Città del Vaticano , 14 April, 2019 / 11:03 AM
“Gesù ci mostra come affrontare i momenti difficili e le tentazioni più insidiose, custodendo nel cuore una pace che non è distacco, non è impassibilità o superomismo, ma è abbandono fiducioso al Padre e alla sua volontà di salvezza, di vita, di misericordia”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della Messa della Domenica delle Palme che ha aperto i riti della Settimana Santa. In questa domenica si celebra inoltre la ricorrenza diocesana della XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù, sul tema: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
Entrando in Gerusalemme compare l’opera di Satana che gioca “la carta del trionfalismo, e il Signore ha risposto rimanendo fedele alla sua via, la via dell’umiltà. Il trionfalismo cerca di avvicinare la meta per mezzo di scorciatoie, di falsi compromessi. Punta a salire sul carro del vincitore. Il trionfalismo vive di gesti e di parole che però non sono passati attraverso il crogiolo della croce; si alimenta del confronto con gli altri giudicandoli sempre peggiori, difettosi, falliti… Una forma sottile di trionfalismo è la mondanità spirituale, che è il maggior pericolo, la tentazione più perfida che minaccia la Chiesa. Gesù ha distrutto il trionfalismo con la sua Passione”.
Gesù conosce e applica - spiega il Papa - la “via dell’umiliazione nell’obbedienza fino alla morte e a una morte di croce. Egli sa che per giungere al vero trionfo deve fare spazio a Dio; e per fare spazio a Dio c’è un solo modo: la spogliazione, lo svuotamento di sé. Tacere, pregare, umiliarsi. Con la croce non si può negoziare, o la si abbraccia o la si rifiuta. E con la sua umiliazione Gesù ha voluto aprire a noi la via della fede e precederci in essa”.
Insieme a Gesù ecco Maria che percorre la via della Croce. Il Papa ricorda che “di fronte agli avvenimenti duri e dolorosi della vita, rispondere con la fede costa una particolare fatica del cuore. È la notte della fede. Ma solo da questa notte spunta l’alba della risurrezione”.
Nella ricorrenza della Giornata Mondiale della Gioventù Francesco poi vuole “ricordare i tanti santi e sante giovani, specialmente quelli della porta accanto, che solo Dio conosce, e che a volte Lui ama svelarci a sorpresa”. Ai giovani dice di non vergognarsi “di manifestare entusiasmo per Gesù, di gridare che Lui vive, che è la vostra vita. Ma nello stesso tempo non abbiate paura di seguirlo sulla via della croce. E quando sentirete che vi chiede di rinunciare a voi stessi, di spogliarvi delle vostre sicurezze, di affidarvi completamente al Padre che è nei cieli, allora rallegratevi ed esultate! Siete sulla strada del Regno di Dio”.
Di fronte alle grida di esultanza e all’accanimento dei carnefici Gesù tace. “Nei momenti di oscurità e grande tribolazione - rammenta il Pontefice - bisogna tacere, avere il coraggio di tacere, purché sia un tacere mite e non rancoroso. La mitezza del silenzio ci farà apparire ancora più deboli, più umiliati, e allora il demonio, prendendo coraggio, uscirà allo scoperto. Bisognerà resistergli in silenzio, mantenendo la posizione, ma con lo stesso atteggiamento di Gesù: rimanere calmi, saldi nella fede. È l’ora di Dio. E nell’ora in cui Dio scende in battaglia, bisogna lasciarlo fare”.
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