Abu Dhabi, 20 June, 2019 / 10:00 AM
A poco più di 200 chilometri ad Ovest di Abu Dhabi, c’è l’isola di Sir Bani Yas. Ed è lì che sorge il complesso che include una chiesa e un monastero, il più antico sito cattolico degli Emirati Arabi Uniti che prende il nome proprio dall’isola. Dopo vari anni, è stato riaperto al pubblico.
La decisione di riaprire il sito è parte del lavoro del governo per mostrare il volto tollerante degli Emirati Arabi Uniti. Volto che ha è stato particolarmente mostrato in occasione della visita di Papa Francesco lo scorso febbraio. Papa Francesco ha firmato proprio ad Abu Dhabi la Dichiarazione sulla Fraternità Umana che ora dona ad ogni capo di Stato e di governo.
L’inaugurazione del sito di Sir Bani Yas è avvenuta lo scorso 13 giugno e c’era appunto Sheikh Nayan bin Mubarak, ministro della Tolleranza, insieme ad archeologi, esperti e personalità cattoliche locali. Era presente anche il vescovo Paul Hinder, vicario apostolico per l’Arabia Meridionale.
Il complesso è stato scoperto nei primi anni Novanta, risale al 6/700 dopo Cristo ed è stato costruito su una zona in cui sono stati trovati anche strumenti di selce risalenti al neolitico e una struttura in pietra dell’età del bronzo.
Si tratta di un sito di “enorme significato e grande valore storico”, ha sottolineato il ministro Nahayan. In particolare, il sito godeva della particolare attenzione di Shakik Zayed bin Sultan al Nahyan, fondatore degli Emirati Arabi Uniti.
Nell’area ci sono anche i resti di un complesso probabilmente nestoriano che ospitava decine di monaci.
L’inaugurazione si inserisce, appunto nelle iniziative dell’Anno della Tolleranza, la cui iniziativa più grande è stata la Conferenza Internazionale sulla Fraternità umana cui ha partecipato anche Papa Francesco.
Il vescovo Paul Hinder ha detto di non essere a conoscenza “dell’esistenza di una chiesa negli Emirati così indietro nel tempo”, e ha affermato che la presenza della chiesa nota “la tolleranza reciproca notevole” presente nell’area.
Il complesso di Sir Bani Yas include una chiesa, un dormitorio, un cimitero e un refettorio ed è stata scoperta nel 1992. I monaci erano parte delle comunità cristiane oltre i confini dell’Impero Romano e il sito ha continuato a prosperare anche dopo la diffusione dell’Islam nella Regione.
Il piano per preservare la chiesa era parte di un piano più ampio di gestione dell’isola.
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