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Basilica di Santa Maria Novella, Michelangelo la chiamava "La mia sposa"

Capolavori straordinari, tra cui la Trinità di Masaccio, gli affreschi del Ghirlandaio nella Cappella Tornabuoni e il Crocifisso di Giotto. Sono queste alcune delle opere che si trovano nella Basilica di Santa Maria Novella a Firenze.

Giotto, Duccio di Buoninsegna, Brunelleschi, Botticelli, Masaccio, Domenico Ghilrlandaio, Filippino Lippi, Giorgio Vasari, Paolo Uccello e persino Michelangelo. Questi sono solo alcuni dei nomi associati con la ricchissima storia artistica e religiosa del complesso
La basilica di Santa Maria Novella è una delle più importanti chiese di Firenze e sorge sull'omonima piazza, a pochi passi dalla stazione. Se Santa Croce era ed è un centro antichissimo di cultura francescana e Santo Spirito ospitava l'ordine agostiniano, Santa Maria Novella era per Firenze il punto di riferimento per i domenicani.

La sua costruzione fu iniziata nel 1246 e completata nella prima metà del 1300 da Jacopo Talenti: la bellissima facciata fu ripresa nella metà del XV secolo da Leon Battista Alberti. La decorazione interna è stata curata dai maggiori artisti del XIV secolo. La cura e la bellezza dei suoi ornamenti può essere riassunta con il nome di Michelangelo il quale chiamava la chiesa di Santa Maria Novella "La mia sposa".

La facciata marmorea di Santa Maria Novella è fra le opere più importanti del Rinascimento fiorentino, pur essendo stata iniziata in periodi precedenti. Venne completata definitivamente solo nel 1920.

Facendoci caso, si nota come la facciata di Santa Maria Novella sia adorna di due curiosi oggetti: una sfera armillare ed una meridiana. Si tratta di due strumenti astronomici impiantati all’ epoca del Granducato di Cosimo I, dal Padre Egnazio Danti, illustre matemtico, astronomo e cosmografo, che si serviva dell’ armilla e dell’ orologio solare per lo svolgimento degli studi che andava conducendo. I suoi studi saranno fondamentali quando verrà nominato dal pontefice Gregorio XIII a far parte della commissione per la riforma del calendario giuliano.
Come in tutti i conventi dei Predicatori Domenicani, anche a Santa Maria Novella la preghiera, lo studio e l’attività di evangelizzazione si integrarono in maniera armonica.

Oggi i Domenicani continuano a svolgere un importante ruolo spirituale e culturale accogliendo nella loro basilica visitatori e fedeli desiderosi di conoscere la loro storia ed il loro carisma.

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