Varsavia, 12 July, 2019 / 3:00 PM
Sono 4,3 milioni l’anno i pellegrini che vanno verso Czestochowa, al santuario della Madonna Nera. E tra questi ci sono anche i partecipanti al Pellegrinaggio di Varsavia, che si tiene per le 308esima volta e che è stato presentato lo corso 11 luglio in una conferenza stampa presso la sede della Conferenza Episcopale Polacca.
Nell’occasione, il vescovo Arthur Mizinski, segretario generale della Conferenza Episcopale Polacca, ha sottolineato che “il cristiano è un homo viator, sempre in cammino. Tutta la nostra vita è un grande pellegrinaggio, siamo in cammino verso la strada del Padre”.
Quest’anno, il motto del pellegrinaggio è “Nostra Signora di Jasna Gora, made della vita”. Il motto è particolarmente attuale per via della vicenda di Vincent Lambert, tetraplegico dopo un incidente, morto in Francia l’11 luglio dopo che gli sono state sospese almentazione e idratazione. Ma si può leggere anche un riferimento ai dibattiti in Polonia, dove una legge sull’aborto eugenetico è stata scongiurata lo scorso gennaio.
Si pregherà anche per la betificazione del Cardinale Stefan Wyszynski, di cui Papa Francesco ha attestato le virtù eroiche il 19 dicembre 2017. È anche l’occasione del 40esimo anniversario del primo pellegrinaggio di San Giovanni Paolo II in Polonia
Padre Marek Tomczyk guida il pellegrinaggio. Ha sottolineato in conferenza stampa che sono stati circa 834 mila i polacchi che hanno preso parte a 200 pellegrinaggi a Jasna Gora.
Il pellegrinaggio è parte dell’identità polacca: 7 miloni di polacchi visitano luoghi di culto ogni anno, e il 32 per cento dei polacchi dichiara di aver partecipato ad un pellegrinaggio almeno una volta nella vista.
Dei 500 santuari in Polonia, quello della Madonna di Czestochowa è il più famoso: il 69 per cento dei pellegrini polacchi va lì.
Jasna Gora significa “monte chiaro” e lì è conservata l’icona della Madonna di Czestochowa, che la leggenda vuole sia stata dipinta da San Luca in persona. I polacchi hanno dato a Czestochowa il titolo di “Capitale della Corona di Polonia”, e tutti i re, tranne re Stanislao Poniatowski, vi hanno reso omaggio. Il santuario è stato fondato da Luigi I di Ungheria e dal suo collaboratore di Corte Ladislao di Opole.
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