Città del Vaticano , 07 February, 2019 / 5:00 PM
“Voi siete private della libertà, ma non della dignità o della speranza”. Lo ha scritto il Papa a un gruppo di detenute argentine nel penitenziario femminile di Ezeiza, in provincia di Buenos Aires.
Il Pontefice risponde con una missiva alle recluse che gli avevano scritto per raccontare storie di dolore, “manifestando timori e interrogativi circa la loro condizione di donne e madri che vivono dietro le sbarre”. A diffondere l’epistola è L’Osservatore Romano.
Nella missiva, in lingua spagnola e datata 3 febbraio, Papa Francesco spiega che il carcere non può essere ridotto a mero castigo, perché “la società ha l’obbligo di favorire il reinserimento, non lo scarto”.
Per il Papa “il reinserimento inizia creando un sistema che potremmo chiamare di salute sociale, cioè una società che garantisca che le relazioni non si ammalino nel quartiere, nelle scuole, nelle piazze, nelle strade, nelle case, e in ogni ambito della vita comune. E, soprattutto, una società senza esclusi né emarginati”.
“Gesù ci invita ad abbandonare la logica semplicistica di dividere tra buoni e cattivi – scrive ancora Francesco - per entrare in un’altra dinamica, capace di assumere la fragilità, i nostri limiti e i nostri peccati, così da poter andare avanti. E possiamo farlo perché la misericordia del Signore ci abbraccia tutti”.
Francesco nella lettera non dimentica che quelle donne detenute sono anche madri: “Non dovete lasciarvi cosificare, non siete un numero; siete persone che generano speranza perché volete partorire speranza”.
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