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1939, la prima enciclica di Pio XII e l'incubo della guerra

80 anni fa iniziava il lungo ed intenso pontificato di Papa Pio XII, eletto dai cardinali successore di Pietro nel marzo 1939. E in quello stesso anno il Papa - pochi giorni dopo l’inizio della Seconda Guerra Mondiale - pubblicava la sua prima - di 40 - enciclica: la Summi Pontificatus.

Nel testo il Papa denuncia i totalitarismi atei e il sempre maggiore agnosticismo che si stava impadronendo nel mondo.

Ma il pensiero di Pio XII corre alla guerra scoppiata agli inizi di settembre. Nell’enciclica - pubblicata il 20 ottobre - il Papa scrive: “nel momento in cui scriviamo queste righe, Ci giunge la spaventosa notizia, che il terribile uragano della guerra, nonostante tutti i Nostri tentativi di deprecarlo, si è già scatenato. La Nostra penna vorrebbe arrestarsi, quando pensiamo all'abisso di sofferenze di innumerevoli persone, a cui ancora ieri nell'ambiente familiare sorrideva un raggio di modesto benessere. Il Nostro cuore paterno è preso da angoscia, quando prevediamo tutto ciò che potrà maturare dal tenebroso seme della violenza e dell'odio, a cui oggi la spada apre i solchi sanguinosi. Ma proprio davanti a queste apocalittiche previsioni di sventure imminenti e future, consideriamo Nostro dovere elevare con crescente insistenza gli occhi e i cuori di coloro, in cui resta ancora un sentimento di buona volontà verso l'Unico da cui deriva la salvezza del mondo, verso l'Unico, la cui mano onnipotente e misericordiosa può imporre fine a questa tempesta, verso l'Unico, la cui verità e il cui amore possono illuminare le intelligenze e accendere gli animi di tanta parte dell'umanità, immersa nell'errore nell'egoismo, nei contrasti e nella lotta, per riordinarla nello spirito della regalità di Cristo”.

“Il mondo e tutti coloro che sono colpiti dalla calamità della guerra - aggiungeva Pio XII - devono sapere che il dovere dell'amore cristiano, cardine fondamentale del regno di Cristo, non è una parola vuota, ma una viva realtà. Un vastissimo campo si apre alla carità cristiana in tutte le sue forme. Abbiamo piena fiducia che tutti i Nostri figli, specialmente coloro che non sono provati dal flagello della guerra, si ricordino, imitando il divino Samaritano, di tutti coloro che, essendo vittime della guerra, hanno diritto alla pietà e al soccorso”.

La chiesa cattolica, città di Dio - assicurava il Papa - sta come una beata visione di pace sopra il vortice di errori e passioni e aspetta il momento in cui la mano onnipotente di Cristo re sederà la tempesta e bandirà gli spiriti della discordia che l'hanno provocata. Quanto sta in Nostro potere per accelerare il giorno in cui la colomba della pace su questa terra, sommersa dal diluvio della discordia, troverà dove posare il piede, Noi continueremo a farlo, fidando in quegli eminenti uomini di stato che prima dello scoppio della guerra si sono nobilmente adoperati per allontanare dai popoli un tanto flagello; fidando nei milioni di anime di tutti i paesi e di tutti i campi, che invocano non solo giustizia, bensì anche carità e misericordia; ma soprattutto fidando in Dio onnipotente”.

Dio può tutto - concludeva Pio XII - al pari della felicità e delle sorti dei popoli, tiene nelle sue mani anche gli umani consigli e, in qualsiasi parte egli voglia, dolcemente li inclina: anche gli ostacoli per la sua onnipotenza sono mezzi a plasmare le cose e gli eventi e a volgere le menti e i liberi voleri ai suoi altissimi fini”.

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