Roma, 31 July, 2019 / 11:00 AM
Promosso dall’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Locale Roma 1, il progetto "infermiere di parrocchia" partirà a settembre in Piemonte, Lazio e Basilicata. Ma di cosa si tratta?
Per spiegare in concreto il progetto, di durata quinquennale, basta immaginare quegli anziani soli che rinunciano alle cure per difficoltà economiche o perché non sanno a chi rivolgersi, o ancora perché non hanno chi li possa accompagnare nelle strutture sanitarie. Grazie alla rete di solidarietà della parrocchia potranno invece essere messi in contatto con un infermiere della Asl per capire (e risolvere) i loro bisogni di salute e cura.
Tra gli obiettivi, si legge nel testo dell’accordo, c’è quello di "ascoltare, informare e orientare le persone all’interno della rete dei servizi socio-sanitari territoriali delle aziende sanitarie locali; facilitare i percorsi di accesso alle cure o all’assistenza, interfacciandosi con i distretti sanitari e i vari servizi territoriali di prossimità; intercettare gli “irragginuti” e favorirne il contatto con la rete; favorire azioni di promozione della salute e del benessere della comunità".
Segnalando questa intesa come "modello di collaborazione tra pubblico e privato", don Angelelli, firmatario dell'intesa, ha indicato le due fasi del progetto: quella nazionale e quella regionale. Nell’ambito della prima viene evidenziata "la costituzione della Consulta nazionale per i servizi sanitari di prossimità e del gruppo di coordinamento tecnico del progetto". La seconda fase, invece, partirà da settembre, quando nelle diocesi di Alba, Roma e Tricarico prenderà il via la sperimentazione.
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