Città del Vaticano , 26 March, 2019 / 11:05 AM
"Prendo atto della libera e autonoma decisione della Professoressa Scaraffia di interrompere la collaborazione con “L’Osservatore Romano”, e di considerare chiusa la sua direzione di Donna Chiesa Mondo". Con queste parole il direttore dell' Osservatore Romano sancisce un divorzio atteso. Dopo che Giovanni Maria Vian ha lasciato il quotidiano per volontà del Papa si attendva anche il saluto della Scaraffia molte legato editorialemente al professor Vian. La linea del giornale vaticano sta cambiando e cambiano anche gli equilibri editoriali.
"A lei- scrive Andrea Monda- insieme all’augurio di ogni bene, va il nostro sincero ringraziamento per il prezioso lavoro svolto in questi anni con grande impegno e in piena libertà. In questi pochi mesi da quando sono stato nominato Direttore ho garantito alla Professoressa Scaraffia, e al gruppo di donne della redazione, la stessa totale autonomia e la stessa totale libertà che hanno caratterizzato l’inserto mensile da quando è nato, astenendomi dall’interferire in qualsiasi modo sulla fattura del supplemento mensile del giornale e limitandomi a offrire il mio doveroso contributo (nel suggerimento di temi e persone da eventualmente coinvolgere) alla libera valutazione della professoressa Scaraffia e della redazione del supplemento.
Il mio impegno non è stato in alcun modo quello di depotenziare il mensile Donne Chiesa Mondo, al quale è stato semmai confermato integralmente il budget ed è stata garantita la traduzione e la diffusione in altri Paesi nonostante la necessità generale di contenere i costi della Curia. Il mio impegno è stato e rimane quello di potenziare l’edizione quotidiana de “L’Osservatore Romano” (non certo in termini di concorrenzialità ma di complementarietà con il supplemento) come è naturale e giusto che sia. In nessun modo ho selezionato qualcuno, uomo o donna, con il criterio dell’obbedienza.
Semmai, al contrario, evitando di interferire con il supplemento mensile, ho sollecitato nella fattura del quotidiano confronti realmente liberi, non costruiti sul meccanismo degli uni contro gli altri o dei gruppi chiusi. E l’ho fatto proprio nel segno della apertura e della parresia chiesta da Papa Francesco, nelle cui parole e nel cui magistero tutti ci riconosciamo. Se, sulla base della attualità ecclesiale e culturale, ho dedicato attenzione a temi come quello della pluralità e della differenza nel mondo della Chiesa, ciò deriva solo dalla centralità che questi temi, proprio grazie al ruolo delle donne, hanno acquisito.
Il prossimo lunedì 1 aprile, solo per fare un esempio, si terrà nei locali della redazione una tavola rotonda a partire dalla pubblicazione del saggio, firmato da 17 teologhe e studiose di chiara fama, “La voce delle donne” (Ed.Paoline). Quanto al futuro del supplemento mensile de “L’Osservatore Romano”, posso assicurare che esso non era in discussione. E che dunque la sua storia non si interrompe ma continua. Senza clericalismi di alcun genere".
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