Città del Vaticano , 29 March, 2019 / 5:24 PM
Per Gesù “prima del peccato viene il peccatore. Io, tu, ciascuno di noi nel cuore di Dio veniamo prima: prima degli sbagli, delle regole, dei giudizi e delle nostre cadute”.
Papa Francesco lo ha ricordato nella sua omelia durante la celebrazione penitenziale di questo pomeriggio nella basilica vaticana.
Un appuntamento che si ripete e si lega all’ iniziativa “24 ore per il Signore”, promossa in tutto il mondo dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Papa Francesco come di consueto ha confessato e si è confessato per dare l’esempio e spiegare cosa è davvero la confessione e soprattutto come il Signore esercita la misericordia.
Prendendo spunto da una frase di Sant’ Agostino che commenta il Vangelo dell’adultera, il Papa ha detto che “per Gesù quella donna sorpresa in adulterio non rappresenta un paragrafo della Legge, ma una situazione concreta nella quale coinvolgersi”. La misera e la misericordia, l'adultera e Gesù.
Così la legge di Gesù è l’amore e “con Gesù, misericordia di Dio incarnata, è giunto il momento di scrivere nel cuore dell’uomo, di dare una speranza certa alla miseria umana: di dare non tanto leggi esterne, che lasciano spesso distanti Dio e l’uomo, ma la legge dello Spirito, che entra nel cuore e lo libera”.
E per vincere il male c’è solo Gesù: “Se vogliamo la liberazione dal male va dato spazio al Signore, che perdona e guarisce. E lo fa soprattutto attraverso il Sacramento che stiamo per celebrare. La Confessione è il passaggio dalla miseria alla misericordia, è la scrittura di Dio sul cuore”.
Quindi solo il perdono permette di vivere di nuovo, “ il perdono ci dà un nuovo inizio, ci fa creature nuove, ci fa toccare con mano la vita nuova. Il perdono di Dio non è una fotocopia che si riproduce identica a ogni passaggio in confessionale. Ricevere tramite il sacerdote il perdono dei peccati è un’esperienza sempre nuova, originale e inimitabile”.
E il Papa commenta che per ogni cattolico sarebbe bello fare come la adultera dopo il pentimento e il perdono: “ rimanere come quella donna, con lo sguardo fisso su Gesù che ci ha appena liberato: non più sulle nostre miserie, ma sulla sua misericordia. Guardare il Crocifisso e dire con stupore: “Ecco dove sono andati a finire i miei peccati. Tu li ha presi su di te. Non mi hai puntato il dito, mi hai aperto le braccia e mi hai perdonato ancora”.
La conclusione del Papa è una chiara indicazione: “Ripartiamo allora dalla Confessione, restituiamo a questo sacramento il posto che merita nella vita e nella pastorale!”.
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