Skopje, 07 May, 2019 / 4:43 PM
"Sognare non è mai troppo. Uno dei principali problemi di oggi e di tanti giovani è che hanno perso la capacità di sognare. Né molto né poco, non sognano. E quando una persona non sogna, quando un giovane non sogna questo spazio viene occupato dal lamento e dalla rassegnazione. Mai e poi mai si sogna troppo. Non c’è età per sognare... Sognate, e sognate in grande!". Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell'incontro ecumenico e interreligioso con circa 1500 giovani a Skopje.
Insieme al sogno, il Papa pronuncia poi la parola avventura. "Il giovane - ha ricordato - non ha paura di fare della sua vita una buona avventura. Il mondo è stanco, il mondo è diviso e sembra vantaggioso dividerlo e dividerci ancora di più. I sogni ci aiutano a mantenere viva la certezza di sapere che un altro mondo è possibile e che siamo chiamati a coinvolgerci in esso e a farne parte col nostro lavoro, col nostro impegno e la nostra azione".
"I sogni più belli - ha proseguito Francesco - si conquistano con speranza, pazienza e impegno, rinunciando alla fretta. Nello stesso tempo, non bisogna bloccarsi per insicurezza, non bisogna avere paura di rischiare e di commettere errori. Non abbiate paura di diventare artigiani di sogni e di speranza".
E il Papa prende Madre Teresa come esempio. "Lei ha sognato in grande e per questo ha anche amato in grande. Aveva i piedi ben piantati qui, nella sua terra, ma non stava con le mani in mano. Voleva essere una matita nelle mani di Dio. Ecco il suo sogno artigianale. L’ha offerto a Dio, ci ha creduto, ci ha sofferto, non ci ha mai rinunciato. E Dio ha cominciato a scrivere con quella matita pagine inedite e stupende. Ciascuno di voi, come Madre Teresa, è chiamato a lavorare con le proprie mani, a prendere la vita sul serio, per fare di essa qualcosa di bello. Non permettiamo che ci rubino i sogni".
"Nessuno - ha spiegato ancora Papa Francesco - può affrontare la vita in modo isolato, non si può vivere la fede, i sogni senza comunità, solo nel proprio cuore o a casa, chiusi e isolati tra quattro mura, c’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme! Come fate oggi: qui, tutti uniti, senza barriere. Sognate insieme, non da soli; con gli altri, mai contro gli altri. Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; insieme si costruiscono i sogni. Qui c’erano due bambini che giocavano, sognavano a giocare insieme l’uno con l’altro. A un certo punto uno si è accorto di esser più forte e ha iniziato a sognare contro l’altro e ha cercato di vincerlo e quella gioia si è trasformata in pianto dell’altro che è rimasto sul pavimento. Mai dominare l’altro, fare comunità con l’altro. E’ molto importante”.
"Siamo entrati - ha proseguito - nell’era delle connessioni, ma sappiamo poco di comunicazioni. Molto connessi e poco coinvolti gli uni con gli altri. Perché coinvolgersi chiede la vita, esige di esserci e condividere momenti belli... e altri meno belli. Al Sinodo dedicato ai giovani lo scorso anno, abbiamo potuto vivere l’esperienza di incontrarci faccia a faccia, giovani e meno giovani, e ascoltarci, sognare insieme, guardare avanti con speranza e gratitudine. Quello è stato il miglior antidoto contro lo scoraggiamento e la manipolazione, contro la cultura dell’effimero e dei falsi profeti che annunciano solo sventure e distruzione: ascoltare e ascoltarci".
Francesco ha anche ricordato - concludendo - l'importanza del confronto con i nonni “che sono come le radici che danno la forza per crescere ed andare avanti: anche oggi ci sono colonizzatori ideologici, state attenti. Vi diranno dovete essere più moderni, dimenticate le cose vecchie. Allora dovrete discernere. Per non ingannarci è importante parlare con gli anziani che vi trasmetteranno le radici del vostro popolo: parlare con i vecchi per crescere”.
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