Roma, 08 August, 2015 / 1:00 AM
“Per far ripartire il lavoro va fatto un piano di politiche industriali, denominandolo Italia 2020, che porti a concentrare investimenti e ricerca su settori forieri di nuova occupazione e di sviluppo sostenibile”. E’ l’invito delle Acli per il Governo. “Lo sforzo per delle politiche attive si deve sostanziare in un piano di formazione permanente e riqualificazione professionale”, spiega Stefano Tassinari, vice presidente della realtà cattolica.
Inoltre, “va rilanciato il tema della partecipazione dei lavoratori alle scelte aziendali, e non va dimenticato che tra i settori dove può crescere l'occupazione ci sono i servizi alla persona. Sarebbe importante inserire un bonus sociale, una forma di detrazione o credito di imposta (simile al positivo "eco bonus") per famiglie o per lavoratori (da inserire nei contratti) a favore dell'acquisto di servizi di cura o educativi integrativi”.
Tra le proposte delle Acli anche alcuni aggiustamenti ai decreti attuativi del Jobs Act, tra cui, “sostenere e monitorare le misure sulle politiche attive del lavoro, i controlli a distanza passino dalla contrattazione e la semplificazione della sicurezza non riduca la prevenzione”.
“Serve un dialogo sociale nuovo – spiega Stefano Tassinari, che per le Acli è anche responsabile Economia e Lavoro - che metta al primo posto le scelte da fare per una idea di Paese; per ridare fiato al lavoro, inteso non solo come occupazione, ma come patto che genera fiducia e qualità del futuro di tutti, creando un'alleanza, un circolo virtuoso, tra crescita della qualità del lavoro e delle condizioni di chi lavora e crescita della qualità e della sostenibilità dell'economia”.
Oltre alla necessità di attivare “una staffetta solidale tra giovani che entrano part time e lavoratori anziani che anticipano la pensione in forma part time con regole pre ''fornero'”, continua il dirigente aclista, “non bisogna disperdere le risorse nel detassare tutto e tutti, ma concentrarsi su investimenti in scelte strategiche che danno fiducia perché incarnano e immaginano un Paese migliore per tutti, che puntano ad una alleanza tra crescita della qualità della vita e del lavoro da un lato e crescita di una economia di qualità dall'altro”.
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