Roma, 26 April, 2019 / 6:00 PM
La vita di Gesù letta, interpretata e raccontata attraverso una serie di incredibili avventure, incredibili ma reali, tanto reali da riflettersi nella vita di tutti coloro che vogliono aprire la porta e fare entrare il Signore. Ecco l'ultima, e tale rimarrà purtroppo, fatica letteraria di Jean Mercier, giornalista e scrittore francese scomparso l'anno scorso.
E' stato a lungo redattore capo sulle questioni religiose nel settimanale francese "La vie", ha scritto saggi ponderosi edotti, (per esempio sul celibato dei sacerdoti ), considerava Bernanos uno dei suoi numi tutelari, ma è diventato famoso in tutta Europa, Italia compresa, grazie ad un romanzo sorprendente: "Il signor parroco ha dato di matto".
Per quel romanzo, e soprattutto per via del protagonista, un battagliero e anticonvenzionale sacerdote, si è parlato persino del "ritorno di Don Camillo". Forse il paragone non è sempre calzante, ma rende bene l'idea di quanto forte sia stato l'impatto di questa creazione letteraria. E di quanto sia stata gradita dai lettori.
Giorni fa, una libraia di Padova ci raccontava di quanto era stato venduto il romanzo, e di come molti parroci confidavano di essersi pienamente immedesimati nelle vicende narrate da Mercier. Inventate ma non del tutto, perché lo stesso scrittore ha sottolineato come si sia ispirato a tante vicende conosciute personalmente o di cui era venuto a conoscenza, attraverso tanti e continui incontri e dialoghi con preti di ogni genere.
Il "suo" parroco, don Beniamimo, è infatti un povero sacerdote che cerca di fare del suo meglio ma gli impegni della parrocchia, le beghe quotidiane tra parrocchiani, le mille incombenze che hanno trasformato la sua comunità in circoli e associazioni che organizzano di tutto e di più. Si sente sempre più stressato, amareggiato, appensantito, in un certo senso. Decide così di "farla finita" con quella vita e finge di essere scappato lontanissimo e invece si chiude in un capanno in fondo al giardino.
Ma proprio da questo momento comincia un'esistenza fuori da ogni schema, con risultati del tutto imprevedibili. Lo stile è godibilissimo, intessuto di leggerezza (tutta francese) humor per qualche sorriso, anzi per più di una risata, per poi tornare a riflettere profondamente.
Nel nuovo romanzo, l'autore parte da questa considerazione centrale: "Gesù, Dio e uomo. Un mistero inesauribile, che rinvia ciascuno di noi al proprio mistero di essere umano segnato dalla trascendenza".
E da questo punto di partenza affronta la vita di Gesù mettendo in scena un coro di personaggi che proiettano la loro luce verso il punto centrale, ossia Gesù, che poi riverbera sulla vita di ciascuno di noi.
Giuseppe, ad esempio: cosa deve aver pensato vedendo suo figlio crescere e diventare così diverso da tutti gli altri, senza sposarsi, senza pensare ad una vita in famiglia? E alle sue osservazione, il Figlio risponde: " sai che non posso vivere una vita come la vorresti tutto, lo sai chi sono..." Com'e' davvero la mente di Giuda? Quali fantasmi agitano la sua anima tormentata? In quali abissi si dibatte?
Pietro lascia ogni cosa e la propria famiglia per correre dietro a quel giovane stravagante che predica cose mai sentite prima. Che cosa avrà pensato la moglie del pescatore che vedeva sconvolta la sua vita da un momento all'altro? E quale dolore prova Maria, quando capisce che il suo ragazzo è pronto ad andarsene incontro ad un destino crudele come una spada che le trapassera' il cuore... Lo stile è lo stesso, riconoscibile, veloce, fluido, divertente , ma capace di modellare le parole come scandali da gettare nel profondo, per scavare e riportare alla luce un tesoro: quello del vita del cristiano, della storia della Chiesa, della forza e della bellezza della fede.
In un'intervista rilasciata nel 2017 al settimanale "Famiglia Cristiana", Mercier ha coraggiosamente indicato carenze e bisogni delle comunità cattoliche e della necessità di rinnovamento delle figure dei sacerdoti, che dovrebbero cercare una dimensione più monastica che sociale, diventare sempre piu' padri spirituali e sempre meno organizzatori e sociologi, fino ad assumere accenti quasi profetici: "Oggi la gente è smarrita" dichiarava lo scrittore, " ha bisogno di figure con cui affrontare i propri problemi spirituali.
Può farlo prima di tutto con la confessione, perché è lì che si vive la conversione permanente, quella che la tradizione benedettina chiama conversio mori. Abbiamo bisogno di testi, poi, di un padre o madre spirituale, e di questo momento di verità con Dio che è il sacramento del perdono (...) Penso che in futuro cambierà tutto in Francia e allora ala figura del prete dovrà essere più vicina a quello della tradizione ortodossa: accompagnare la vita spirituale dei fedeli, piuttosto che essere la figura patriarcale che guida la comunità".
Jean Mercier, Le straordinarie avventure di Gesù, Edizioni San Paolo, pp.144, euro 14
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