, fece domanda per entrare nell'Ordine agostiniano ed all'età in cui, a tutti i giovani si schiudono i sogni del futuro, a questo ragazzo si aprirono le porte del convento degli Agostiniani Scalzi di Lnare, nella odierna Repubblica Ceca.
Innamorato della vita, equilibrata e di profonda preghiera, fece il noviziato nel convento di Santa Maria Nuova, in provincia di Roma. In questo luogo, apprese l'amore alla Regola agostiniana, che fa della moderazione e della meditazione il centro dell'amore del Padre per il mondo
Il 25 dicembre 1936, giorno in cui si celebra il Natale del Signore, emise la professione religiosa divenendo, per sempre, fratel Luigi Maria.
Inviato presso lo studentato dell'Ordine, presso la chiesa di Gesù e Maria in via del Corso, in tale convento iniziò il proprio curriculum di studi, per giungere all'ordinazione sacerdotale.
I confratelli che vissero con lui lo ricordano come un religioso silenzioso, di molta preghiera ma soprattutto di grande esempio. Amando la vita religiosa la viveva con impegno e spontaneità e ciò era lodato, anche da parte dei compagni. Osservante della Regola la impersonava con l'amore di un figlio che ama le parole della propria madre e non solo per obbligo.
Animo contemplativo era puntuale nella quotidianità dei propri impegni ed in questi era molto zelante. Amante della Madonna non passava circostanza, nella quale non la onorava e la pregava.
Ammalato di cancro alla tiroide, durante il secondo anno della propria formazione, accettò serenamente la malattia.
All'epoca del religioso non esistevano molte cure e la medicina di quel tempo conosceva pochi rimedi, in relazione a questa difficile patologia. Fratel Luigi deve aver molto sofferto, ma deve anche aver unito la propria sofferenza a quella del Cristo, nella dura notte del Getsemani.
I medici del nosocomio nel quale fu ricoverato ed i vari malati rimasero benevolmente meravigliati dalla mitezza e serenità con la quale accettò il proprio futuro.
Spesso lo si sentiva ripetere “Gesù, sii il mio Gesù” oppure “Gesù tutto per te!”. Con l'animo perfettamente unito al Cristo ed alla Vergine Maria serenamente spirò il 16 agosto 1939.
Ottimo religioso, con la sua testimonianza, ha dato concretezza a quell'amore a Dio ed alla vita religiosa che non sa solo di eroicità, ma di santità. Quella vissuta nel silenzio, operoso e fattivo, per la costruzione del Regno di Dio sulla terra.
Sant'Agostino, in un commento all'epistola ai Parti di San Giovanni scrive che “ogni uomo è ciò che ama; ami la terra sarai terra, ami Dio dovrei concludere: tu sarai Dio”.
E fratel Chmel ha amato il Padre, con la sua breve ma intensa vita.
Il suo corpo riposa in una cappella nella chiesa di Gesù e Maria, in via del Corso a Roma.
E' in corso il processo di canonizzazione presso la Congregazione per le Cause dei Santi.
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