Città del Vaticano , 04 August, 2015 / 6:52 PM
Lo scorso anno la piazza era piena, ma stavolta i chierichetti del pellegrinaggio romano dei CIM sono circa diecimila. Troppo pochi per fare una vera “onda” come lo scorso anno all’ arrivo del Papa, ma abbastanza per creare la festa intorno a Francesco.
Dopo qualche ora al sole a cantare animati dagli stessi vescovi i ragazzi hanno accolto il Papa che è arrivato in auto scoperta per poter salutare tutti, alle 18.00. Qualcuno è anche salito sulla auto del Papa per fare il giro con lui della piazza più di una volta.
Dopo il saluto del vescovo Nemet Presidente del CIM che ha presentato in tedesco il pellegrinaggio e il motto di quest’ anno “Eccomi, manda me”, una frase del profeta Isaia, ricordando che molti vengono da paesi come l’ Ucraina, ha dato il fazzoletto del pellegrinaggio al Papa che lo ha indossato.
Poi il Papa ha guidato la recita del Vespro in latino e tedesco, assistito proprio da alcuni dei partecipanti al pellegrinaggio e accompagnato dai canti e della musica dei gruppi dei ministranti.
Infine la riflessione del Papa che ha ringraziato i ragazzi che hanno “sfidato il sole romano d’agosto.”
Il Papa ha spiegato che “la prossimità e familiarità con Gesù Eucaristia nel servire all’altare, diventa anche l’occasione per aprirsi agli altri, per camminare insieme, per scegliere mete impegnative e trovare le forze per raggiungerle.” E anche se si è piccoli e deboli “con l’aiuto di Gesù, possiamo essere rivestiti di forza e intraprendere un grande viaggio nella vita in sua compagnia.”
Così come ha fatto Isaia ha portato al “popolo la parola di Dio, divenendo strumento della presenza e della misericordia divina. Isaia scopre che, ponendosi con fiducia nelle mani del Signore, tutta la sua esistenza ne viene trasformata.” E Isaia scopre che “è Dio a fare la prima mossa, ad avvicinarsi per primo; egli si accorge che l’azione divina non viene impedita dalle sue imperfezioni, che è unicamente la benevolenza divina a renderlo idoneo alla missione”. Con la forza dei Sacramenti “sperimentate l’intima vicinanza di Gesù, la dolcezza ed efficacia della sua presenza.”
Non un Dio lontano e “la sua Parola non fa vibrare gli stipiti delle porte ma le corde del cuore.”
Ma Dio rimane “sempre immensamente più grande ed oltre le nostre capacità di comprenderne l’intima essenza” e che l’iniziativa è sempre di Dio ed lui ad “attendere con pazienza la risposta alla sua iniziativa e ad offrire perdono a chiunque glielo chiede con umiltà.”
Il Papa spiega ai ragazzi che “siamo invitati a non rimanere chiusi in noi stessi, custodendo la nostra fede in un deposito sotterraneo nel quale ritirarci nei momenti difficili. Siamo invece chiamati a condividere la gioia di riconoscersi scelti e salvati dalla misericordia di Dio, ad essere testimoni che la fede è capace di dare nuova direzione ai nostri passi, che essa ci rende liberi e forti per essere disponibili e idonei alla missione.”
Infine il Papa parla della missionarietà della fede, “ministranti e ministrante missionari, così vi vuole Gesù!” Perché “ più sarete vicini all’altare, più vi ricorderete di dialogare con Gesù nella preghiera quotidiana, più vi ciberete della Parola e del Corpo del Signore e maggiormente sarete in grado di andare verso il prossimo portandogli in dono ciò che avete ricevuto, donando a vostra volta con entusiasmo la gioia che vi è stata donata.” Infine il grazie del Papa per un servizio che è “ una palestra di educazione alla fede e alla carità verso il prossimo”.
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