Città del Vaticano , 27 February, 2019 / 12:00 AM
La dignità della persona non si perde mai, anche quando si commette “il peggiore dei crimini”. Perché “la vita è un dono da proteggere ed è fonte di tutti gli altri doni e di tutti gli altri diritti”.
Lo ha detto Papa Francesco in un videomessaggio inviato, in occasione dell’apertura dei lavori, agli organizzatori e ai partecipanti al VII Congresso Mondiale contro la pena di morte, promosso dalla Ong ECPM (Together Against the Death Penalty-Insieme contro la pena di morte), in collaborazione con la Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte, che si svolge presso il Parlamento Europeo a Bruxelles, in Belgio, dal 27 febbraio al 1° marzo 2019.
Papa Francesco nel suo videomessaggio in lingua spagnola ricorda che “per proteggere la società dal male che alcuni individui possono causare”, la soluzione non è la pena capitale. Questa non può essere considerata, come è avvenuto per molto tempo, “la risposta adeguata alla gravità di alcuni reati a tutela del bene comune”.
Il Papa commenta ancora: “Nessuno può essere ucciso e privato dell'opportunità di abbracciare nuovamente la comunità che ha ferito e fatto soffrire. La pena di morte è una grave violazione del diritto alla vita di ogni persona”.
“L'obiettivo dell'abolizione della pena di morte in tutto il mondo - conclude Papa Francesco nel videomessaggio - rappresenta una coraggiosa affermazione del principio della dignità della persona umana e della convinzione che l'umanità può affrontare il crimine, oltre che rifiutare il male, offrendo al condannato la possibilità e il tempo per riparare il danno commesso, pensare alla sua azione e quindi essere in grado di cambiare la sua vita, almeno internamente”.
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