Questo viaggio di Papa Francesco a Dubai resterà certamente nella storia. Infatti è la prima volta di un Papa ad una conferenza organizzata delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che mettono “ a rischio la vita sulla Terra, specialmente le future generazioni”.
In una recente intervista, Papa Francesco ha lasciato palesare l’idea di poter andare in Papua Nuova Guinea, un viaggio che era progettato per il 2020e che poi non si poté fare per via della pandemia. In un’altra occasione, il Papa aveva detto che pensava di andare in Kosovo a novembre, anche se niente era deciso. Ma il prossimo viaggio potrebbe anche essere negli Emirati Arabi Uniti. Un ritorno, per il Papa, che dopo la Laudate Deum potrebbe voler partecipare di persona alla COP28. L’invito c’è.
A poco più di 200 chilometri ad Ovest di Abu Dhabi, c’è l’isola di Sir Bani Yas. Ed è lì che sorge il complesso che include una chiesa e un monastero, il più antico sito cattolico degli Emirati Arabi Uniti che prende il nome proprio dall’isola. Dopo vari anni, è stato riaperto al pubblico.
“Porto nel cuore la visita che ho appena compiuto negli Emirati Arabi Uniti e la calorosa accoglienza che ho ricevuto. Ho incontrato un Paese moderno, che guarda al futuro, senza dimenticare le radici. Un Paese dove si cerca di trasformare in fatti e iniziative concrete le parole tolleranza, fratellanza, rispetto reciproco, libertà. Ho visto che anche nel deserto i fiori germogliano e crescono. E sono tornato a casa con la speranza che tanti deserti nel mondo possano fiorire”. Così Papa Francesco nel videomessaggio inviato ai partecipanti al VII World Government Summit che si sta svolgendo a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
Che le attività della sinagoga di Dubai siano divenute pubbliche non è per niente scontato. Perché, per quanto gli Emirati Arabi Uniti siano un Paese della tolleranza e la piccola comunità ebraica non abbia mai avuto problemi, c’era sempre stata una certa discrezione, dovuta al fatto che in molti, negli Emirati Arabi, fossero filo palestinesi, e poi anche ai rapporti tra Emirati Arabi Uniti e Israele.
E' la più grande Messa pubblica mai celebrata nella Penisola Arabica quella presieduta oggi dal Papa allo Zayed Sports City di Abu Dhabi. Una celebrazione, quella odierna, dedicata alla pace e alla giustizia a cui partecipano cattolici di un centinaio di nazionalità diverse e circa 4.000 musulmani.
E' iniziata l'ultima giornata negli Emirati Arabi Uniti di Papa Francesco, una giornata dedicata alla comunità cattolica. Il Papa si è recato in forma privata alla Cattedrale di Saint Joseph, ad Abu Dhabi, accompagnato dal Vicario Apostolico per l'Arabia Meridionale, Monsignor Paul Hinder.
Nel giorno in cui Papa Francesco fu insignito del Premio Carlo Magno, il 6 maggio 2016, l’Unione Europea annunciò anche la nomina di un Inviato Speciale per la Promozione della Libertà Religiosa. Fu scelto Jan Figel.
L’incontro di Papa Francesco con il presidente del Comitato dei Diritti Umani del Qatar è arrivato non a caso alla vigilia di un viaggio importante per Papa Francesco. In questa settimana, infatti, Papa Francesco parte per un breve viaggio negli Emirati Arabi Uniti, che hanno relazioni diplomatiche con la Santa Sede da appena 11 anni, e che hanno attivo un embargo con il Qatar.
Gli Emirati Arabi Uniti sono la prossima meta del viaggio apostolico internazionale che Papa Francesco inizierà già domenica prossima. Si tratta di una federazione di emirati situati geograficamente nella zona sud-orientale della Penisola araba: Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujaira, Ras al-Khaima, Sharja e Umm al-Qaywayn.
L’apertura di una nunziatura in Sud Sudan è stata annunciata con gioia dai vescovi del Paese, e rappresenta un passo avanti nei rapporti diplomatici con la Santa Sede che sono stati stabiliti a partire dal 2013. La notizia arriva al culmine di una settimana che è stata importante per la diplomazia vaticana soprattutto per gli incontri non annunciati nei bollettini ufficiali: quello di Papa Francesco con lo sceicco Abdullah Bin Zayed al Nahyan degli Emirati Arabi Uniti, e quello del Cardinale Pietro Parolin con il presidente del Senato del Kazakhstan Kassym-Jomart Takyev.
“Ai cristiani che vivono in questo Paese servono opportunità per crescere nella propria fede e testimoniarla. Il mio messaggio alla comunità dei cristiani è che essi possano essere sostenuti nel proprio desiderio di crescere nella fede e di essere caritatevoli con gli altri”. Lo ha detto il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, in visita in questi giorni negli Emirati Arabi Uniti.